Speed Racer, Andy and Larry Wachowski, 2008

Speed Racer
di Andy and Larry Wachowski, 2008

Se c’è una cosa che hanno dimostrato i fratelli Wachowski, alla loro prima – attesa e difficile – prova dopo la trilogia di Matrix, è che non hanno molte paure. Non temono la polvere del pop, il turbine del kitsch, l’abuso del camp. Il fatto che il loro Speed Racer sia costruito intorno a una struttura così risaputa – romanzo di formazione di un’eroe che guidato dall’emulazione di una figura familiare deve trovare un posto nel mondo al proprio talento innato – dice ben poco sulla bellezza folgorante del film. Così come non sorprende che il film stesso, caramelloso e iperattivo, segnato da maliconie retrò e allo stesso tempo da ambizioni innovative (quindi spiccatamente postmoderno, si sarebbe detto un tempo) non abbia convinto né da una parte, né dall’altra.

Ma con tutte le sue ingenuità, i piattissimi campo/controcampo che si alternano con regolarità alle più sottolineate – moltissime, pazzesche – sequenze sportive, e posto che il tutto va affrontato con uno spirito tale da sopportare per più due ore la tremenda scimmietta Chim Chim (messa lì per accontentare un pubblico di giovanissimi, uno dei tantissimi compromessi del film) e un insopportabile ragazzino che sembra il mini-me di Enzo Salvi, Speed Racer è davvero uno spettacolo incredibile. Soprattutto le sequenze "di azione", certo – ma lo dice il titolo stesso (e il nome del suo protagonista) Speed Racer è poco altro che un cantico della velocità e del colore. Hai detto niente. E in ogni caso si tratta di sequenze che implementano in modo talmente maturo la cultura videoludica, quella del manga e quella del cartoon, da impallare ogni critica sull’onda dell’entusiasmo espressivo che fuoriesce dall’ipercinesi del film. E a patto di poterselo gustare su uno schermo di dimensioni decorose, Speed Racer è anche un graditissimo recupero del piacere del "cinema immersivo", discorso che circolava e impazzava tempo fa e il cui interesse con gli ultimi anni si era un po’ affievolito.

Christina Ricci, capelli a caschetto e tute pastello, Trixie fedele e virginale, è illuminante quanto il raggio che colpisce Joliet Jake Blues durante il sermone del reverendo Cleophus James. Ho visto la luce. E ho detto tutto.

31 Thoughts on “Speed Racer, Andy and Larry Wachowski, 2008

  1. Aspettavo il tuo parere su Speed Racer da quando, dopo averlo visto in sala (ne sono rimasto visivamente folgorato) ho scoperto che tutti ne parlavano, stupidamente, malissimo.

    E come spesso succede il tuo parere non mi ha deluso!

    d.

  2. ho recuperato (ahimé in ritardo) speed racer solo sullo schermo di 7 pollici e rotti dello schienale del volo newark – londra; perfino con le dovute limitazioni e il colore sparatissimo dello schermo, sono rimasto folgorato: è sicuramente un film con un contesto, che prescinde dal manga e specialmente dall’anime da cui è stato tratto (e più decisamente dall’adattamento americano). io ci vedo dentro un’opera d’amore e di rispetto per l’originale (e, più importante, per lo spirito dell’original) che difficilmente ho visto in altri film tratti da libri/comics/anime.

  3. IO non ne parlavo malissimo!!

    Secondo me questo è il film sottovalutato dell’anno (dalla critica “ufficiale” vabè, ma anche da molti internettari -o meglio, dai pochi internettari che l’hanno visto). E invece, bello.

  4. concordo con ohdaesu, gran cinema caramelloso in salsa Cars

  5. utente anonimo on 24 settembre 2008 at 14:53 said:

    A costo o a patto?

    é-è

  6. Sì, a patto, ero di freppa.

  7. Mi spiace non essere riuscito a vederlo al cinema IMAX (p.es. c’era a maggio a San Francisco), poteva essere un’esperienza. :-)

  8. Da amante e sostenitore del modo di fare cinema di Mamet, non posso condividere l’entusiasmo per questa pellicola.

    “I giorni della sceneggiatura volgono al termine. Al suo posto troviamo una premessa alla quale appiccicare le varie gag. Questi eventi che una volta non erano che ornamenti della storia vera e propria, sono oramai quasi l’unica ragion d’essere del film” (D. Mamet).

    Dalle parole di Kekkoz, questo film a me pare il corrispettivo maschile del film “femminile” (inteso nel senso negativo del termine), per cui se si esprimono riserve sul secondo non possiamo tacere sul primo solo perchè siamo maschi e giovani e testosteronici (non parlo per me naturalmente, che al massimo sono maschio). :)

    Il cinema non è azione (per citare un noto blogger muscolare) ma semmai razione, una bella fetta di torta, avendo presente però che alla base ci deve essere una ricetta (lo script) non un miscuglio di ingredienti individualmente potabili ma senza alcun legame tra di loro,se non la ciotola in cui sono gettati uno sull’altro.

    La ricetta ci deve essere e andrebbe seguita scrupolosamente.

    La pasticceria, come il cinema, è una scienza esatta.

  9. Non ho capito se il film l’hai visto, però. Perché se non l’hai visto, stai solo recensendo l’idea che ne ho trasmesso io. Con tutto il rispetto, non è che abbia molto senso.

    (invece, su tutto fatto che sia un film “maschile” o testosteronico: ecco, proprio no.)

  10. “invece, su tutto fatto che sia un film “maschile” o testosteronico: ecco, proprio no”

    confermo.

    Non posso che essere in completo disaccordo con Mamet, chiunque egli sia. Anzi la mia idea di Cinema ne è l’opposto. La sceneggiatura è la sceneggiatura, non è il cinema.

    “avendo presente però che alla base ci deve essere una ricetta (lo script)”

    chi l’ha detto?

    allora il cinema di Lynch cos’è?

    meccanismo razionale e razio.nale?

    e richard kelly?

    “La pasticceria, come il cinema, è una scienza esatta.”

    no.

  11. proprio non capisco, allora perchè non leggere le sceneggiature e sbattersene del resto? allora perchè ci sono film che fan cacare con sceneggiature ottime? allora perchè?

    io non capisco e non c’entra nè il cinema muscolare nè quello ormonale, non capisco l’asservizio totale allo script, non l’ho mai capito forse perchè vivo l’esperienza cinema il più possibile irrazionalmente-inconsciamente.

  12. qualcuno quando ha tempo me lo potrebbe spiegare, perchè alla fine il Cinema si “riduce” tutto a questo snodo e con esso chi lo vive e ne scrive.

  13. Sì però con calma dai. :-)

  14. io sono calmissimo.

    i commenti servono a confrontarsi.

    o solo a dire “bello” o “primo!”?

  15. lo snodo esatto fra libertàcinematica e scriptdipendenza. e scusate l’invadenza.

  16. Uno commenta come vuole e quanto vuole, ma se permetti a casa mia mi permetto di scherzare un pochino, e sottolineo scherzare, quando qualcuno ci mette tre commenti di fila per esprimere un semplice e giustificabile dissenso (per intenderci, lo stesso che io ho espresso, in un singolo commento).

    La libertà di scrivere quello che si vuole e quanto si vuole nei commenti di questo blog è una cosa che do per scontata, e di cui vado fiero, se permetti – ma allo stesso modo do per scontata la mia libertà di prendervi un po’ per il culo quando vi prendete così a male per queste robe. Ecco. ^^

  17. > Non posso che essere in completo disaccordo con Mamet, chiunque egli sia.

    uno sceneggiatore, per lo più.

    ^ ___^

  18. no, il film non lo ho visto e quindi il mio intervento non ha molto senso è verissimo.

    Non ho reso palese che il mio voleva essere un pregiudizio un po’ sciocco.

    Chiedo venia.

    quella che non è peregrina, invece, è l’idea di cinema che ha David Mamet, uno che paga l’affitto scrivendo per il cinema (e a volte dirigendo film) e che la ha espressa, da ultimo, nel suo libro Bambi contro Godzilla.

    Una idea, magari oggi vecchia e superata (visto quanto incassa Mamet si direbbe di sì) ma che mi trova piuttosto d’accordo.

    Le sceneggiature non ha senso leggerle perchè la loro funzione è diretta alla traduzione per immagini, come Mamet spiega meglio di me.

    Mamet detesta le sceneggiature “narrative”.

    Quello è il cinema che mi piace vedere, come chi ha la pazienza di leggermi sa e non voglio occupare qui spazi che non mi spettano.

    Quello che non volevo era scatenare un putiferio.

  19. “Perché se non l’hai visto, stai solo recensendo l’idea che ne ho trasmesso io. Con tutto il rispetto, non è che abbia molto senso.” kekkoz

    e per il resto, scusatemi.

  20. utente anonimo on 25 settembre 2008 at 07:20 said:

    Sì ok, bellissimo film e tutto il resto, film divertentissimo e siamo tutti d’accordo, però non concordo sulla critica al bambino scemo ed alla scimmietta. Mi sembra la critica di uno che dice su un profiterol, o su una sacher: c’è troppo cioccolato! C’è troppa panna! Bellissimo film che va preso per quello che è, altrimenti non vale, e no, il bambino e la scimmia non erano “cose per bambini”, ma semplicemente la panna e il cioccolato in eccesso per chi apprezza certi tipi di dolce che più sono dolci meglio è. So che la mia critica non ha molto senso, ma del resto non sono esperto di cinema come voi quindi non mi crocifiggete. Comunque il film mi è piaciuto molto mi pare si sia capito :)

    domenico

  21. non avevo dubbi ohdaesu, non avevo dubbi

  22. “mini-me di Enzo Salvi”

    Questa te la ruberò ogni volta che parlerò di “Speed Racer”, ahahahahah!!

    Comunque daccordo su tutta la linea, mi era piaciuto!

  23. Ma dove sono finiti i detrattori di Speed Racer? Duh!

  24. Ecco uno dei “detrattori”.

    “A questo pugno di ingredienti WB se ne potrebbero aggiungere altri, ma per non esagerare con l’oziosità conviene passare ad altro, alla questione estetica ovviamente. Pesantezza è la parola chiave: la trasfigurazione iconografica stenta a macinare il tutto, frammenti di visibile restano inchiodati alla materialità primaria. Sfilano inquadrature con lo sfondo raggiante ma ancorate alla staticità dei primi piani umani: corpi bloccanti. All’incalzare delle lamiere, la materia si impone nella sua concretezza, zavorrando (ma sarebbe più appropriato dire atterrando) la sfrecciante cinetica del film. L’alchimia è malriuscita, plasticità e concretezza non si fondono in vettore espressivo, al contrario dilaniano l’unità estetica del film in tronconi disgiunti: da una parte le macchine, dall’altra gli esseri umani. In mezzo una bolsa storia familista allattata dalle mammelle hollywoodiane. Emile Hirsch, Christina Ricci, John Goodman, Susan Sarandon, Matthew Fox, Hiroyuki Sanada, la popstar coreana Rain e Melvil Poupaud: miscasting su tutta la linea (Alessandro Baratti, Gli spietati).

  25. chiedo scusa.

    esco dalla diatriba dai riferimenti culturali alti, dato che non ne so niente.

    il film però l’ho visto: volevo correre via dalla sala, ma gli amici con cui ero si sentivano troppo in imbarazzo.

    dunque, capisco il piacere immersivo dell’appagamento sensoriale un po’ fine a se stesso (e ve lo dice uno che è appena stato a Parigi per la tappa del Tour Appiccicoso e Dolce), ma il film è così insopportabile per me da guardare che non posso neanche lasciarmi andare all’effimero oblio del colore molto saturo.

    anche se immaginassi un’ideale directors’ cut senza l’odiosa scimmia e l’inutile marmocchio, rimarrebbero inteminabili minuti di sequenze (certo mozzafiato) che non fanno altro che ripetere e ripetere e ripetere ancora quelllo che hanno dimostrato nei primi 10 min:cipiaccionounsaccoglieffettispecialialcomputer,colore,videogioco,manga,slowmotion,era m,eramegliosefacevanosoloilprimodimatrix

    ;)

    chiaro, è il mio personalissimo punto di vista…quello di uno che nelle macchine non trova proprio fascino…dunque…

    saluti

    filippo

  26. Considerando la chiusa del post manca anche lo stuolo di commenti del genere “I’d hit it so hard that … “.

    Cioè, dal commento 2 in poi dovrebbe essere tutto un “bombabilissima”, ma non è la stessa cosa.

  27. Anche io mi sono tra quelli a cui il film gli è garbato. Appena ho un po’ di tempo scrivo un po’ di cartelle su “I fratelli Wachowski” autori.

    Ciaoo Rob

  28. I’d hit it so hard that you will have to call the Future Peter Petrelli to fix it.

  29. I’d hit it like the fin of an angry cod.

  30. utente anonimo on 28 settembre 2008 at 21:32 said:

    il film è come una lunga partita a un videogame “ignorante” che ci piace molto. intrattenimento.

    l’ultima volta che pensai una cosa del genere fu per crank.

    a volte bisognerebbe davvero farsi poche seghe mentali sui film. e ve lo dice uno che se ne fa abbastanza solitamente. ma il “cinema” è bello perchè è vario.

    Vespertime

Rispondi a utente anonimo Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

You can add images to your comment by clicking here.

Post Navigation