Il matrimonio di Lorna (Le silence de Lorna)
di Jean-Pierre & Luc Dardenne, 2008
Euro. La prima inquadratura di Le silence de Lorna mostra la protagonista mentre conta dei soldi. E’ di fronte a un ufficio bancario. Parla con il commesso di un prestito che potrà fare, perché sta per diventare belga. La ragazza ha un accento straniero, dell’Est Europa – giustamente conservato nell’edizione italiana. Questo è solo un esempio, e uno dei pochi affrontabili con tale distacco, della maestria dei Dardenne. Roba da manuale, si potrebbe dire: eppure in pochi secondi non veniamo soltanto inseriti in un contesto (sappiamo che la protagonista è straniera, che è si sposata per il visto, che ci troviamo in Belgio, che c’è in gioco una somma di denaro), ma ci troviamo immediatamente di fronte a una figura che sarà il nucleo semantico di tutto il film: il denaro – e più precisamente l’Euro. Nonostante gli individui siano sempre al centro della loro riflessione, mai come in questo caso infatti il cinema dei Dardenne è inserito in un contesto sociale più ampio ed espanso, che si concentra non solo i rapporti tra i personaggi e tra i personaggi e l’ambiente, ma anche tra gli ambienti stessi, regalando un’immagine dei "confini umani", e – appunto – della loro mercificazione, che mette i brividi.
Il secondo colpo da maestri dei due registi è lo scarto ellittico che accade a metà film. Un vero e proprio singhiozzo narrativo, che fa il rumore straniante e surreale di un vinile che salta per un colpo di tosse (o un colpo al cuore), e da cui si dipana una seconda parte che, discendendo nell’inferno personale di Lorna, non lascia più alcuno scampo – ai suoi personaggi e allo spettatore. E al di là dell’effettiva e impressionante precisione con cui è concepito e realizzato questo film, crudele e spietato come in passato (forse di più) e a tratti persino più rigoroso, è impossibile prescindere dall’impatto emotivo che suscita la performance della ventinovenne Arta Dobroshi. Un’attrice semi-esordiente che riesce con la sua interpretazione (e con il suo ruolo: va detto, a onore di una sceneggiatura impeccabile come un dramma sociale e implacabile come un noir) a fornire un totale ribaltamento dei meccanismi empatici che sono in gioco generalmente con film simili – prima nella dimostrazione di un’amore improvviso e letteralmente impellente che travolge l’impossibilità della felicità che si leggeva nel suo sguardo in tutta la prima metà del film, sia nella sua graduale e tragica perdita di consapevolezza.
Giustamente conservato? Sarà che il mio francese ha perso smalto con gli anni, ma non mi pareva che Lorna avesse un accento dell’est molto marcato nella versione originale..
Film meraviglioso.
Come hai detto, rigorosissimo e allo stesso tempo emozionantissimo.
La scena dell’amore l’ho trovata davvero magistrale, e tutta la seconda parte mi ha fatto più volte stringere il cuore.
[MissVengeance, l'albanese è una lingua assai particolare; semplificando anche molto, sembra per metà vicino allo slavo-balcanico e per metà alle lingue neolatine. Forse da qua è sorta la tua impressione. Comunque trovo anche io che stavolta il doppiaggio è stato buono, se Kekkoz intendeva questo.]
Io non sarei così clemente, certe volte Lorna sembrava una demente quando parlava…
Secondo me il doppiaggio faceva schifo come sempre fa in film come questi in cui la presa diretta è essenziale (senza contare il fatto che Lorna è doppiata da Valentina Carnelutti, che quindi “fa” l’accento albanese, dai, brr).
Ho voluto solo dire che le scelte dell’edizione e dell’adattamento – per esempio voler mantenere il contrasto tra le due (e poi tre) lingue, essenziale per l’economia del film, e anche mantenere (vivaddio!) le parti recitate in albanese – sono state corrette, o comunque più corrette della media.
Pardon, avevo capito male.
Semmai sono io che mi esprimo a grugniti.
Sono io che ho letto male o nell’ultimo periodo c’è qualcosa che non torna (“prima…sia…”)? Secondo me, e forse qui sta davvero la radicalità del film, Lorna non perde consapevolezza ma l’acquista, una consapevolezza altra, di sicuro, che non potendo venire a patti col mondo si traduce in sublime follia.
ah guarda io al colpo di scena della chiavata anti-ricadutatossica ho pensato “uè un briciolo di speranza in un film dei dardenne che cazzo succede?” poi all’ellissi ho detto ah ecco si cazzo però ci son rimasto di merda belgi stronzi vaffanculo.
ho preso una pillola di lirismo tornando a casa.
Sono d’accordo col DiPassaggio
Anch’io sono d’accordo, ma si sa che amo semplificare e banalizzare.
Sono d’accordo sulla bravura dell’attrice che interpreta Lorna, molto brava considerando la poca esperienza. Per il resto il film non m’ha mai appassionato davvero a parte qualche slancio come nella scena già citata dell’accoppiamento che non ti aspetti (o forse si?), e altre sequenze prese quà e là nella seconda parte che non sto ad elencare. Parlo da profano, lo avete capito, ma tanta enfasi per questo lavoro è per me incomprensibile. Probabilmente avrei dovuto aspettarmelo conoscendo i dardenne ma qui e altrove ho letto commenti che ne tessono le lodi e mi sono fatto convincere. Opinione personalissima: vivendo a contatto con vari albanesi penso che il doppiaggio di Lorna sia buono e non contribuisca in modo negativo sulla mia valutazione del film, sebbene a tratti sembrava una di quelle ricostruzioni dei fatti messe in piedi da programmi tv tipo “chi l’ha visto?”.
Tecnicamente sarà ben realizzato, non lo metto in dubbio, e la sceneggiatura sarà anche impeccabile ma non poteva essere altrimenti (ridotta davvero all’osso)… credo che lo dimenticherò presto.
Ora lapidatemi. saluti
Che ne dite di tutta questa storia di porte chiuse a chiave? Piaciuto molto. Non a livello de la promesse ma davvero ottimo.
MissVengeance: l’accento nella versione originale è assai marcato io trovo (o almeno realista, voglio dire, non ho mai avuto l’impressione che Lorna fossa francofona), cosi come l’italiano del taxista è italiano.
In originale l’accento albanese dell’attrice era marcato anche perché l’attrice è albanese, e sapeva il francese da un mese.
gran bella recensione, come al solito oserei anche dire…
Chapeau
Eazye
stai perdendo colpi di brutto nello scrivere.
spk
Io non ho capito una cosa: perchè alla fine fanno parlare Lorna così tanto? La sceneggiatura è stata essenziale e perfetta per tutto il film e sappiamo già che Lorna vuole questo figlio da morire e sappiamo pure che ormai ha sbroccato. Ora, caricare di tutte quelle parole la scena finale che senso ha? A voi non è sembrato che si calcasse troppo sulla sua follia? Non era meglio farle pronunciare solo l’ultima frase?
Pleeeeze!! Spiegatemela voi, Messeri, questa cosa, se nò mi flaggello da sola e vado a vedere Lezione21!
A parte stà stronzatella secondo me è davvero un film grande così (lo so che non si vede ma immaginatevelo pleeeezzee).
Rispettosi omaggi e applausi a Kekkoz,
A.
secondo me doveva vincere Cannes.
benedetta