The burning plain, di Guillermo Arriaga
Venezia 65, Concorso
Dopo il litigio con l’amico Alejandro González Iñárritu (colpevole ai suoi occhi di aver tratto l’orrido Babel da un suo script, o almeno questa è la versione dei fatti che mi piace immaginare), Arriaga non smentisce affatto il suo stile (e il suo grande talento di sceneggiatore: ve lo ricordate Le tre sepolture?) ed esordisce proprio con un film à la Arriaga: storie e personaggi all’apparenza scollegati che si svelano essere legati. Lo sceneggiatore utilizza ancora il procedimento per cui l’inghippo si spiega prima da sé e solo successivamente viene esplicitato dalla sceneggiatura (al 50° minuto). Ma più dei procedimenti strutturali, abbastanza risaputi e oliati, colpisce il film: Arriaga ha estirpato dal cinema del suo ex sodale tutto ciò che di quest’ultimo molti (tra cui il sottoscritto) trovavano stucchevole e irritante, gli eccessi di pathos e, quoto di seconda mano, "gli intellettualismi del cazzo" – e ne è rimasto un film moderatissimo, corretto, appassionante e a tratti commovente, ne è rimasto insomma un film di Guillermo Arriaga. Senza strapparsi i capelli: ma si era entrati in sala senza alcuna aspettativa, e se n’è usciti più che soddisfatti. Quindi, davvero una bella sorpresa. Ottimo il cast: la Theron è misurata e intensa, ma la ex modella Jennifer Lawrence, diciottenne da una manciata di giorni, è di una bellezza e soprattutto di una fotogenia frastornanti – ed è pure brava.
sai che potrei lanciarmi in una contro-filippica e polemiche varie inutili soprattutto sulla frase fra virgolette e quant’altro ma non lo farò. no!
bravo arriaga (come sempre)
Sul Guardian ho intravisto un commento titolato pressapoco “Arriaga si vede non è Iñárritu”. C’era, stranamente, un tono di dispiacere.
Visto ieri sera a Milano (nelle visioni post-Venezia) e ho apprezzato molto; direi che il filo conduttore sono i “due” personaggi femminili che nella loro asciuttezza disperata danno il ritmo e il senso al film. Ottima prova quindi sia per la Theron e per la giovane Jennifer Lawrence.
Questo film mi da la conferma che il problema è Inarritu. Perché a me è piaciuto davvero molto. E m’era garbato tanto anche Le tre sepolture.
Un altro dramma a storie intrecciate… come mi ispira!
E lei è semplicemente stupenda!
il film mi è parso banale, senza spessore. ottime le tre protagoniste. bellissima e suggestiva la bambina nell’ultima inquadratura. film troppo elaborato e poco commovente, a dispetto della trama ridondante. Quasi un feuilleton