L’anno in cui i miei genitori andarono in vacanza (O Ano em que Meus Pais Saíram de Férias)
di Cao Hamburger, 2006
A un anno e mezzo dall’uscita in patria, e dopo aver fatto incetta di premi in tutto il sudamerica e non solo, O ano em que meus pais è arrivato finalmente anche dalle nostre parti: diretto da un regista quarantaduenne di origini italo-tedesche, il film è un piccolo e intimo racconto di formazione su un dodicenne che viene lasciato dai genitori, dissidenti del regime militare, alle cure del nonno, non sapendo della morte improvvisa di quest’ultimo, durante l’estate in cui il Brasile di Pelé e Jairzinho si portò a casa la terza Coppa del Mondo di Calcio battendo l’Italia di Valcareggi.
O ano em que meus pais è un film gradevole, costruito con grande cura e scritto con la giusta dose di delicatezza e con equilibrio. Ma la grande fortuna di Cao Hamburger è soprattutto quella di aver lavorato con i bambini e per i bambini, con un programma chiamato Castelo Rá-Tim-Bum: perché la forza di questo suo film sta proprio nella capacità di abbracciare il punto di vista di un preadolescente – che è spesso più conscio di ciò che gli accade intorno di quanto gli adulti non vogliano ammettere, ma che allo stesso tempo è caratterizzato da un continuo cambio di prospettiva sulle cose, e dalla difficoltà di focalizzare con precisione la realtà.
Lo sguardo di un dodicenne sulla Storia, soprattutto su eventi che cambieranno il corso della vita sua e altrui, è sempre un misto di consapevolezza e confusione, di bisogno di consuetudine e paure inconsce, e queste sensazioni spesso dimenticate Hambuger sembra conoscerle – o forse ricordarle – alla perfezione. E per qualche istante, o meglio, per buona parte del film, le fa ricordare anche a noi.
“Lo sguardo di un dodicenne sulla Storia” ai miei occhi sembra, come dire, il Male Supremo.
Però ricordo di aver visto il trailer al cinema e di essermi incuriosita, quindi se resiste in sala la prossima settimana ci vado, forse.
Ecco.
kekkoz, quando ti vedremo a cinematografo?
devo vederlo, manda un sentore assai truffautiano.
Sì, sì… ma stai a cazzeggià per non parlare di Merdiana Jones…
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Non l’ho visto, Merdiana. Giuro. Chiedilo ai miei avvocazzi.
Però qualcuno trovi un nome d’arte al regista, non riesco a stare serio se leggo “la grande fortuna di Cao Hamburger è soprattutto quella di aver lavorato con i bambini”
Merdiana? Ma no!!!
Cmq kekkoz ce lo voglio anche io a cinematografo va!!!
Non ditelo nemmeno per scherzo.
ma non c’è in connection?
E non è l’unico a mancare. Io non ho tempo/voglia di metterlo, se qualcuno lo fa ci sbatto il mio voto.
fantastico, credo di dovermi trapanare via dalla testa la sigletta di castelo ra tim bum.