Yes Man, Peyton Reed 2008

Yes man
di Peyton Reed, 2008

La mia opinione, seppur breve, sulla commedia diretta da Peyton Reed in cui Jim Carrey torna a fare le facce di un tempo, l’ho già espressa sinteticamente altrove: il film è sommariamente sopportabile grazie a un buon numero di gag azzeccate, ma è anche un film risaputo e vecchiotto, e in definitiva tranquillamente accantonabile. Niente per cui imbestialirsi così come niente da difendere a spada tratta. Detto questo, passiamo ad alcune (poche) delle molte impressioni che il film – gli devo dare questo merito – solleva, volutamente o meno.

Primo. Il film è un quasi-remake di Bugiardo bugiardo, avrete letto da ogni parte. E l’avete letto perché non è del tutto falso. Quello che distanzia il film di Tom Shadyac da questo è soprattutto l’assenza di una coercizione trascendente. Mi spiego: là dove nel film del 1997 il protagonista imparava grazie a una costrizione di carattere quasi divino (come esplicitato più chiaramente in Una settimana da Dio) qui il suo cambiamento è dovuto a una scelta. Si sostituisce quindi il ricorso al meccanismo magico con la volontà individuale.

Secondo. Nel film il meccanismo del "yes" viene suggerito al protagonista da una congrega di scalmanati chiamata appunto "Yes men", capitanata da una sorta di santone interpretato da Terence Stamp. Ora, uno si aspetterebbe che nel finale l’insegnamento in questione venga sbugiardato: invece viene solo, al massimo, schernito nell’immagine finale. Nella sequenza-chiave dell’ospedale infatti è reso ben chiaro che Carl ha frainteso autonomamente un insegnamento che, di per sé, sarebbe universale – perché è la morale (o moraletta) stessa del film. Insomma, mentre con la mano sinistra si ridà valore alla capacità del tutto terrena dell’uomo di autodeterminarsi – e di ridare equilibrio alla propria vita: il succo è sempre quello, la fuga dal manicheismo – con la destra si dice che, in fondo in fondo, non sono i santoni a dire minchiate a greggi di pecore imbabolate e/o alienate: siamo noi pecore che non li capiamo bene.

Terzo. Sono rimasto colpito dal modo in cui questa commedia flirta sia con il pubblico della commedia mainstream che con l’universo indie. Se è in tutto e per tutto una "commedia con Jim Carrey", Yes man è anche un film le cui canzoni sono state scritte dagli Eels (incluso un inedito) e soprattutto in cui c’è un’intera lunga sequenza in cui Zooey Deschanel, musa dell’indie rock lei stessa, si esibisce su un palco con un bizzarro terzetto femminile electropunk. Una sequenza del tutto inusuale per un film simile, e che sembra uscita da una commedia quirky à la Sundance.

Sono osservazioni frettolose e a casaccio, ma mi fanno pensare che Yes man sia un film ben più inserito nel suo tempo di quanto non possano far pensare una guardata veloce, le gag sulla Red Bull (spassosa, a dirla tutta) o sui fanatici di Harry Potter.

9 Thoughts on “Yes Man, Peyton Reed 2008

  1. Tra l’altro, Pitchfork ha dato notizia che Zooey Deschanel è engaggiata con Ben Gibbard e commentano anche “Isn’t that just the most indie-in-2008 thing ever?” – sì, l’angolo del chissenefrega.

  2. Eheh, lo so – ne accennai qualche giorno fa sul Tumblr, lanciando lampi e saette in direzione di Ciccio Pasticcio Gibbard… ma tutto sommato son contento per loro, ecco.

  3. meno male che era un filmetto facilmente accantonabile…gli hai fatto una analisi socio-psico-filosofica impressionante!!!

    -Alessia-

  4. utente anonimo on 9 gennaio 2009 at 20:23 said:

    Ora su, insomma, solo perché una sta con Ben Gibbard e ha gli occhioni e strimpella e canticchia con la vocina, non è che immediatamente diventa la musa dell’indie rock.

    O sì?

    L.B.

  5. Di fronte a “coercizione trascendente” vien voglia di rileggersi il tuo clone su Insegna Provvisoria ;)

  6. coem dire che bastano due righe per dire che un film è una cazzata, ma diversi paragrafi per comprenderne i significati. mi sa che io di solito faccio il contrario. ma senza quella parte lì sui significati.

    comunque yes, we can (niente, ogni volta che penso a questo film mi viene in mente obama).

  7. utente anonimo on 12 gennaio 2009 at 16:27 said:

    Eppoi è una bella giornata oggi, nevvero?

  8. In Yes Man non ci sono i titoli di testa.

    Ci avete fatto caso??

    Obo

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