Dance of the dead, Gregg Bishop 2008

Dance of the dead
di Gregg Bishop, 2008

Un film con gli zombi ambientato durante la notte del prom, ovvero del "ballo di fine anno" dei licei americani? Un’idea che immagino sarà venuta a centinaia, migliaia di persone. Qualcuno però ha fatto il salto di qualità, e l’ha fatto davvero. E l’ha fatto sorprendentemente bene. Se pure è "impacchettato" come uno dei tanti b-movie scalcinati che riempiono gli scaffali delle videoteche e i siti di torrent, Dance of the dead è infatti molto meglio di quanto possa apparire.

Nonostante sia girato in digitale, sia interpretato da un mucchio di giovani semisconosciuti, sia diretto da un semiesordiente dall’aspetto non particolarmente sveglio, Dance of the dead è, nel suo piccolo, una delle sorprese più piacevoli di questo periodo. Almeno, nella sua categoria. Scritto e ideato in un periodo – i tardi anni ’90 – in cui gli zombi non erano così di moda (e quindi figuriamoci le horcom à la Shaun of the dead), il secondo film di Bishop ci ha messo una decina d’anni a diventare vero, e ha trovato un mercato pronto ad accoglierlo a braccia aperte. Pure troppo: il rischio è che passi del tutto inosservato, di fronte a produzioni a budget più elevato.

Ma sarebbe un peccato, perché Dance of the dead ha tutto quello che si può chiedere a un film del genere: è divertente, ha un ritmo implacabile, regala qualche piccolo spavento, è girato come dio comanda (ottima la sequenza del cimitero, con gli zombi che sbucano fuori dalle tombe come geyser) ha un cast delizioso, e – qui sta la vera differenza – è ricchissimo di personaggi, tutti ritratti con notevole arguzia. Sempre sulla base dei topoi del cinema adolescenziale (all’appello nerd, cheerleader, ragazzetti ribelli, punk anarchici, delinquenti troppo cresciuti, rane da dissezionare: ma attenzione a non scambiarla per una parodia) e senza mai prendersi troppo sul serio: ma l’evoluzione dei rapporti tra i personaggi e delle vicende amorose (compresa un’impossibile storia d’amore post-mortem quasi commovente, non dico altro) dimostra una sensibilità inaspettata e graditissima. Anche considerando i tempi ridottissimi: il film dura circa un’ora e dieci.

Infine, Bishop e lo sceneggiatore Joe Ballarini mostrano di avere quello che ogni regista dovrebbe possedere quando gira un film sugli anni delle superiori: il ricordo di quanto sono stati massacranti. Non è poco. E per chi si chiedesse se questi zombi vanno lenti o veloci, la risposta è: corrono. Eccome.

Dopo aver fatto il giro di parecchi festival di genere, dal SXSW di Austin al Frightfest di Londra, il film è uscito in una singola sala a Hollywood il 13 Ottobre, e direttamente in DVD il giorno dopo. Per la nostra regione, il DVD è uscito a fine Ottobre anche in Germania. C’è da sperare che esca anche dalle nostre parti. Prima o poi.

9 Thoughts on “Dance of the dead, Gregg Bishop 2008

  1. utente anonimo on 2 dicembre 2008 at 17:42 said:

    aspetto di vederlo apparire su Play…

    Assolutamente Off Topic… Ma Rock’n'Rolla é uscito in Italia?

    Tony Motorello

  2. No, RocknRolla era al Festival di Roma ma per ora non c’è una data di distribuzione precisa in Italia.

    (oppure se c’è, io non la so)

  3. utente anonimo on 3 dicembre 2008 at 11:58 said:

    ma tu lo hai visto?

    Eazye

    Sul sito PLAY lo annunciano in DVD a fine Gennaio.

  4. utente anonimo on 3 dicembre 2008 at 13:06 said:

    A me sa molto di Blockbuster un po’ splatter, molti pop-corn, biretta, e nessuna pretesa.

    Comunque è da un pezzo che se ne parla, nei “posti giusti”.

    Niente di nuovo sul fronte horror, godibilissimo ma fuori tempo massimo.

    Ci sono zombie più interessanti in giro!..

    Paurometro:3

    21

  5. @eazye: cosa, Rocknrolla? No, non l’ho visto.

    @21: sai che dal tuo commento non si capisce se l’hai visto o meno?

    (e comunque: blockbuster? Questo film è un blockbuster solo se tu definisci blockbuster i film che si noleggiano da Blockbuster)

    (e “comunque è già da un pezzo che se ne parla nei posti giusti” – verissimo, peraltro: e chi ha detto il contrario? – cosa dovrebbe significare?)

  6. utente anonimo on 3 dicembre 2008 at 19:01 said:

    @ il padrone di casa:

    Niente..vorrebbe significare!..mi riferivo a: “il rischio è che passi del tutto inosservato, di fronte a produzioni a budget più elevato”.

    Sempre sulla difensiva eh?

    Comunque sì, l’ho visto, ovvio.

    Non lo consiglierei ecco, certo, “free” si può vedere tutto, ma è un filmetto, come si dice in gergo!

    P.s.: e comunque se uscirà, non penso, verrà probabilmente distribuito solo nei circuiti “blockbuster”: medusa, uci, ect..(vedi Teeth, Joshua,Rogue…); non pensi?

    Ciao…e keep cool!

    21

  7. Aha, non sono sulla difensiva. Sono i tuoi commenti a sembrare quasi sempre antipatici e vagamente supponenti. Ma nessuno ti impedisce di lasciarli, come ben vedi. :-)

    (ho dei problemi tutti miei con l’uso dell’anonimato o del semi-anonimato nei commenti altrui: visto che passi qui spesso, se ti va, mi puoi mandare una email e ci presentiamo, così sarò più cool, garantito ^^)

    Sul resto:

    1. Sì, continuo a sostenere che passerebbe inosservato: non tutti passano le giornate a leggere slashfilm e twitch. Tantomeno in Italia. E scommetto quanto vuoi che anche se uscisse in DVD non se lo cagherebbe nessuno e finirebbe negli scaffali horror insieme a qualche merdata tedesca. Essendomi piaciuto, mi dispiacerebbe: tutto sta in questa premessa.

    2. No, non confondiamo multisala con blockbuster. Sono due concetti del tutto diversi. Un blockbuster è un film di enorme successo al botteghino, non un film che viene programmato in un tal circuito. Teeth mica è un blockbuster perché è uscito negli UCI, su.

    Ma stiamo parlando della rava e della fava, lo sai benissimo anche tu. :-P

  8. utente anonimo on 5 dicembre 2008 at 16:12 said:

    Ciao!

    Che rispostona, grazie.

    Se sembro antipatico, sorry; me lo dicono tutti quelli che NON mi conoscono.Accetto.

    1. non capisco ‘sto trip che avete col nick; cioè te sei “kekkoz”, dunque?Non ci conosciamo, che ti dica o meno il mio nome cosa cambia?.Io commento sempre con la stessa firma.Non è anonimato.

    1.slashfilm e twich non li conosco.riguardo “l’inosservato”, beh lì è la solita questione: perchè Ian Stone sì, ma Dance Of the dead no? Io ho sempre pensato che i distributori piglino a caso!Guarda, appunto, Teeth; da un pezzo sapevamo dell’esistenza di questo film, poteva benissimo fare la fine, che ne so, di Bug o di An american Crime o Otis, poi per magia qualcuno ha deciso di “lanciarlo”. E molti ne hanno parlato (perfino Donna Moderna mi sembra).

    Ovvio che non è un blockbuster, ma spesso questi film finiscono in circuiti non proprio d’essai!

    E magari( 2 settimane, nella saletta più piccola,con un bel posterone all’ingresso) un posto al medusa lo trovano. Quel circuito comunque.

    Che teeth sia o meno un blockbuster.E’ marketing.

    Ciao.

    P.s. comunque a me non ha fatto impazzire.Forse troppo anni ’80..!

  9. utente anonimo on 5 dicembre 2008 at 16:13 said:

    Merda il nick!!!

    21

    Salvo!

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