Viaggio al centro della terra (Journey to the Center of the Earth)
di Eric Brevig, 2008
Il 3D applicato al cinema in carne ed ossa mi ha sempre affascinato: da sempre la settima arte ha covato questa sorta di frustrazione per la quale ricorsivamente (negli anni ’10, ’50, ’80) l’evoluzione tecnologica viene utilizzata per tentare di sfondare la quarta parete, per dare l’impressione sia dell’immersività che, più spesso e semplicemente, dell’invasione dello spazio della sala da parte di elementi presenti sullo schermo. Le tre dimensioni hanno a che fare con l’esperienza circense che il cinema era alle sue origini, quella della pura meraviglia slegata da canoni di tipo narrativo/letterario o, una volta canonizzato il cinema stesso, di tipo filmico. Forse proprio per questo, nonostante l’applicazione sia stata tirata fuori ogni tot decenni, in maniera sempre fallimentare nella lunga distanza, non c’è stato mai – o almeno non ne ho ricordi o esperienze – lo sforzo profondo di applicare il 3D a opere cinematografiche che valessero davvero, e dico davvero, a prescindere dall’applicazione stessa. Film che senza gli occhialetti e il buio della sala non sopravvivono dopo una prima visione sono stati accantonati e abbandonati – ma forse, si è pensato ai piani alti, grazie all’avvento dei supermegateratelevisori al plasma e, soprattutto, dell’innovazione digitale e delle spettacolari cineprese 3D "inventate" da James Cameron, forse dunque è arrivato il tempo per sdoganare una volta per tutte questa loro/nostra buffa, bizzarra, morbosa, ingenua e sinceramente infantile ossessione. Ma questi – insieme ad altri più tecnici e/o filosofici, per esempio su come il 3D utilizzato in questa maniera modifichi o meglio "pieghi" la concezione stessa della profondità di campo – sono discorsi che andrebbero fatti in altre sedi, con più tempo e meno fretta, e forse ce ne sarà l’occasione al prossimo Future Film Festival. Anche perché gli studios sembrano voler cavalcare l’onda e non aver intenzione di smettere: il 3D sarà anche una sciocchezza, ma forse stavolta è il caso di non sottovalutarlo troppo.
Molto meno interessante mettersi a chiacchierare del film in sé, che è dichiaratamente un veicolo per la tecnologia suddetta – una minchiata pretestuale costruita intorno a scene in cui i personaggi lanciano oggetti di varia natura contro la macchina da presa o si lanciano in cunicoli o su rotaie pericolanti. Un film che avrebbe anche la pretesa di giocare sul contrasto tra modernità e tradizione (state of the art della tecnologia usato per riprodurre illustrazioni originali dei libri di Jules Verne) ma che ha una sceneggiatura scritta con la mano sinistra, quando non con i piedi, personaggi risibili, è diretto da un maestro degli effetti speciali che infatti non ha la vaga idea di come diavolo si diriga un film (e francamente non sembra interessargli granché), e che senza il 3D non credo starebbe in piedi – ma che dico credo, non ci starebbe manco per scherzo. Non riesco nemmeno a concepire che si possano spendere dei soldi per vedere questa roba nelle canoniche due dimensioni, tantomeno sul televisore di casa – tant’è che alcune copie dei DVD americani, già usciti, sono dotati di occhialetti e includono entrambe le versioni. Se invece trovate una sala che lo proietta in 3D, e avete un’ora e mezza libera, e trovate dei soldi per terra, e non avete mai visto un film live action in 3D in sala, allora, beh, in tal caso c’è sempre – come nel mio caso – una prima volta. E a suo modo, fatte le dovute proporzioni, e a rischio di perdere qualche diottria, potrebbe anche ripagare.
Nei cinema dal 16 Gennaio 2009
Link: l’elenco delle sale italiane dove il film verrà proiettato in 3D.
ho scoperto il film giorni fa perchè un bel posterone gigante annunciava qui a Perugia la proiezione tridimensionale dello stesso.Sono abbastanza vecchio per ricordarmi (bambino) i primi tentativi con occhialetti negli anni 80.Mi sembra di essermi visto lo squalo 3 in questo modo.Credo che il futuro,non so quanto lontano,ci possa riservare molto di più….addirittura la possibilità di “entrare” dentro il film,cioè di essere circondati dalle immagini…chi vivrà vedrà..
nick final moro cut
E noi vivremo, ah se vivremo.
Fatte una serie di considerazioni, compreso il tuo post, non credo che andrò a vederlo. Del resto a Torino abbiamo già avuto modo di vedere il 3D in diverse occasioni.
soloparolesparse
non ci credo che hai trovato dei soldi per terra prima di andare al cinema…