Vicky Cristina Barcelona, Woody Allen 2008

Vicky Cristina Barcelona
di Woody Allen, 2008

Un giorno della fine di Ottobre del duemilaotto, intorno alle 11 del mattino, Kekkoz cominciò a scrivere un post su Vicky Cristina Barcelona. Avendo deciso che era giunto il momento di prendere una posizione sul film, mentre fuori dalle finestre del suo ufficio il cielo tempestuoso si schiariva lasciando spazio a un malinconico azzurro autunnale, Kekkoz cominciò a scrivere la settima di quella che sarebbe divenuta presto una sequela di righe. Un carattere dietro l’altro, le sue dita correvano veloci sulla tastiera, e dopo nove righe, anzi alla fine della decima, si avvicinò per lui il momento della fine del primo paragrafo. Guardò il primo paragrafo che si concludeva, e lo trovò molto bello. Decise di fotografarlo.

Iniziò il secondo paragrafo con un tempo coniugato al passato remoto, e una terza persona singolare che, in realtà, non parlava di una persona esterna, ma non era che un gioco retorico per sfottere affettuosamente la scelta della voce fuori campo nell’ultimo film di Woody Allen, Vicky Cristina Barcelona, di cui il post non aveva ancora parlato affatto – nonostante si fosse già avvicinata la sesta riga del secondo paragrafo, ed essa fosse già scomparsa per far spazio a una settima che, anch’essa, sembrava proprio volersi eclissare a breve. Anzi, si era eclissata. Kekkoz rilesse il paragrafo e mezzo che aveva prodotto in quei pochi minuti. Ne apprezzò la correttezza sintattica, la vacua arguzia, ne corresse i refusi, lo fotografò. Sorseggiò la deliziosa acqua che la bellissima città di Milano, con il suo Duomo gotico e i molti negozi di moda, gli aveva offerto tramite una magica fonte tramite l’inserimento di una monetina, qualche minuto prima, e ruttò. Già che c’era, scattò qualche fotografia, a cazzo.

Dopo aver concluso il paragrafo centrale con una parolaccia, Kekkoz iniziò il terzo paragrafo, quello che generalmente tira i remi in barca e che conclude la faccenda, l’unico che generalmente la gente legge, ma si accorse che il paragrafo era già ormai iniziato da quasi quattro righe. Divertito dalla buffa contingenza, decise di farla finita, e stava concludere il suo post su Vicky Cristina Barcelona con il più classico e banale dei segni di interpunzione, quando effettivamente lo fece.

(ovviamente questo post è uno scherzo, ma non ho resistito) (il film in realtà non mi è dispiaciuto affatto: per chi lo volesse, un giudizio sommario è nei commenti)

40 Thoughts on “Vicky Cristina Barcelona, Woody Allen 2008

  1. Scherzi a parte, il film di Allen non è così brutto come l’ho visto dipinto altrove. Anzi. Vero, la scelta della voce fuori campo su cui ho incentrato le mie facezie è assolutamente inspiegabile, e ha effetti nefasti e devastanti su praticamente qualunque aspetto del film. Ma al di là di quel leggero fastidio che accompagna il film per colpa di ciò, grazie al cielo, c’è molto altro: la freschezza della narrazione, la bellezza folgorante della fotografia, Rebecca Hall santo cielo, la levità e la lucidità davvero incredibile con cui Allen riesce ad affrontare questioni amorose e passionali, regalandoci una quantità quasi imbarazzante di verità su cose piuttosto profonde come i rapporti di coppia. Un film circolare: sembra non andare da nessuna parte, e invece va dappertutto, solo che poi torna indietro.

  2. Bel post, davvero. Due critiche costruttive:

    1) era davvero necessario mettere tra parentesi che di scherzo trattavasi? Tu fai l’arguto e tratti me, il tuo lettore, come un minus habens privo di sense of humor a cui bisogna fare l’occhietto quando si fa una battuta perché sennò non capisce che c’è da ridere?

    2) Il post si doveva concludere con “Brividi.” (ovviamente questa seconda critica è uno scherzo, ma non ho resistito).

  3. La nota in fondo era per quelli che magari volevano solo sapere se il film era bello o brutto, ché nei commenti – che non tutti leggono – lo dico.

    Tutto qui, mano al culo che non sei altro. :-D

  4. Ma infatti la seconda parentesi ci stava, è la prima che io non avrei messo ^^

    f.to Il lettore

  5. Se ti fa contento la tolgo, tanto questo si sa che è un blog malleabile.

  6. lacrime. brividi. sperma.

  7. utente anonimo on 30 ottobre 2008 at 13:45 said:

    questo post è stato scritto dopo che kekkoz ha riguardato la puntata di family guy in cui Peter racconta in diretta ciò che sta facendo al momento.

    a me nn mi freghi, ti conosco troppo bene.

    chi legge diventa lettore e si assume le sue responsabilità

    chi scrive appena leggerà il post penserà a the bird is the word e riderà pseudosguaiatamente

    ma sto film è da vedere o no?

    lillo

  8. @lillo: non ricordo quell’episodio.

    Comunque, vedi commento #1.

  9. >la scelta della voce fuori campo su cui ho incentrato le mie facezie è assolutamente inspiegabile

    Ma manco per un beato cavolo: finiamola con ‘sta storia.

  10. Imbarazzante è casomai il personaggio toccato in sorte alla povera Penelope Cruz, e il cliché dell’artista genio e sregolato e trasgressivo, che puzza di vecchio già da almeno un secolo. Poi per carità, tutti belliebravi.

    Maria Sung

  11. Io sostengo la battaglia contro la voce fuori campo da Seconda Visione in giù solo perché mi diverte tantissimo la verve che tutti ci mettono. In realtà non mi sento contrario a priori allo strumento.

    Per esempio, in “Vicky Cristina Barcelona” credo sia molto utile per raggiungere l’effetto “Alle Falde del Kilimangiaro” del primo quarto d’ora, in tutta evidenza l’obiettivo di Allen.

    Detto questo, a me il film è piaciuto.

    ciao, e.

  12. (dimenticavo: bel post!)

  13. non so… ho la netta sensazione che il post valga di più che il film…

    eazye

  14. A me il film è piaciuto veramente molto. Un vero inno all’amore. Io non sono un tipo particolarmente romantico e non mi capita spesso di abbandonarmi alle tenerezze ma sui titoli di coda mi è presa una gran voglia di fare l’amore con la dolce, dolcissima ragazza seduta al mio fianco. Qualcuno la chiamerebbe passione, la ragazza al mio fianco forse avrebbe usato la parola stupro, ma questi sono dettagli…

  15. non potevo esimermi dall’apprezzare davvero molto questo post

    e adoro le faccette simpatiche che ammiccano.

    alla fine è stata una grande rivoluzione, per migliaia di anni l’uomo non aveva mai pensato a quanto un punto

    -e-evirgola assomigliasse ad uno sguardo malizioso.

    la faccenda del raccontare cosa accade…mi ricorda tanto questa genialata (ma skippa l’inizio, che tanto è uguale)

    http://www.youtube.com/watch?v=8HE9OQ4FnkQ

    saluti/fil

  16. In questo post sembra quasi tu abbia fatto sesso con il collettivo Insegna Provvisoria.

    Dovrebbe essere un complimento.

  17. SPETTACOLO DI POST! M’è piaciuto troppo, grande kekkoz. E sono pure d’accordo col giudizio dei commenti. Bra-vò!

  18. Io ho sofferto troppo il fastidio per la voce che mi ricordava troppo quella di Jules e Jim, film che non mi riesce di farmi piacere. Comunque mi sono abbastanza divertita.

  19. Il post è davvero geniale se non fosse che ad un certo punto sei stato fin troppo didascalico nel voler rendere noto con le parole il fatto che il post prendesse in giro la voce fuori campo del film. Comunque sono d’accordissimo sia col divertentissimo post che col commento sul film.

  20. utente anonimo on 30 ottobre 2008 at 18:46 said:

    “…offerto tramite una magica fonte tramite l’inserimento di una monetina…”

    Somaro.

  21. Sai che il tuo acuto e bel post, proprio per la scelta stilistica, mi ha invece ulteriormente confermato la spiegabilità di questa voce narrante che a leggere un po’ qui un po’ lì pare il DEMONIO?

    (udp, verso le sette e mezza di sera, scrisse un commento a un post di kekkoz dubitando dell’efficacia del suo complimento e ancora più della necessità della precisazione tra parentesi, parentesi che si sbrigò a chiudere senza rileggere)

  22. utente anonimo on 30 ottobre 2008 at 20:51 said:

    la voce fuori campo si spiega proprio perché il film è una continua citazione di jules et jim, con ben DUE scene di corsa in bicicletta, per chi non l’avesse colta subito.

    oltre a ciò – anzi, anche per questo – l’ho trovato un bel po’ irritante.

    woody does almodovar che does truffaut.

    e per la prima volta nessuna delle tre manze mi attizzava più di tanto.

    sto diventando forse almodovar?

    parapluie

  23. utente anonimo on 31 ottobre 2008 at 07:43 said:

    Dopo Cassandra’s dream non mi aspettavo niente…questo post mi ha riacceso la speranza su VickyCristinaBarcelona nonostante il titolo mi sembri cretinissimo.

    raffa

    essendoci Javier Bardem il film l’avrei visto in ogni caso alla fine.

  24. utente anonimo on 31 ottobre 2008 at 13:06 said:

    Bel post, ma devi ammettere chiaramente le influenze ohdaesuiane (il quale dovrà ammettere forse influenze Kaufmaniane, il quale dovrà ammettere ecc ecc..)

    Riguardo al film, sono sotanzialmente d’accordo sul giudizio positivo, anzi, spezzo una lancia a favore di una voce fuori campo che all’inizio aveva fatto storcere il naso anche a me, ma che in realtà aggiunge un necessario dippiù di ironia sorniona e autocompiaciuta che paradossalmente alleggerisce il film..

    Vorrei poi aggiungere per i dotati di pene:

    ma Penelope incazzosa in salopette che dipingetutta zozza di vernice??

  25. utente anonimo on 31 ottobre 2008 at 13:08 said:

    l’ultimo anonimo ero io ergo MutandeCromate…

    MutandeChe? Massì, giusto per non lasciarlo senza firma…

  26. @MutandeCromate: ma certo che le ammetto – anzi, diciamo pure che l’ho copiato spudoratamente – dopotutto, sentiamo tutti la sua mancanza, no? ^^

    Comunque la più fica del trio è Rebecca Hall, punto.

  27. (comunque apprezzo molto lo sforzo di mettere un qualche tipo di firma e per questo ti bacio e ti abbraccio)

  28. Post geniale + commento lucido e condivisibile. In una parola: WOW!

    Ed ecco il solito fastidiosissimo ma pertinente permalink di Smeerch: http://www.smeerch.it/2008/10/31/vicky-cristina-barcelona/

  29. utente anonimo on 1 novembre 2008 at 13:23 said:

    Geniale.. puah. Venite per niente. Il kekkoz ha letto Italo Calvino, ecco tutto.

    (kekkoz: non ho mai letto Calvino, davvero neh! però grazie eh!)

    neemo

  30. beh comunque aver letto calvino nel 2008 è genio puro. se hai letto tutti e due i calvinI sei genio tra i geni. accento circonflesso.

    vicky cristina barcelona è bellissimo, ma solo per chi ama questo genere di cose.

    kekko

  31. lo dicemmo carino

  32. Il post centra esattamente il punto. Sono anche d’accordo riguardo alla bellezza della fotografia di cui parli al commento 1. Sull’andare dappertutto ho qualche dubbio: ha senso farlo se, anzichè raccontarlo, si espongono i fatti uno in fila all’altro, proprio come hai parodiato tu nel post? – dannata voce narrante, non è solo un particolare!

  33. Genio, sregolatezza, prima persona in terza persona, grandiosità, mia personale affezione ad libitum verso lei, oh kekkoz, voglia di essere un cineblogger ancora per un pò..

    Eppoi volevo dire a odhaesu che tuttosommato l’ho trovata abbastanza sciatta penelope, nonostante in alcune scene arrapa, come quando s’incazza la mattina dopo che è arrivata e rivendica di essere ispiratrice dell’arte del killer dalla bombola d’ossigeno. Ecco, lì me la sarei fatta!

    Cheers!

    dr Do Good

  34. “Comunque la più fica del trio è Rebecca Hall, punto.”

    Ben detto, sono giorni che ci penso. Ed è anche la più alleniana…

  35. NO NO…HAI CENTRATO…IL FILM DICE DICE DICE..MA POI IN SOSTANZA TUTTO RIMANE UGUALE A COME ERA PRIMA..SOPRATTUTTO NEL CERVELLO DELLO SPETTATORE IL QUALE POTEVA ASPETTARE IL DVD COSì POTEVA GODERSI LA PELLICOLA COMMERCIALE AL GIUSTO PREZZO.

    Male nn è male, però, insomma…Allen è Allen perdindirindina…può fare di meglio!!!

    Angelica “Zazie” S.

  36. utente anonimo on 2 dicembre 2008 at 10:46 said:

    L’ho visto con colpevole ritardo. la voce narrante l’ho trovata intollerabile per la ridondanza di aggettivi (non c’è nulla che non sia soprrendente, magnifico, folgorante o comunque superlativo) e perché sono a lei affidati i momenti focali del film, che non sono girati. Per meglio dire, il film, in più occasioni, mostra la vita (stra)ordinaria dei personaggi fino al momento di rottura, che ti viene raccontato fuori campo. Soluzione che mi ha più volte invogliato al vaffanculo.

    La fotografia è abbagliante come sempre. Se Woody Allen girasse un film a Pescara o a Legnano, probabilmente mi verrebbe voglia di trasferirmi pure lì.

    La storia era interessante, solo che. Solo che era annacquata di una tale mole di luoghi comuni sulla vecchia europa e da alcune incongruenze colossali:

    a) stanno un’estate a Barcellona. Come cazzo è possibile che ogni cinque minuti la voce narrante dice “passarono alcune settimane”? I mesi in Europa non sono di 4 settimane ciscuno?

    b) lui è artista bello figo un po’ maledetto e sbruffone (si capisce la forte invida verso il personaggio?), con padre – ça va sans dire – poeta che non pubblica, ma è libertino al punto da sognare la moglie del figlio e dirglielo. Ma si sa, li spagnoli son tutti un po’ incestuosi, pensa a Picasso. Mancava un torero.

    c) C’è qualcuno che non vive in una regge mudejar o in casa di architettura tipica rurale?

    d) in bici a Barcellona? e, ovvio, su bici d’antan. Manco fosse Reggio Emilia.

    e) lei la giovane razionale studia identità catalana e non sa il catalano e per di più va a lezione di castigliano. Mh.

    f) lui l’artista su cui lei fa considerazioni di catalanità è nato ad Oviedo da padre asturiano e parla castigliano. Mh di nuovo.

    g) ma porcaccia la miseria, qualcuno poteva dire a Scarlett come si tiene in mano una macchina fotografica! Sembra sempre che stia girando filmini ad una comunione.

    h) la schitarrata classica fatta da tamarro spagnolo ma sentimentale nel gazebo nel parco nella struggente suggestione medievale di una calda notte d’estate della candida Oviedo nella romantica Spagna no, no, no.

    i) quanto hanno pagato i produttori di vino spagnoli?

    Tutto ciò detto, il flm non è affatto male. La storia è perturbante, come sempre; le attrici conturbanti come sempre. Lui un gran figo, stavolta.

    FabC

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