Semi-Pro
di Kent Alterman, 2008
"In the annals of history people are going to be talking about three things: the discovery of fire, invention of the submarine, and the Flint, Michigan Mega Bowl. "
Già ce ne fu il sentore nel piacevole Blades of glory, ma in Semi-Pro suona più come una conferma: il vero e proprio "canone" del film costruito intorno a Will Ferrell, cristallizzato nella forma e ormai quasi immutabile negli sviluppi, sia linguistici che narrativi, sta perdendo colpi. O almeno, ha il fiatone. Uno si può anche accontentare – se è in serata, se è di bocca buona. Ma Talladega nights era davvero su un altro pianeta – e la cosa si fa ancora più grave se si pensa a un ipotetico confronto con il coevo e bellissimo – e ferrelliano – Walk hard. E anche la critica in patria, stavolta, ha voltato le spalle.
Le ragioni del declino sono molteplici, e non imputabili unicamente a Ferrell e alla sua indefessa reiterazione del modello Ron Burgundy – perché in fondo è lui la cosa che funziona meglio, e pur mettendosi più in disparte del solito sa infilare qua e là ancora perle d’assurdo come "If you see an opposum, kill it, it’s not a pet". Prima di tutto, l’assenza di una spalla degna di questo nome: André Benjamin degli Outkast fa del suo meglio, ma Woody Harrelson è davvero fuori posto, e sono lontani per lui i tempi di Kingpin. Ma non solo: non aiuta la regia spaesata di Kent Alterman, executive prestato alla regia che non sa star dietro alla furia di Ferrell, e lo sceneggiatore Scot Armstrong (con un curriculum poco glorioso alle spalle) si limita ad addizionare gli elementi preesistenti, giocando molto su riferimenti alla cultura della pallacanestro americana (non certo diffusissimi nel nostro paese) e perdendosi persino l’occasione di giocare con gli anacronismi del period movie che arricchivano un film come Anchorman.
Come al solito, Semi-Pro gareggia per le gag più tirate per le lunghe di sempre: quella della pistola scarica, per esempio, o quella dell’orso – lo stesso orso che un mesetto fa ha ammazzato un addestratore a morsi, e che sta aspettando ancora il verdetto che pende sulla sua testa. E come al solito, sono queste irrispettose lungaggini a strappare le risate migliori. In ogni caso, davvero pochine.
Non c’è ancora una data d’uscita italiana, ma seguendo l’onda di Blades of glory (uscito a fine Luglio 2007), il film potrebbe finire nell’infame calderone dei ripescaggi estivi. Ma è solo un’ipotesi.
Analisi lucidissima come sempre…
Essendomi già fatto fregare da Iron Man e conoscendo Ferrell son rimasto fino alla fine dei titoli di coda….
una frasetta smozzicata sull’orso …. niente boopers o outakes…
Eazye
é molto bello