Big bang love, Juvenile A (46-okunen no koi)
di Takashi Miike, 2006
La cosa bella di un regista eclettico come Miike è che ognuno è libero di scegliersi il proprio Miike: quello furioso ed estremo di Izo, quello giocoso e irrefrenabile di Yokai Daisenso, oppure quello più intimista e cauto di film come Big bang love. E l’altra cosa bella è che nella maggior parte dei casi ci troviamo di fronte a un cinema fiammeggiante, stimolante, sperimentale.
Questo film, pur essendo una sorta di detection che prende vita da una storia d’amore e di interdipendenza nata dietro le sbarre di un carcere, prende grandi distanze sia dal film carcerario che dall’investigazione, utilizzando i generi – il detective, la scazzottata – per sostenerne l’essenza narrativa, ma basando l’intero film su un linguaggio assolutamente differente. Big bang love è costruito infatti su una totale abnegazione all’astratto, con scenografie teatrali in cui è negato qualunque tipo di orpello (sfondi, e a volte interni, compresi) e una fotografia contrastata (di Masahito Kaneko) in cui gli abiti, spesso divise, dei personaggi sembrano sembrano davvero galleggiare nel buio – e la loro inconsistenza quasi fantasmatica è rivelata dalla capacità della luce, letteralmente, di penetrari.
Visivamente contiene alcune tra le cose più stupefacenti girate dal regista giapponese, ma Big bang love è anche un film arduo, da affrontare con cautela. Lontano dalle sue opere più celebri, e forse più ammiccanti, possiede anche un’ardita deriva simbolista, abbastanza scioccante anche se assai affascinante. Ma come quasi tutti i film di Miike, alla fine ti lascia a bocca aperta, con il desiderio di averne ancora. Da recuperare.
Non sarà difficile recuperarlo: il film è uscito in Italia in DVD già da qualche tempo, in giapponese sottotitolato, nell’ottima collana Queer curata da Dolmen, e lo si trova un po’ ovunque a pochi euro.
Il titolo originale significa, circa, Un amore lungo 4.600 milioni di anni. Anno più, anno meno.
wow. sono commosso kekkoz.
il film è meraviglioso, di bellezza lancinante.
(aspetto Lifshitz…) ^^
Kekkoz mi sta diventando un uranista
Sono dovuto andarmelo a cercare su Wikipedia, ché non ero sicuro. ^^
Conte, credo che Kekkoz fosse già uranista.
Uraniste!
(immaginami mentre apro e chiudo violentemente una finestra come nella vecchia gloriosa pubblicità di “Egoïste” di Chanel)
uno dei pochi miike (con audition, gozu e non ricordo più quali pochi altri) che mi sia piaciuto completamente. probabilmente quello che mi è piaciuto di più in assoluto.