10.000 A.C. (10,000 BC)
di Roland Emmerich, 2008

Dubito che qualunque parola io possa scrivere in questo post sia sufficiente ad esprimere il mio disappunto verso l’ultimo lavoro di Roland Emmerich, che non è solo un film di imperdonabile e sviscerante bruttezza, ma proprio uno dei più abissali risultati raggiunti dal cinema cosiddetto-di-intrattenimento negli ultimi anni. Me ne sono accorto negli ultimi due giorni, quando ho cercato di spiegare a più persone quanto 10.000 AC sia un’aberrante puttanata, ma nemmeno aberrante puttanata rendeva l’idea.

Una tribù delle montagne mette insieme alcune tribù del deserto (secondo la cartella stampa siamo in Africa, la culla della civiltà) per liberare un mucchio di gente rapita da dei tizi crudelissimi simil-maya, in realtà molto più evoluti e intelligenti di loro anche se nazisti, il cui regno di terrore e tecnologia viene infine soverchiato con una sorta di abile rivoluzione muscolare dal basso – che avrebbe peraltro riportato l’umanità indietro di qualche migliaia di anni, in balìa di un branco di imbecilli ossessionati dal loro campanilismo che non sanno nemmeno cos’è un fiume.

Il modo migliore per definire 10.000 AC ho ritenuto fosse Rapa Nui meets Stargate meets Apocalypto, ma dei tre film – e di molti altri – si porta a casa solo le cose peggiori, le incongruenze, i fondaloni, ridicolo involontario come se grandinasse, in un film che in alcuni momenti – tipo il discorso del pirla sulla duna – è talmente oltre da sembrare una specie di parodia dei film di Roland Emmerich – solo che è serio, eccome – e che comunque non supera mai e poi mai la barriera del "che cazzo sto guardando non posso credere che sia veramente così".

Dove sia finita l’irresistibile naivite di Independence Day, è lecito chiederselo – dopotutto ce lo chiediamo da molto tempo e saremmo anche un po’ stufi di farlo: qui ci sono solo centodieci inspiegabili minuti di inspiegabile pellicola, in cui ogni singola moneta spesa (105 milioni di dollari per una roba che è venuta al massimo al livello di uno straight-to-video un po’ farlocco?) grida vendetta per tutto ciò che di bello o meno bello si sarebbe potuto girare al suo posto.

Chiudono il cerchio un personaggio che si chiama Tic-tic e un’edizione italiana che nemmeno Mandingo.

20 Thoughts on “

  1. utente anonimo on 12 marzo 2008 at 21:06 said:

    mi hai fatto venir voglia di vederlo. è storica l’uscita di un film così brutto come lo descrivi

  2. tira più un pelo di mammuth che tutto il film

    daniela_elle

  3. utente anonimo on 12 marzo 2008 at 21:54 said:

    daniela, questa me la segno, è stupenda.

    grazie Kekkoz di averlo visto per noi ^^

    ci eviterai questa pena.

    un abbraccio

  4. ero io sloggato. scusa, è il terzo bicchiere di trebbiano.

  5. Con me fanno due. Non avrei mai nemmeno pensato di vedere questo film se non avessi letto un post simile.

    E comunque, in genere, quando io scrivo post del genere poi arriva qualcuno che m’insulta perché non ci ho capito un cazzo.

  6. E come mai sei finito a vedere un film di Roland Emmerich??

    Anzi riformulo: Come mai non te lo sei potuto risparmiare??

    Ho fatto finta di non leggere la parte sull’ “irresistibile naivitè di Independence Day”…

  7. so che potrei esser accusato di blasfemia, ma a me come giocattolone fine a se stesso L’alba del giorno dopo era piaciuto ;)

  8. @kusanagi: non l’ho visto.

  9. cavolo pensavo fosse un capolavoro…

    scherzo…

  10. era già bruttissimo il trailer… la tua viosne (nn voglio sapere perché) mi conferma i pregiudizi :D

    cmq bel post.

  11. emmerich fra i costruttori di blockbuster ho sempre pensato fosse il peggiore. secondo me ruba i soldi della produzione e poi la tira alla lunga in ogni scena con delle terribili slogature di palle.

  12. Mi sono dimenticato di citare il fatto che il narratore Omar Sharif è stato doppiato da un vecchio a cui cade continuamente la dentiera.

  13. utente anonimo on 13 marzo 2008 at 23:26 said:

    Potevo leggerla prima di andare al cinema sto pomeriggio, cosi mi risparmiavo tempo, la stessa noia e fastidio tuo, i cinque euro e mi vedevo l’Olivier Marchal. Jiro

  14. Abbiamo bisogno del tuo aiuto per un sondaggio importantissimo…vabbè, più o meno. passa a trovarci:)

  15. “irresistibile naiveté”? independence day è un CAPOLAVORO!

    (arrivo tardi ma le cazzate che dico valgono l’attesa, mi concederai)

  16. utente anonimo on 16 marzo 2008 at 02:03 said:

    Mi associo al giudizio di Kekkoz. Un film sensa senso alcuno di cui non si capisce come possa essere nata l’idea nel cervello di Emmerich. Totalmente incoerente da qualunque punto lo si consideri.

    Amen

  17. utente anonimo on 18 marzo 2008 at 01:40 said:

    al di là del fatto che il film possa piacere o no e al di là di alcune cose un po’ poco concepibili tipo le mega rampe in pietra, dal punto di vista ingegneristico forse più complesse delle piramidi e il deserto, mentre in quell’epoca c’era un ambiente più simile alla savana in quelle regioni, il film cerca di fare un’ipotesi romanzesca sulla nascita del mito di Osiride(Orione) e Iside, forse uno dei miti più diffusi nell’antichità, che compare in diverse civiltà. Ovviamente non si può parlare di storicità, ma comunque non è tutto campato in aria. Si può dire sia un tentativo, in chiave romanzesca, di immaginare “la storia prima della storia” ufficiale mettendo un po’ la pulce nell’orecchio dello spettatore. La storia dell’umanità è molto più complessa di quello che si studia a scuola e le testimonianze sono dappertutto. Documentandosi a fondo attraverso fonti accurate e attendibili c’è da rimanere parecchio sopresi e affascinati dalle innumerevoli prove che, unite al buon senso, porterebbero a riscrivere la parte di storia antecedente alla nascita della scrittura.

  18. Ecco, certamente.

    Ma a mio avviso, tutto ciò rientra nel grande Pentolone Delle Buone Intenzioni – con le quali, si sa, il cinema c’entra assai poco.

  19. utente anonimo on 20 marzo 2008 at 12:22 said:

    “irresistibile naiveté”? independence day è una cagata!

    scusate.

    f.

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