Australia
di Baz Luhrmann, 2008
Se dovessero fare una classifica dei film più anticipati del decennio, di cui insomma si è più chiacchierato, nel bene e nel male, nel corso degli anni prima dell’uscita ufficiale, Australia farebbe la sua porca figura: le riprese interminabili, la Kidman incinta che sviene sul set, le sostituzioni del cast, il budget enorme, gli sgravi fiscali, ognuno aveva il suo motivo per cui parlare. Dal canto mio, l’interesse principale era vedere come se la sarebbe cavata un regista come Luhrmann, che il suo meglio lo dava nei set ricostruiti, con un film così dichiaramente "aperto".
La cosa fondamentale da capire di Australia, film di quasi tre ore, è la sua netta bipartizione: quasi come fossero due capitoli di una saga epica, la prima e la seconda parte differiscono enormemente, per coesione tematica e – qui viene il punto – non solo. La prima metà è infatti un godurioso western dell’outback australiano, avventuroso e romantico (a tratti persino commovente), in cui Luhrmann prende di petto il kolossal, e ribadendo il suo insolente e divertito disinteresse nel confronti dei gusti contemporanei, costruisce un film corposo e appassionante come nessuno ha più il coraggio di fare da tempo. Riuscendo a scendere a patti con il gusto del kitsch, c’è davvero da divertirsi – ma dopotutto è Baz Luhrmann, e anche se Australia è quanto più diverso da Moulin Rouge! mi potessi attendere, non vi aspetterete mica un film misurato e cauto?
Ma come accennavo poc’anzi, c’è un ma: la seconda metà. Dopo la scena centrale del ballo, infatti (con un’apparizione di Hugh Jackman ripulito che scommetto scatenerà grandi risate tra chi non ha voluto/saputo apprezzare la prima parte) il film prende una piega diversa, e diventa un cupo ma plasticoso drammone storico-bellico con soldati, aerei, bombe, giapponesi. Nell’ansia di ricostruire più o meno fedelmente una pagina dimenticata della seconda guerra mondiale, a Luhrmann sfuggono di mano i personaggi (che si limitano a perdersi e ritrovarsi all’infinito), gli sfugge di mano il fascino senza tempo che i campi lunghi e le riprese a volo d’uccello della prima ora e mezza riuscivano a suggerire e restituire, e con essi gli sfugge di mano il film stesso – avvinghiandosi a un genere che, forse, semplicemente non è roba sua.
Da quel punto in poi, il peso dell’orologio comincia a farsi davvero difficile da sostenere, ed è difficile non dirsi delusi di questo cambio di rotta, nonostante i bei momenti non manchino anche verso la fine e il tono continui a essere lo stesso. Tutto sommato però Australia è per me un film difficile da deprecare anche nei suoi momenti più difficili, per la sua dichiarata ed esasperata passione, per il suo essere sbilanciato e sopra le righe – ma ho la netta impressione che chi lo disprezzerà lo farà con toni ben più accesi della mia timida ma affettuosa difesa.
Questa volta davvero: se non avete intenzione di vederlo in sala, lasciate perdere del tutto.
Nei cinema dal 16 Gennaio 2009
trovo che la Kidman con tempo e il botox recita sempre peggio…
Eazye
Completely Off Topic:
a parità di durata il film sul Che é nettamente migliore!
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leggi questo articolo mi puoi fare sapere che ne pensi?
-Alessia-
Scusami ma stavolta fatico a concordare. Sembra un filmetto senza senso alcuno, perso in tanti rivoli rivelatisi poi delle vene esaurite, con l’ironica ambizione di dedicare al continente più giovane un film pensato e nato vecchio, con l’unico obiettivo apparente di selezionare una serie scelta di carrellate sulla faccia, il petto ed i fianchi di Jackman.
Francamente ho sperato che arrivassero quanto prima i giapponesi a bombardare tutto ciò.
Ah ma è la kidman quella tizia con la facciadiplastica? AAaaaarghhh!!Banjo
Francesco, perdona la domanda oziosa, ma l’hai visto qui a Milano? Where?
Anteprima stampa, venerdì scorso, cinema Odeon.
Sospetto che il tuo progressivo interesse per l’orologio fosse alimentato non dal film ma dalla temperatura del locale.
baz non mi piace, si nutre di regie caramellose da capelli al vento
Credo che un film che abbia come obiettivo di selezionare una serie di carrellate sul petto, faccia e fianchi di Jackman, abbia almeno una sua ragione d’essere. ^^
Ho come l’impressione che il regista abbia voluto scrivere un romanzo “ottocentesco” quando ahimè il genere (anche in letteratura peraltro) non è più di questo tempo.
AMO!!!!!
a me è sembrato più che altro scontato. troppi primi piani, troppa elettronica…
Concordo Film come ho anche scritto nel mio di blog da vedere solo al cinema e che inizialmente risulta noiosissimo…bel blog cinematografico complimenti :))
Ho amato tutta la prima parte, sopratutto i momenti che strizzano l’occhio alla commedia (e qui qualche ricordo di Moulin Rouge! L’ho avuto…), nella seconda parte l’assenza di interazione, la ricerca..il disorientamento mi ha portato alla classica fase “cala la palpebra”…detto questo l’ho amato in sala e credo lo prenderò anche in DVD.
credo che lo vedrò un giorno in cui nulla andrà storto e avrò molto tempo a disposizione..
ely