Jumper
di Doug Liman, 2008
Va bene che se affidi un film del genere a uno come Doug Liman è difficile aspettarsi qualcosa di più che del tiepido mestiere, ma davvero era tutto qui quello che si poteva fare dall’eccitante – e vecchiotto – romanzo di Steven Gould? Perché Jumper è davvero un film insoddisfacente: non tanto perché manchi lo spettacolo di per sé, i saltoni, la figaggine del teletrasporto, gli whoo!, ma perché è tutto accennato, frettoloso, in definitiva noiosissimo – grado zero della sintesi spettacolare hollywoodiana – e quello che viene in mente durante la visione del film è soprattutto è tutto qui?
La cosa più interessante, peraltro, è proprio il modo in cui i "salti" dei jumpers vengono a coincidere nel testo con artifici della rappresentazione filmica: in pratica, i "salti" sono una sorta di jump cut trasferiti nell’universo narrativo, che permettono ai personaggi, tra le altre cose, oltre a fare cose fichissime e la maggior parte delle volte assolutamente idiote e ingiustificate, di "saltare le parti noiose". E allo stesso modo questi sono i modi di un fare cinema infantile e stupido, che ha paura di ogni singolo momento di quiete (che non sia romance) e che affastella corse e lampi e tuoni, come se bastasse non fermarsi mai a nessun costo per far scoppiare il cuore alla gente. Ci vuol ben altra mano.
E tutto questo invece di sfruttare il fascino potenziale della vicenda? Jumpers contro Paladini fin dai tempi del Medioevo? E mi bruci una roba così in 20 secondi di sceneggiatura per far spazio a più Samuel Jackson con i capelli bianchi? Goyer, Uhls, Kinberg: non vi vergognate, alla vostra età? Nemmeno Rachel Bilson riesce a farci distogliere lo sguardo e il pensiero: ma forse è quel cane di Hayden Christensen a essere contagioso, visto che i loro duetti sono tra le cose più imbarazzanti ancora in libera circolazione sugli schermi. Diamine, Hayden Christensen è come Re Mida, ma invece dell’oro c’è la Pessima Recitazione.
Qualcosa più di un’occasione perduta, o forse soltanto un peccatuccio veniale. Ma tranquilli, vedrete un sequel entro tre anni, mese più mese meno.
Avevo presagito lo sfacelo, ma non a questi livelli…lo eviterò come la peste.
io lo dicevo già ai tempi degli invedibili Star Wars (quelli di “Ani, stai attento là fuori”) che era tanto bono quanto cane. Ma la colpa fu anche della irricevibile sceneggiatura di Lucas, tremendo nei dialoghi di coppia.
Però in Shattered Glass non era stato così male.
non l’ho visto, ma per quello che dici qui
“i “salti” sono una sorta di jump cut trasferiti nell’universo narrativo”
ricorda un po’ i banditi del tempo.
ciao il tuo blog è segnalato su segnocinema a pagina 25. sullo speciale dedicato alla free critic
@souffle: Shattered Glass non sarebbe bastato a rivalutare una carriera nemmeno se fosse stato davvero un bellissimo film.
@iosif: ci penso e ti faccio sapere. Ma credo sia proprio un altro discorso.
@anonimo#4: lo so, l’ho già segnalato sul tumblr qualche giorno fa. Grazie comunque.
ot per l’header una parola sola “TA-MAR-RO”
ma jumper è un film? e io checccredevo fosse la nuova pubblicità della Costa Crociere
Junkiepop
è volutamente tamarro, giorgino. ^^
sommo orrore!!
film da dimenticare…
E’ deprimente vedere Liman vendersi in questo modo…
Dopo il primo capitolo della “Bourne Trilogy”, che era discreto, si è dato ai “monnezza-movies”: MR. & MRS. SMITH già era un cattivissimo segnale premonitore…
Gli consiglio una pausa di qualche anno… magari una sceneggiatura decente e dei produttori meno affamati in futuro non potranno che giovargli…
Ciao!
leggo: bourne che incontro matrix. mi basta per non andarlo a vedere…
hahata saltante ‘sto filmastro (pure la mi battuta greve eh)