The Signal, David Bruckner Dan Bush Jacob Gentry 2007

The signal
di David Bruckner, Dan Bush e Jacob Gentry, 2007

Non son poche le volte in cui il relativismo di giudizio fa brutti scherzi: ma altrettante quelle in cui può esser d’aiuto. Per esempio, usare due pesi e due misure con un film girato in meno di due settimane con l’equivalente di 30 mila euro può aiutare a mettere in secondo piano le sue imprecisioni e le sue ingenuità, e ad apprezzare quel che si è riusciti a fare. Che non è poco. The signal è infatti il tipico caso, sempre più comune fino a rasentare l’abitudine, di un film "piccolo" spuntato fuori in un festival (indovinate quale), acquistato (qui da Magnolia) e divenuto un piccolo caso – soprattutto tra gli appassionati del cinema di genere.

Ora, il motivo del fascino immediato di The signal è l’idea intelligente, e non priva di un notevole "senso dei tempi", su cui è costruito: ovvero, un horror abbastanza tradizionale (i riferimenti possibili sono infiniti, dagli Ultracorpi a Poltergeist, da Romero a Carpenter, a Stephen King) ma tripartito secondo la tendenza contemporanea a "sporcare" il genere con suggesioni provenienti da altri generi. E così, nonostante il film racconti una storia sola, seppure con andirivieni temporali dovuti a spostamenti di prospettiva e punto di vista, abbiamo tre capitoli (ben separati, con tanto di "cartelli"): una prima parte che è una struggente storia d’amore, una conclusione dedita a un thrilling più definito, e in mezzo ad esse – non poteva mancare – un capitolo spiccatamente horcom* che dovrebbe spezzare la tensione tra la testa e la coda del film.

Il problema maggior del film è proprio questo "spezzamento": perché paradossalmente, nonostante la parte centrale qualche risata la strappi, ai tre registi semi-esordienti (che immagino si siano divisi i compiti in modo certosino: sarebbe curioso sapere chi ha girato cosa) piuttosto che questo divertissement dai toni altalenanti riesce assai meglio meglio la visione di un’improvvisa follia collettiva, causata da un misterioso segnale che invade le case e le strade, e a cui lo statuto di instant cult – aiutato dalla sottesa e coinvolgente storia d’amore e di sopravvivenzam, dal claim di sicuro impatto "Do you have the crazy?", e a un bel cast di facce da b-movie tra cui spiccano i protagonisti Justin Welborn e Anessa Ramsey – calza alla perfezione. Pure troppo: ma non è certo solo fuffa, questa . Di talento ce n’è, eccome. Di sicuro ci si diverte, ecco.

La prossima volta che andate ad abitare in una città che si chiama Terminus, poi non venite a dirmi che non ve la siete cercata.

Nei cinema (pare) dal 4 Luglio 2008

Il film è stato presentato al Sundance 2007 ma è uscito negli States solo nel Febbraio di quest’anno: ci ha messo tanto perché la canzone nel CD che Ben fa a Mya, e che caratterizza tutta la prima parte, era Perfect Day di Lou Reed, di cui i tre furbacchioni non avevano acquistato i diritti. Adesso infatti c’è una canzone che non ho riconosciuto.

*il termine "horcom" è stato forgiato da Corrado qui: non vedevo l’ora di usarlo.

2 Thoughts on “The Signal, David Bruckner Dan Bush Jacob Gentry 2007

  1. PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR

    imho.

  2. oh, non sapevo cosa fosse ed ero indeciso se scar… scartare la confezione del dvd. ora penso che lo farò.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

You can add images to your comment by clicking here.

Post Navigation