The spirit, Frank Miller 2008

The Spirit
di Frank Miller, 2008

Dispiace dover tirare fuori ancora una volta, dopo tutti questi anni, la vecchia manfrina per cui ognuno dovrebbe stare al suo posto e fare il proprio mestiere – anche perché mi rendo conto che non è una posizione troppo di moda, è un’anticaglia prevedibile che sa di muffa, ma che viene resa quasi inevitabile, magari senza prendersi troppo sul serio, di fronte all’esordio solita dietro la macchina da presa di Frank Miller. Perché per trasformare un film le cui aspettative erano medie, o persino basse a seconda dell’umore, in una delle più cocenti delusioni della stagione e in uno dei più brutti film del momento, ce ne voleva. Mission, accomplished.

E sono certo che in molti troveranno in questo dilettantesco teatrino delle marionette tratti di un’avanguardia che a mio avviso è del tutto assente, sia perché Miller si limita a salire sul carrozzone di quell’altro film da lui co-diretto trasferendovi alcune strutture portanti (tecniche e narrative) e facendo tutto il resto alla cazzo di cane, sia perché le motivazioni dell’omaggio affettuoso, del io lo conoscevo di persona Will Eisner, della recitazione sopra le righe, della buffoneria e della clownerie come distacco critico/ironico e/o autoironico, davvero, devono trovare un limite (per esempio, fermarsi prima che il film vada del tutto in vacca come in questo caso) e comunque non possono giustificare tutto.

Non tanto per il rapporto con il leggendario fumetto di Will Eisner, nella cui rilettura Miller trova comunque una chiave interessante – assumendosi una grande responsabilità nel tracciare una linea così decisa tra le tavole del compianto autore newyorkese e le sue (soprattutto Sin City, va da sè), un atto che è insieme di grande umiltà e di inarrivabile (e del tutto milleriana) spocchia. Fin lì, anche se il suo contributo è del tutto dimenticabile rispetto al materiale originale (come l’Octopus forgiato da Miller da un paio di guanti bianchi e affidata a un gigioneggiante Samuel L. Jackson), andrebbe tutto bene. Peccato però che, appunto, il film faccia schifo.

Davvero, Miller ha confezionato un tale capriccioso fallimento da esser riuscito nel miracoloso intento di rendere antipatico Denny Colt, e di asessualizzare la sua ampia compagine femminile: che la Mendes e la Johansson si limitassero a bamboleggiare era prevedibile, ma vedere la mia amata Sarah Paulson di Studio 60 ridotta a quel ruoletto soggiogato e machista – che farà felici i fan del "cinema con il cazzo" – mi fa piangere il cuore.

E sì, la città, è la mia città, è la città, oh, la città, ho capito.

Nei cinema dal 25 Dicembre 2008

8 Thoughts on “The spirit, Frank Miller 2008

  1. La nostra amata Sarah Paulson ¨ridotta ad un ruoletto soggiogato e machista¨ ?

    Shame on you, Mr Miller !!!

  2. La gente, prima di montare gli hype, tende a scordarsi che Miller aveva scritto la sceneggiatura di Robocop 2. Eppure c’e’ IMDb apposta…

  3. la cosa inquietante è che avevo scritto una stroncatura a priori solo guardando il trailer (nel Blog di Rrobe Recchioni) e non mi aspettavo di avere così tanto azzeccato il pregiudizio.

  4. utente anonimo on 26 dicembre 2008 at 15:00 said:

    Non ho mai visto un film cosi brutto e privo di senso in vita mia. credo che se qualcuno lo guarda alla fine del film non è nemmeno in grado di spiegare a qualcuno di cosa parli. per non parlare di una scena di Samuel L. Jackson (è un nero!) nei panni di un nazzista.

  5. utente anonimo on 27 dicembre 2008 at 18:39 said:

    sei stato troppo leggero

    Dovevi dire al mondo intero che è un film veramente senza senso e orribile, che già dalla prima scena ti fa pensare: ok sarà una cagata pazzesca, se fossi stato a casa sul divano avrei girato canale, ma ormai ho pagato questi fottuti 8 euro (si oTTO euro all’ uci di lissone)

    fanculo

  6. utente anonimo on 28 dicembre 2008 at 02:14 said:

    Va be’, ma prendersela con questa cosetta e poi stracciarsi le vesti per robaccia tipo The millionaire…

    bè… bo?

    Bruttino lo è. Ma a dal modo in cui riesce a deludere le aspettative del pubblico non riesce ad essermi antipatico.

  7. ancora non l ho visto, ma in merito ci sono molte posizioni contrastanti.

    buon anno ely

  8. utente anonimo on 28 gennaio 2009 at 21:37 said:

    a me non è dispiaciuto… anche se in effetti certi passaggi e certe caratterizzazioni mancano totalmente…

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