The wrestler, di Darren Aronofsky
Venezia 65, Concorso
Non avrei mai pensato di poterlo dire, alla vigilia della Mostra e anche della proiezione, ma tant’è: il film di Aronofsky, regista spesso e volentieri maltrattato da queste parti soprattutto a causa dell’orripilante The fountain ma anche per il modestissimo – e altrove spaventosamente sopravvalutato Requiem for a dream – è uno dei film più belli del concorso di quest’anno. Un film lucido e robusto, che segue la tradizione del cinema americano attraverso echi eastwoodiani, e che parla dell’impossibilità di combattere la propria natura attraverso una grande storia di caduta improvvisa e frustrante riscatto, di ineluttabile e malinconico avvicinamento alla morte che mette i brividi. E sul cinema classico, se così si può ancora dire, Aronofsky inserisce suggestioni soprattutto visive sulla mutazione della carne che trovano un’inattesa armonia con lo stile mostrato in questa occasione dal regista – un inaspettato realismo, con la camera a spalla che segue la nuca protagonista per una buona metà del film, e una linearità narrativa che trova un’eccezione quasi solo nell’eccezionale sequenza del combattimento con la sparachiodi. Ma ovviamente il valore aggiunto del film, quello vero, è Mickey Rourke: a quasi 52 anni, l’attore, imbolsito e rallentato, fornisce una di quelle prove d’attore che si vedono al massimo una o due volte a stagione – senza contare l’inquietante identità tra attore e personaggio, quella di Rourke è una performance rara e impressionante, che aggiunge profondità a un film già di per sé bello, intenso, commovente.
Oh, che bello, mi sento quasi commosso– Lo attendo con ansia. E “The Fountain” è un gioiellino, comunque.
sono commosso anch’io porca puzzola, ma me l’aspettavo! ma certo non scritto qui
Un gioiellino fatto di STERCO, sì
mah. Requiem For Dream è un buon film sul calvario della dipendenza da sostanze ed i rapporti umani che vi si trovano invischiati con una straordinaria prova di attrice da parte della madre tossica (Ellenn Burstyn, davvero da antologia).
Il tuo giudizio è parecchio tranchant e pressapochista, come ti capita a volte (fretta?)
…altrove sopravvalutato..intendi “altrove dove di cinema se ne capisce di più” ?
Certo, se fosse rumeno e semisconosciuto sarebbe più facile!
Comunque stupirsi per il fatto che questo film sia bello e rourke bravo…mah!
non vedo proprio l’ora…
Adele Belepere
Non mi aspettavo diversamente. Prevedo per Rourke una delle migliori interpretazioni di questa nascente stagione cinematografica. Per me è già un personaggione il suo. Comunque a me Requiem for a dream, ma soprattutto Pi greco, sono piaciuti moltissimo. The fountain me lo sono perso…
Eh ma nei commenti è pieno di gente rancorosa che ancora te la mena per requiem for a dream. Invece di rallegrarsi perchè ci dici che sto film è bello. Kekkoz, non ci accontenti proprio mai
ohdaesu ah ecco.
Leone d’oro!!!!
colas
E ora Oscar a Rourke.
martedì lo danno a roma, chi c’è a vederlo?
GRAZIE DARREN
non ha molto senso sta regola dell’attore/film ma tant’è.
Chissa’ com’e’ ma tutte le volte che leggo una cosa del tipo: “tutti i film precedenti dell’autore A facevano cacare nonostante la mostruosa sottovalutazione degli ipovedenti, questo invece e’ inaspettatamente una ficata pazzesca” ho sempre sospetto che l’ipovedente improvvisamente miracolato sia lo stesore ^^
Beh considerare Requiem for a Dream sopravvalutato mi sembra eccessivo, anche perchè non mi sembra sia mai stato acclamato dalle folle, anzi.
Fra
Si vede che non hai mai avuto a che fare con un fan di RFAD. ^^
io li adoro, gli ultrà di Requiem for a Dream. Esattamente come i fan di von Trier non prendono neanche lontanamente in considerazione l’idea che il loro pupillo venga messo in discussione. strabuzzanbìo gli occhi e ti bollano come incompetente. Ah, li adoro. peccato siano sempre meno…
lonchaney
li adori più o meno dei lynchiani?
Simo
(ne lynchiano, almeno NON inlandiano, né requiemista)
>Esattamente come i fan di von Trier non prendono neanche lontanamente in considerazione l’idea che il loro pupillo venga messo in discussione. strabuzzanbìo gli occhi e ti bollano come incompetente.
E hanno tutte le santissime ragioni per agire in cotesta maniera, diobono.
come volevasi dimostrare…
lonchaney
P.S: stabuzzambiò è un gran neologismo involontario. mi autoapplaudo.
E’ curioso notare che si arriva sempre lì … al totale transfert tra il personaggio e l’attore.
Un film decisamente psicanalitico.
Rob.
Kekkoz leggo solo ora questo tuo e come al solito devo dire che è impressionante l’accordo che ho con i tuoi giudizi. Parlo sopratutto di “Requiem for a dream”. Non mi impressiona tanto il fatto che mi trovo d’accordo sulle cose che ci piacciono, quanto sulle critiche eccellenti, In to the Wild su tutte. thx
ciao complimenti per aver recensito davvero bene quello che resta il mio film preferito degli ultimi 10 anni. Mi ha colpito soprattutto la tua analisi attenta della regia di Aronofski, mentre molti altri redattori (me compreso, devo dire!) si sono dilungati più che altro sulla performance del MITO MICKEY ROURKE. Bravo! – Preciso che leggo questa tua rece con un ritardo mostruoso, mi ci sono imbattuto per caso compilando una biografia ed effettuando controlli di date su VENEZIA 65. Se ti interessa leggere la mia rece su THE WRESTLER, pubblicata su NOCTURNO CINEMA, te ne posso inviare una copia via mail. Grazie e bravo ancora! Ciao
Daniele
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