Frost/Nixon, Ron Howard 2008

Frost/Nixon
di Ron Howard, 2008

Quella che è riuscita a Ron Howard in questo film è un’impresa davvero eccezionale: riuscire a rendere tesa e appassionante la riproposizione di un evento televisivo, a trasformarla in un bellissimo film. Frost/Nixon racconta infatti dell’intervista che lo showman inglese David Frost fece all’ex presidente degli USA Richard Nixon nel 1977, tre anni dopo che quest’ultimo aveva rassegnato le sue dimissoni per lo scandalo Watergate, investendo nel progetto tutti i suoi soldi – e la sua intera carriera. E il film, al di là dei fatti storici e documentati che racconta, è effettivamente anche un film sul potere, deformante e amplificante, del mezzo televisivo.

Il merito di buona parte del film va all’impressionante, precisa e intelligentissima sceneggiatura di Peter Morgan, sceneggiatore di The queen e commediografo, già autore dello spettacolo teatrale da cui il film è tratto: ma è indubbiamente (e inaspettatamente) Ron Howard, che, con la mano sicura portatagli da anni e anni di mestiere, trasforma la piece in un film di tutto rispetto. E qualcosa di più Che però non sarebbe uscito così bene se non fosse per uno dei cast (e soprattutto dei casting) più mostruosi degli ultimi tempi – alla pari con il grande lavoro mimetico di Milk, e che fa sinceramente impallidire quello di W. Da un perfetto Michael Sheen, già Tony Blair per ben due volte, al mefitico Kevin Bacon, all’inedito Matthew Macfadyen biondo, fino alla coppia di esperti composta da Oliver Platt e da un eccellente Sam Rockwell.

Ma Frank Langella, in particolare, è gigantesco nella sua rappresentazione di un Nixon indimenticabile, cupo e tragico Golia della politica, sia nell’accettare la sfida di un David (appunto) che nel perderla sotto il peso dei sensi di colpa, della vecchiaia, della morte, e dell’implacabile primo piano in quattro terzi.

E poi, Rebecca Hall. Dio mio, Rebecca Hall. Quanto è bella Rebecca Hall? Rebecca Hall, dio mio.

7 Thoughts on “Frost/Nixon, Ron Howard 2008

  1. Sai che Rebecca Hall, con quella pettinata li’, mi ha fatto venire in mente i tempi d’oro di Carol Alt? E un po’ mi sono commosso…

  2. eh già Rebecca hall è proprio la fine del mondo

  3. utente anonimo on 7 febbraio 2009 at 20:38 said:

    Carol Alt? A me fa venire in mente i tempi d’oro di Shelley Duvall…

    ^_+

  4. Lontano anni luce dai “filmoni” a cui Ron Howard sembrava assuefatto, un film importante che meritatamente l’Academy Awards ha premiato con cinque nomination.

    Non è un biopic ma un affresco del cinismo, dei compromessi, degli inganni e del machiavellismo privo di scrupoli che si celano dietro la politica e soprattutto dell’importanza e del potere dei massmedia e della tv in particolare.

    ps

    ti ho messo tra i link preferiti

  5. è uno dei più bei film degli ultimi anni, roba da romper le palle a parenti e amici per settimane (cosa che, giustappunto, sto accingendomi a fare)

    Franci

  6. Sempre grande amante delle sfumature, eh Franci?

  7. Rebecca Hall è così maledettamente affascinante che rifulge nel film anche se il suo personaggio è fondamentalmente… inutile ai fini dell’intreccio.

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