Agente Smart – Casino totale, Peter Segal 2008

Agente Smart – Casino totale (Get Smart)
di Peter Segal, 2008

Su quanto io sia imbestialito, da tempo, con la carriera cinematografica di Steve Carell, credo di averlo detto fin troppe volte. Posso dire che Get Smart, pur non lasciandomi particolarmente entusiasta, riesce almeno nell’impresa di riappacificarmi – parzialmente – con l’attore americano. Che calza perfettamente nei panni di Maxwell Smart, creatura di Mel Brooks e Buck Henry che negli anni ’60 aveva il volto di Don Adams.

Prima di tutto perché gli permettono di sfogare del tutto il suo stile personale, costruito sul contrasto tra l’impostazione vocale e corporea impettita e improvvisi slanci di ira barra entusiasmo, con un misto di imbarazzo e spavalderia che riesce saggiamente a non spingere sul primo, più facile, tasto – evitando quindi l’effetto-replica del suo Michael Scott di The office o, peggio ancora, la più facile delle "apologie dello sfigato". Cosa che Maxwell Smart non è, grazie al cielo: la medesima differenza, oserei dire, che esiste tra il Fantozzi di Neri Parenti e quello di Luciano Salce.

Tutto intorno a lui, un filmetto piacevole e molto divertente, che d’accordo, non va da nessuna parte e forse nemmeno parte per andarci, ma almeno non fa l’errore di farsi cannibalizzare dal suo protagonista, azzeccando le "spalle" Masi Oka e Nate Torrence e piazzandogli accanto una Anne Hathaway talmente perfetta da impedire a me stesso di sostenere il contrario. E oppone al reboot del cinema spionistico attuale, di cui sono epitomi il Casino Royale di Martin Campbell e soprattutto la sublime serie Chuck sulla NBC, una prospettiva retrò, o vecchiotta che dir si voglia, che investe sia i modelli narrativi sia i meccanismi della risata.

Un cinemino da scaffale del negozio di modernariato, e come tale, tanto polveroso quanto rassicurante.

8 Thoughts on “Agente Smart – Casino totale, Peter Segal 2008

  1. … sottoscrivo.

    Parlando di Carell, butto lì una causa persa…

    io rivaluterei Evan Almighty, prendendolo come un film per bambini o per tutta la famiglia… l’ho buttata lì… linciatemi pure…

    Eazye

  2. Ti lincio eccome, per carità.

  3. Eddai citami il Dwayne Johnson almeno… cmq Carell spero che la smetta di scegliere film scritti due spanne sotto le sue capacita’, altrimenti tempo 5 anni e finisce a fare quel tipo di film che hanno la locandina bianca col titolo in rosso… si’ insomma, quelle cose per famiglie con Eddie Murphy / Steve Martin… ewww :’-(

  4. utente anonimo on 22 ottobre 2008 at 21:01 said:

    eh eh come se non me l’aspettassi… ;)..

    eazye

  5. vedo che le parole”pertica senz’anima”relativamente ad anne hathaway sono ormai un lontano ricordo..è incredibile come le opinioni possano cambiare tanto repentinamente grazie a un film che ci colpisce e che ci aiuti a vedere tutto tutto sotto una diversa luce…me ne compiaccio caro kekkoz..

    -Alessia-

  6. è stato rachel getting married a compiere questo miracolo…..-io credo-

    -Alessia-

  7. Bah io due risate a denti stretti me le sono fatte, anche tre…

  8. utente anonimo on 30 ottobre 2008 at 08:38 said:

    Ho quasi perdonato Carell per Evan Almighty…quasi. Ma siamo sulla buona strada. E non dici niente dell’agente 23?

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