The orphanage (El orfanato)
di Juan Antonio Bayona, 2007

Scritto da Sergio G. Sánchez e diretto da Juan Antonio Bayona, entrambi all’esordio nel lungometraggio, e prodotto da Guillermo del Toro, che dà una certa impronta al film – ma soprattutto in materia di riferimenti, di ispirazione – El orfanato è uno dei film di maggior successo in patria nella storia del cinema spagnolo, è vincitore di ben sette premi Goya (nell’anno in cui i principali li ha presi La soledad), e non ha ancora una distribuzione nel nostro paese.

Robustissima ghost-story sul senso di abbandono e sulla perdita, condita con un mucchio di bambini inquietanti e una fantasmagoria che riconduce a un’affascinante concezione elastica della compresenza spazio-temporale, El orfanato si inserisce nel percorso di recupero e rinnovamento di un cinema fantastico dai toni cupi e pessimisti (ma dall’infinito potenziale commerciale) già intrapreso da registi come Amenabar e dallo stesso Del Toro – un cinema in cui l’unica fuga da un fato violento e spietato appartiene al mondo dell’immaginazione e che gioca ancora con astuzia e maestria con i materiali del cinema di genere – spagnolo ma non solo – del passato e del presente.

Curatissimo negli aspetti tecnici (scenografie, fotografia, costumi) e, soprattutto, impressionante nella gestione del suono e degli effetti sonori – veri e propri propulsori dei non pochi spaventi – il film di Bayona non sarà forse la pietra d’angolo del cinema spagnolo contemporaneo (e leggermente inferiore ai suoi modelli recenti), ma è comunque un film eccellente, emozionante e persino straziante nella rivelazione dei segreti che si celano dietro le mura della "casa stregata", nonché la conferma (corroborata dai fatti, e da un prossimo remake) che l’attenzione destata dal cinema spagnolo recente non era una fioca lanterna, ma una lucciola viva e pulsante.

Fa un certo effetto vedere quali sono i film locali che sbancano il botteghino in un paese come la Spagna (stiamo parlando di 8 milioni e mezzo di euro nel primo weekend, 25 milioni tra Ottobre e Gennaio) e quali sono i nostri. Come se non bastasse Zapatero a farci schiattare d’invidia.

14 Thoughts on “

  1. Ho visto il manifesto su Empire e mi son venuti i brividi, poi ho letto il commento e visto le 4 stelle, e stavo per raccomandarlo in pre-giudizio.

    ma tu sei sempre un passo davanti a me.

    Lo conosci W-Delta-Z ?

    Perche’ sempre su Empire ne parla molto ma molto bene ….

    Il problema del botteghino spagnolo e’ che qua da noi siamo molto piu’ colonizzati culturalmente dagli States, basti vedere il successo della saga di Saw e di Hostel, e contrapporlo a quello inesistente di film come la Spina del diavolo e Il labirinto del fauno.

    il problema e’ che loro non sono colonizzati culturalmente dagli States come noi …

  2. Sono anni, ANNI, che Brian Yuzna ha individuato il futuro dell’horror in Spagna (urlando “primo!”). Peccato non ne abbia ancora tirato fuori un film guardabile, e si sia visto superato da tutti.

  3. Il problema del botteghino invece è che è anch’esso uno specchio del livello culturale di un Paese.

    Ancora a difendere la Madre Patria?

    Scendiamo ogni anno un po’ di più nel baratro: se qualcuno di voi lavora nello spettacolo e con i giovani e giovanissimi italiani si rende facilmente conto di come sono e, ahimè, saranno le cose.

    Qui nelle scuole ancora si insegna a suonare il ciufolo!!!

    Col kaiser che si insegna teatro, cinema, musicoterapia, ecc… ecc…

    Scusate se sono andato un po’ off topic, ma la distribuzione di quest’anno è l’ennesimo segno di come stanno andando le cose in questo Paese. Io mi vergogno!!!

  4. utente anonimo on 17 marzo 2008 at 14:34 said:

    mmmh, da queste parti non siamo d’accordo.

    non tanto per l’estetica, bellissima e leccatissima e copiatissima, quanto per la questione della “robustezza”.

    A me è sembrato sfilacciatissimo, con elementi che si perdevano per strada (il bambino deforme dopo le premesse roboanti non ha un ruolo uno nelle vicende, se non quello di essere inquietante), e una generale, discutibile, decisione di abbandonare una narrazione anche solo vagamente accattivante per buttarsi sull’accumulo indiscriminato di scene il più possibile terrorizzanti attacate tra loro con lo sputo, e neanche sputo di qualità.

    Poi, per carità, personalmente mi sono cacato sotto, ma al di là di questo non ci ho visto molto altro.

    Bayona è troppo magro e figaccione, non può aspirare ad essere il nuovo Del Toro.

    Andrea

  5. utente anonimo on 17 marzo 2008 at 14:36 said:

    Ah, e quoto valido.

    (FAUST!)

    Andrea

  6. @Andrea: vabbè, se te dici che Bayona è “figaccione”, evidentemente anche con il film è un problema tuo. :-P

    (comunque sì, più cacca sotto per tutti. E non ti basta? ^^)

  7. utente anonimo on 17 marzo 2008 at 17:14 said:

    Definire “figaccione” Bayona è un caso da manuale di orbo nel paese dei ciechi.

    Però ribadiamolo: questo non è un paese per ciechi.

    - Tisa Farrow –

  8. carina la nuova interfaccia..compliments vivissimiiiii

    -Alessia-

  9. @Alessia: grassie. Ma la header nuova è temporanea: presto ci metterà mano la mia grafica di fiducia nonché Compagna Di Divano. Almeno, spero. La targa mi fa molto ridere, comunque.

    @Tisa: e questo non è un paese per figaccioni, peraltro.

  10. utente anonimo on 17 marzo 2008 at 19:53 said:

    Ma è bello come era bello Il labirinto del Fauno? Perchè altrimenti passo…

    [_*

  11. utente anonimo on 17 marzo 2008 at 20:11 said:

    No, perchè è più forte di me… Il labirinto del fauno non mi ha fatto nè caldo nè freddo. Per non parlare de La spina del diavolo…

    [_*

  12. E allora non so proprio cosa fare per te, figliuolo. Mi spiace.

  13. utente anonimo on 18 marzo 2008 at 16:19 said:

    Tra qualche anno mi darai ragione!!

    è_é

  14. Oppure no. Perché, poi?

    (ti invito a leggere i miei post sui film di Del Toro – vedrai che siamo proprio su universi difficilmente convergenti)

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