Pescuit sportiv (Hooked), di Adrian Sitaru
Venezia 65, Giornate degli autori
La sezione collaterale delle Giornate, che normalmente riserva qualche sopresa e a cui sono legato per esperienze lavorative di qualche anno fa, è stata perlopiù tralasciata quest’anno – ma non mi sarei mai potuto tirare indietro di fronte a un film rumeno. E ho fatto bene: Hooked è uno di quei pochi film basati su una trovata linguistica (è girato tutto in soggettiva, dal punto di vista dei tre/quattro personaggi) che non esauriscono il loro potenziale nell’applicazione di quell’idea. Anzi: prima di tutto, la cosa smette di apparire forzata dopo pochi minuti, anzi risulta quasi naturale, dimostrando in qualche modo che le convenzioni filmiche, con un po’ di lavoro, si possono superare senza troppi ostacoli. E poi, grazie alla bravura dei tre attori, il film dallo sviluppo quasi polanskiano – ma con un’ironia sardonica ininterrotta – è anche una riflessione molto divertente, non banale (e scritto davvero da dio) sui rapporti di potere all’interno della coppia.