Revolutionary road
di Sam Mendes, 2008
Ognuno ha la sua personale teoria su come affrontare la relazione tra un libro e un film da esso tratto – da mero spettatore, si intende. Quella più comune sostiene però che la cosa migliore sia aver letto, o almeno avere conoscenza, dell’opera letteraria di provenienza. Ma per quanto io possa essere d’accordo, ciò ha due conseguenze nefaste. Primo, la diffusione del luogo comune – non sempre veritiero o onesto – per il quale il libro sarebbe sempre migliore del film. Secondo, che diventa impossibile prescindere dal libro nel giudicare, apprezzare o disprezzare, il film in questione.
Tutto questo per dire che sono pochi, forse nessuno, i libri che mi hanno conquistato e travolto negli ultimi mesi quanto ha saputo fare Revolutionary road di Richard Yates, e che di conseguenza mi è stato difficile, e lo è tuttora, guardare il film di Sam Mendes come a un’opera a sé stante e indipendente dal libro – cosa che mi sforzo di fare ogni volta che la contingenza di cui stiamo parlando – da ormai troppe righe – avviene. Ma una cosa è certa, a questo punto: se quello che volevo, dentro di me, era un "adattamento adeguato", fedele allo spirito del libro oltre che, naturalmente, ai suoi sviluppi narrativi, allora sono stato accontentato in maniera persino inattesa.
Dopo però, chiudendo questa questione e venendo al sodo, sono convinto anche che Revolutionary Road sia un gran film, di per sé. Mi spingo a dire: il migliore del regista inglese. Che abbandona ogni tentazione di maniera, mette da parte le ridondanze e la sua nota paraculaggine, china la testa di fronte al libro, alla correttissima sceneggiatura di Justin Haythe e alla fotografia perfetta del coeniano Roger Deakins, e alla sua quarta opera per il cinema, dopo il declino costante che da American beauty (uno dei rari film ad essere stato sia sopravvalutato quanto eccessivamente sottostimato) l’aveva portato a Jarhead, filma il suo primo film davvero maturo.
Il modo in cui Mendes affronta la storia dei coniugi Wheeler, la storia di un contrasto tra il conformismo e il soffocato desiderio di libertà che va ben oltre il contesto storico perfettamente ricostruito (con finezze ipnotiche come l’esercito dei colletti bianchi in arrivo a New York dalla periferia) e che è di una cupezza profonda, dolente e universale, incomparabile con i dilemmi medio-borghesi della famiglia Burnham, è infatti di un’umiltà sorprendente. Ma è anche raffinato e preciso, nel modo in cui sa mettere in scena i personaggi nello spazio – soprattutto in quello della casa, ripresa a tratti come un guscio vuoto, linda, ordinata, ma quasi come fosse un organismo vivente, un osservatore silente e impotente, quanto gli spettatori stessi.
E intelligente nel modo in cui sa trarre dalle pagine del libro una definizione perfetta, tornando all’inizio, di una fedeltà all’originale che non contraddica i dettami del linguaggio cinematografico e che non si trasformi, come a volte accade, in teatro filmato. Un’intelligenza che si vede un po’ dappertutto, nel finale beffardo, nella compassata soppressione dei toni che caratterizza gran parte del film, ma già dai primissimi minuti. Da quello sguardo tra Frank e April, in un istante quasi impalpabile, separato e tagliato di netto da un sipario che si abbassa sullo spettacolo, e si apre sul film – e sulla loro ultima occasione.
L’ultima menzione, di fronte all’annunciata perfezione delle performance dei due protagonisti, va però a quella di Michael Shannon, grillo parlante da una prigione lontana, venuto in casa Wheeler a sollevare il velo delle ipocrisie di un’intera società. Non avrei potuto sperare in un John Givings migliore di lui.
Nelle sale italiane dal 30 Gennaio 2009
Se ne avete la possibilità, cercate una sala che lo proietti in lingua originale. Fatevi questo favore, per una volta.
ho scritto la stessa introduzione nella mia tesi di laurea sul confronto tra traumnovelle e eyes wide shut, riguardo al pregiudizio che si ha mettendo a confronto un romanzo e l’opera filmica che ne viene tratta. fico.
non so se mi hai messo piu´ voglia di leggere il libro o vedere il film, che vedro´ senz´altro superando la mia dicapriofobia, vista la presenza della luminosa e sempre splendida Kate … se quest´anno non le danno l´Oscar faccio un … Academy-cidio !!!
Ma tu l´hai letto Lasciami Entrare?
No, ma mi hanno detto tutti che è molto bello.
per me ultimamente è stato leggere lasciami entrare e vedere il film dopo. E’ stata dura, nonstante il film mi sia piaciuto non riuscivo a smettere di pensare all’inetivitabile appiattimento della psicologia dei personaggi. (al taglio della trama ero già pronto e mi è comunque sembrato che abbiano fatto un buon lavoro)
kinto
non credo mancherò di vederlo dopo la tua recensione.
Basta che poi non torniate qui a dire che non vi è piaciuto per colpa mia
Ehi, giovane, Jarhead è un GRAN film.
Tocchi un tema a me caro … la trasposizione dal letterario al filmico.
In verità penso che sia un’operazione mai facile, e che sia innegabile che l’adattamento ha sempre (per evidenti motivi) molto a che fare con il materiale letterario di origine.
Ma a mio modesto avviso una buona trasposizione crea sempre (o almeno dovrebbe creare sempre) un buon film indipendentemente dal romanzo.
E aggiungo anche quando ne tradisce lo spirito, come avviene nelle pellicole “liberamente ispirate a”.
In ogni caso, dopo queste tue considerazioni che condivido in pieno, mi costringi a leggere il libro entro il 30 gennaio
Il post l’ho letto grazie ad una segnalazione di yoono fico no?
Rob.
Spiegami una cosa per favore, perché mi pare di capirla ma non son sicuro, diciamo che mi ci avvicino…che intendi quando dici che American Beauty è stato sia sopravvalutato che sottostimato? Intendi che ha avuto due tipi di pubblico? oppure due fasi temporali diverse? io credo che sia stato sopravvalutato per alcune cose e sottovalutato per altre…
Più o meno diciamo che intendo due tipi di pubblico – ma anche quello che dici tu alla fine ci si avvicina. Intendo dire che il successo, i premi, e soprattutto il posto d’onore nell’immaginario e nella memoria collettiva forse sono eccessivi – ma d’altra parte non sono nemmeno d’accordo con chi (ne ho incontrati molti) impugna da sempre American Beauty come un esempio di cinema bbrutto, cosa che a parer mio non è.
Aspettavo con attesa il tuo parere sul film. Avevo il libro in casa da un po’ senza averlo letto ma da quando ho visto il magnifico trailer che è stato fatto del film (in lingua originale), l’attesa mi ha preso all’istante e non ho potuto far altro che iniziare anche il libro.

E’ un capolavoro, lo sto finendo adesso e le tue parole a riguardo non possono far altro che rincuorarmi
Continua così.
diego
Stasera ho visto La Terra di Rubini. Se non l’hai già visto anche tu, credo che meriti una visione.
Crazy Simo
Chiunque dica che American Beauty e’ brutto non apprezza la presenza contemporanea di Mena Suvari e Thora Birch nello stesso medesimo film !!!!!
E’ interessante notare che quando qualcuno tira in ballo American Beauty, per qualsiasi ragione, si ricordi sempre che, comunque sia, è stato un film sopravvalutato e poi, non si sa perchè, sottostimato.
Io credo semplicemente che, uscito 10 anni fa, l’abbiamo tutti adorato, poi siam cresciuti e ne abbiam preso le distanze. Tutto qua.
Rimane un buon film, nulla più.
Con alcune scene che, volenti o nolenti, rimarranno nell’immaginario collettivo.
Comunque da Sam Mendes non m’aspetto mai granchè.
Ciao
21
E’ una cosa che si tira in ballo perché è molto rilevante nel considerare la carriera di Sam Mendes. E comunque no, non credo sia una cosa temporale: chi lo odia lo odiava già allora.
Comunque se non ti aspetti granché, come me dopotutto, magari Revolutionary Road ti piacerà ancora di più.
Sennò fai un po’ come ti pare.
A me AB non piacque quando ero una stronzetta ventiduenne so-tutto-io e non mi piace adesso che sono una trentunenne illuminata dalla maestosa grazia di Nostro Signore.
(Relativismo dell’opinione personale iz for pussies.)
- vb –
Ho niziato oggi il romanzo, vedrò di finirlo al più presto per andare poi a papparmi il film; ma qua l’idea di sala in lingua originale è come cercare la pietra filosofale…
concordo in pieno sul fatto che si tratti di un grande film in sè. Non ho letto il libro, ho visto il film (in lingua originale ed è grandioso), lo ritengo una delle cose migliori che c’è la possibilità concreta di vedere quest’anno.
Poi, premesso che personalmente american beauty è tra le pellicole che mi ha cambiato la vita e continua a cambiarmela, RR mi sembra quasi un completamento di un discorso fatto allora.
@kekkoz
..non so d’accordo con te su American Beauty, ho sentito personalmente molte persone cambiare opinione col passare del tempo, comunque…
Sul fatto poi che “farò un po’ quel che mi pare..”, lì non c’è dubbio; dopo la cazzata che mi son visto ispiratami da un tuo post (ghost town)..ci puoi contare!
Con sempre vivo affetto!
21
21, quand’è che ti apri un benedetto blog?
questo film l’ho amato moltissimo e penso che non mi passerà
d_elle
parlate solo di american beauty e di jarhead….ma ha nessuno è piaciuto era mio padre???
-Alessia-
scusate l’h non so da dove mi è uscita..
-Alessia mortifed-
Nei cinema dal 30 gennaio 2009
[..] Il dubbio è un film di John Patrick Shanley tratto da una piece teatrale di John Patrick Shanley e scritto da John Patrick Shanley. L’ho già visto una settimana fa, anche se non ho ancora avuto modo di scriverne. Secondo suo film da regis [..]
io invece penso che il film lasciami entrare sia molto al di sopra del libro da cui è tratto, e quando mi sono accorta che a sceneggiarlo è stato lo stesso autore mi sono stupita.
i rapporti tra film e opera letteraria son sempre curiosi: in genere ho l’impressione che il film per funzionare deve tradire il libro; il film di mendes è una bella eccezione a questa… regola/impressione.
Se Kate Winslet non vince l’Oscar per questo film io chiudo il blog e mi metto a vendere gelati. (Si fa sempre dire eh).
Rob.
(ehm, però non è nominata per questo film, è nominata per The Reader. Speriamo vinca ugualmente, via.)
Ehm al cubo … lo so che è nominata per The Reader suvvia, nel mio blog postai tutte le nominations, ma spero appunto che vinca ugualmente anche per questo film in cui è straordinaria.
Rob.
http://ulivo
[..] è++++++++èèèèèèèèè+ Sogni di 1961 Hai notato come la gente come me e te si ritrovi sempre più spesso nel 1960? Dopo cena, s’intende. Al mattino infatti la sveglia &egra [..]
insomma è colpa del doppiaggio se dicono quelle cose in quel modo.
bel film, dialoghi pessimi.
recupererò il libro.
Leon
Sinceramente a me il film é piaciuto, l’unica cosa che mi ha lasciato un po’ perplesso é l’assoluta mediocrità con cui viene dipinto il personaggio interpretato da di caprio.. una persona che si lascia vivere (come tanti, ahimé), priva di spessore, non solo psicologico, ma morale. Non sto criticando né il film, né il regista, né l’attore (bravissimo).. Ma certo, da “fan” sia di di caprio che della winslet avrei preferito un confronto/scontro più alla pari…….
piaciuto assai.
o.t.: avevi ragione, weeds diventa radicalmente brutto. peccato.
pessimo film con un pessimo di caprio,sembrava il figlio della winslet e non suo marito,mediocre anche la winslet
L’ho trovato non gradevole con una pessima Kate Winslet (ma guardatela bene quando litiga con il marito dal ritorno dalla rappresentazione teatrale); la differenza tra lei e Dicaprio la nota anche un non vedente!
Ottimo l’interpretazione di Michael Shannon.
Il film con gli amplessi piu’ veloci della storia del cinema; neanche i conigli!
certo non è na cosetta allegra da vedesse alle 3 de notte il 25 giugno. ecco.
brugo
bellissimo – ora devo leggere il libro.