American teen
di Nanette Burstein, 2008
Le vite di cinque adolescenti di Warsaw, Indiana, nel corso dell’anno del diploma. Hannah è una ragazza "alternativa" che vuole fuggire in California e lavorare nel cinema. Colin è un simpatico giocatore di basket che deve sperare nei "meriti sportivi" per l’accesso all’Università. Megan è bionda, popolare, stronzissima. Mitch è amico di Colin, ed è bello come il sole. Jake è il tipico nerd, brufoloso, appassionato videogiocatore. La novità? Sono tutti ragazzi veri.
American teen è infatti un documentario che si pone nel territorio aperto da molta fiction televisiva (The real world in cima, per popolarità) ma che vuole programmaticamente ridurre a zero ciò che è scripted utilizzando perlopiù un metodo che si rifà all’osservazione non partecipata. Realizzato comunque con un’impressionante e certosina professionalità, ma anche con un senso del racconto che fa invidia a una sceneggiatura vera. Tutto questo per riflettere sul mondo dell’adolescenza nel contesto della scuola superiore statunitense: i luoghi comuni dei media legati all’immaginario teen (a cui fa riferimento per esempio la cover ispirata a The breakfast club) hanno una rilevanza nel mondo reale?
Sono molti i dubbi che può suscitare la visione di un film come questo, per come miscela saggiamente ma senza pudori i metodi del documentario e quelli del cinema narrativo e dello stesso teen-movie, e senza dubbio i primi sono di natura scientifica. Ma sono dubbi dei quali, come al solito, ci importa poco o niente – di fronte a un film davvero sorprendente, che attraverso un attaccamento quasi morboso ai personaggi che osserva (e il cui "lungo termine" permette di salvaguardarne la credilità) restituisce un affresco praticamente perfetto dell’età difficile per antonomasia.
E che riesce a creare attraverso una selezione accuratissima dei materiali (probabilmente interminabili) una riflessione matura e non banale, prima di tutto, sul rapporto tra la spinta alla libertà di una generazione e il contenimento emotivo della generazione precedente – un rapporto la cui reiterazione storica getta un’ombra di tensione e frustrazione su tutto il film, solo parzialmente acquietata dal tenerissimo e speranzoso finale, quando ormai ci si è affezionati a tutti, persino a quella stronza di Megan. Un film che lascia sì qualche spazio a riflessioni di tipo sociale, sulle modalità assolutamente crudeli di divisione in "caste", ma che è – soprattutto – un film sostanzialmente umanista.
Il tutto è comunque osservato da vicino, vicinissimo: e non ricordo che sia mai stato fatto qualcosa si simile – a tale minuscola distanza, e con tale tangibile sensibilità. Come guardare un’acquario – tanto più che i pesci fanno parte di "razze" ben riconoscibili, così come lo sono le sensazioni di (inevitabile) immedesimazione. Soprattutto, a giochi fatti. Quando riguardando con malinconia o sprezzo a quegli anni, si usa dire, si ride di sé e delle proprie sciocchezze. Quelle stesse sciocchezze che, nel momento in cui a qualunque età abbiamo scelto di diventare grandi, hanno fatto di noi ciò che siamo.
esce al cinema o te lo sei procurato in altri modi?
purtroppo ad ora non è prevista ancora alcuna data d’uscita italiana, che io sappia – e la vedo dura, ma non si sa mai.
Non ho visto il film, però:
1) notevolissima la campagna promozionale, trailer in primis, che spinge tutta sul versante “adulti in vena di regressione, venite a rivedere quello che eravate (cioè che in realtà non siete mai stati)”.
2) su quanto la Burstein e soci possano aver manipolato non solo il girato e la cornice temporale, ma anche i personaggi in scena c’è una discussione qui:
http://tinyurl.com/3wlsgr
Il vecchio caro “The Breakfast Club”… quanti ricordi.
Stano che qui in Italia tale film sia poco conosciuto dalla massa.
Banjo
(cioè che in realtà non siete mai stati)
Mi hai dato un attimo di felicità con questa parentesi.
Il punto due lo sospettavo. A me l’operazione con cui imbastiron il film pare tanto tipo i programmi-”verità” di MTV, tipo “Made” e simili. Ossia una farloccata artificiosa.
Ma vabé, anche se non comprerò il dvd penso vedrò questo film, quantomeno perché Made lo vedo sempre
Guarda, anch’io “Made” lo vedo sempre, e pure “Mtv True Life”, e verso calde lacrime di empatia quando la grande obesa viene accettata nel consiglio studentesco o quando lo sfigato si veste un pelo meglio e cucca (*). Solo che, appunto, lo vedo in televisione. Senza il valore aggiunto del cortocircuito con la presunta verità, e senza bisogno di una regista con un pedigree arty e “teorico” lungo così.
( * copyright Valido)
effettivamente la corrispondenza dei protagonisti di American Teen con Breakfast Club c’è tutta (a parte il bullo sostituito con il bello).
i dubbi sulla veridicità delle storie però, durante la visione non svaniscono mai.
(fede)
effettivamente i personaggi scelti per american teen corrispondono con quelli di breakfast club (a parte il bullo che qui diventa il bello).
i dubbi sulla veridicità delle storie però, durante la visione non svaniscono mai.
@ violetta
Era essenzialmente quello il mio mal-esposto punto “farloccata artificiosa”. Sei bella!
@ Fup: evviva l’amore che supera le barriere di classe! Andiamo tutti alla festa in piscina! Ehi, negro, hai il ritmo nel sangue! Ehi, bianca, hai un talento per la moda!