Our town (Woo-ri Dong-ne)
di Jeong Gil-yeong, 2007

Qualche anno fa la Corea del Sud, per contingenze economiche e culturali favorevoli, poteva permettersi di puntare e investire molto sui registi esordienti: ed era proprio nei moltissimi esordi che si andavano a cercare i futuri capisaldi del cinema di Seoul. Dopo qualche anno di stallo, sono in molti a indicare in certi film di questa stagione alcuni veri e propri lampi vitali. Film come Epitaph, l’enorme successo a sorpresa di The chaser (entrambi ancora da recuperare) e come, appunto, Our town.

Intendiamoci, Our town non inventa niente di nuovo: è un triangolo di morte tutto al maschile che coinvolge un poliziotto che indaga su una catena di omicidi, l’inquietante serial killer stesso, e come vero protagonista della vicenda un giovane scrittore, amico di infanzia del poliziotto, che si divide tra istinti omicidi e emulativi e l’indagine psicologica. Non c’è bisogno di dire che niente accade né è accaduto per caso, e che i tre scopriranno (sulla loro pelle) le connessioni che li uniscono. Ma quello che sorprende non è lo sviluppo narrativo, bensì il coraggio di un regista che al suo primo lavoro mette in scena un walzer di morte che lascia davvero poche speranze allo spettatore.

Non è nemmeno una questione di mera violenza. Certo, Jeong si rifà all’inaudito e qui spesso vertiginoso sadismo che è carattere di molto cinema di detection coreano: e a farne le spese non sono solo i personaggi – e le donne vittime dell’omicida seriale, appese come crocefissi pagani – ma anche alcuni animali, e qui ci vuole davvero un po’ di stomaco – anche se si vedrà che non è affatto una scelta fine a se stessa. Al di là di questo, a colpire duro è la coerenza con cui, nel tratteggio di tutti i personaggi, vengono fin da principio mescolate istanze profonde di immedesimazione e una progressiva disumanizzazione, negando agli spettatori la possibilità di sfuggire a questa progressiva discesa nell’innata malignità umana.

Date le premesse, tra cui la necessità di sostenere un tono davvero cupo e mortifero, qualche lungaggine (ma tutta la lunga sequenza "onirica", o meglio "ipotetica", è davevro sorprendente), parecchi spigoli da limare, il solito finale interminabile che porta alle estreme conseguenze – ma davvero – una storia che si rivela come profondamente passionale, Our town è un’interessantissima opera prima, solitamente bellissima a vedersi, e capace di abissi di disperazione che altri registi esordienti, magari più vicini ai nostri lidi, davvero si sognano.

La recensione di Variety, e quella di BeyondHollywood.
Reperibile in DVD regione 3, per esempio su Yesasia a meno di 18 euro.

13 Thoughts on “

  1. è proprio vero che non seguo più le ultime uscite del cinema coreano. menomale che kekkoz c’è.

  2. Vabbè cucciolino mio, non sono più i bei tempi di una volta, ci tocca accontentarci di roba più che decorosa come questa – ma l’entusiasmo è altrove. Arridatece Tell Me Something.

    Io puntavo moltissimo su The Chaser, al momento ancora difficile da reperire – ma nonostante il successo stratosferico (e il remake in arrivo), una secca stroncatura di Twitch ha già provveduto a smosciarmelo.

  3. Tell Me Something mi aveva fatto càcar.

  4. Questione di contesto – secondo me se lo rivedi oggi godi abbestia.

    (a me piacque anche allora, ma effettivamente non l’ho più ripreso in mano e sono passati cinque anni)

  5. Speriamo bene. Anch’io non seguo più il cinema coreano da quel dì, ormai degli orientali salvo solo i giapponesi. USA! Nuova! Corea!

  6. A proposito di Giapponesi, ho sentito grandi cose del ritorno in patria di Nakata.

    Staremo a vedere – la release di HK è fuori tra 3 giorni:

    http://tinyurl.com/6qjvyd

  7. utente anonimo on 14 aprile 2008 at 15:46 said:

    boh, a me Tell me something è sempre sembrato una schifezza iperderivativa…

    lonchaney

  8. Non lo so lonchy, io lo vidi in sala ed era il mio primo film coreano. E’ chiaro, saltai sulla poltrona urlando al miracolo.

    Ma tu no eh, tu nel 2003 eri già stufo di questi musi gialli, vero? ^^

  9. scusa Kekkoz… quando parli di Nakata non ti riferisci all’ex calciatore di Perugia, Roma e Parma… Quello coi capelli arancioni per intenderci e che ci ha fatto vincere uno scudetto… Vero????

  10. @steutd: di cosa DIAVOLO stai parlando? ^^

  11. utente anonimo on 14 aprile 2008 at 17:53 said:

    tinyurl succhia.

    Wurda

  12. utente anonimo on 14 aprile 2008 at 18:33 said:

    tuttaltro, caro kekkoz, era il periodo in cui ci si beveva tutto quel che veniva dalla corea…

    lonchaney noncosìsnobcomelodipingono

  13. Wurda, meglio tinyurl che infilare una URL lunga due metri che mi sbarella la pagina, se permetti.

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