The reader, Stephen Daldry 2008

The reader
di Stephen Daldry, 2008

L’ultimo film di Stephen Daldry è diviso in tre parti ben separate, così come il libro di Bernhard Schlink da cui è tratto, e in altrettandi modi è possibile leggerlo – e così è stato fatto negli ultimi mesi. In realtà, la complessità tematica è parte della forza del film stesso, provocatorio nel suo cambiare rotta proprio perché dall’ambiguità delle differenze nasce la difficoltà, affascinante e ambiziosa, di prendere una parte, di decifrare completamente un film che, per sua stessa natura, non vuol essere decifrato del tutto.

Non si tratta quindi di scegliere cosa sia, o di che cosa parli. The reader è un racconto di formazione passionale, intenso e bruciante. E allo stesso tempo è un film che riflette, nel contesto storico del senso di colpa post-Olocausto del popolo tedesco, sull’origine del male e ovviamente sui suoi caratteri contingenti (secondo William Arnold "Nazism as more a product of explicable ignorance than inexplicable evil", forse semplificando eccessivamente). E allo stesso tempo, infine, è un film assai più intimo e insieme universale, un film sul segreto, sulla vergogna – i cui dettagli non si possono esplicitare senza rivelare i fondamenti della trama, ma Rober Ebert scrive, saggiamente che "The reader isn’t about the Holocaust, it’s about not speaking when you know you should".

Se le tre parti spingono singolarmente su ciascuno dei tre tasti, The reader alla fine è però più propriamente una suite in cui questi tre movimenti giungono a una sintesi – in cui uno stesso senso di colpa, nel processo catartico (fondamentalmente inane) da collettivo si fa individuale. Ma forse è proprio questa struttura così serrata e così multiforme, questa visione così audace e pur sorretta da una struttura così solida, probabilmente, a porre un freno alle emozioni che non solo dalla storia in sé, ma dal modo coraggioso in cui è raccontata, dovrebbero scaturire a cascata. Invece, The reader a un certo punto si ferm.

Rimanendo però un film di misteriosa, inesplicabile bellezza, da guardare a mente aperta, capace com’è di torcere alternativamente il cervello e le budella, e in cui nella terza parte, finalmente, anche il cuore, malato di silenzi e morente di segreti, può avere il suo ruolo. E infine, non ci sarebbe più nemmeno bisogno di dirlo, un film che contiene una delle interpretazioni più impressionanti, coraggiose e devastanti degli ultimi tempi – tanto che avrei voluto scrivere soltanto di lei per tutte queste righe, ma non trovavo le parole – quella di Kate Winslet.

13 Thoughts on “The reader, Stephen Daldry 2008

  1. come dire che ti è piaciuto, ma il giusto, giusto?

  2. Speravo di aver fatto un discorso un po’ più complesso di mièpiaciuto-nonmièpiaciuto.

    Comunque sì, giusto.

  3. in effetti ho sentito l’esigenza di ridurre a categorie semplificatrici perché il discorso si era fatto un pelo complesso.

    ritieniti fortunato che non ti abbia chiesto il numero di pallette. :)

  4. e temo che il giudizio sull’interpretazione della Winslet sia dato alla luce della lingua originale…

  5. che bella recensione

  6. Ho amato il libro e il personaggio di Hannah.Non vedo l ora di vederlo: il duo Hare-Daldry e la Winslet so già mi faranno urlare!

  7. 1- ma il giudice era Ennio Frantastichini o un clone tedesco?

    2- ma perchè cavolo in un libro tedesco con personaggi tedeschi si leggerebbero libri in inglese? forse gli spettatori di lingua inglese non capirebbero?

    3- per disturbare Hollywood, Kate meritava l’Oscar per il film di Mendes, secondo me.

    ciao

  8. naturalmente la 2- è riferita a questo film, ambientato in Germania.

    scusate.

  9. love to this film and kate foreva (da brava carampana di daldry e winslet chessono, guai a chi me li tocca!)

    d_elle

  10. ho amato più la recensione del film, brutto segno. l’ho visto doppiato, per ora, mi riprometto di vederlo vo. mi hanno distratta dal teorema la colonna sonora invadente, le due espressioni di Ralph Fiennes e il trucco ‘molto molto vecchia’ di Kate.

    è vero che il pathos si interrompe (forse anche la musica invadente), io ho sentito lo stacco nel momento in cui Fiennes entra nel carcere. forse cadono tutte le illusioni mentre lui ammette di non essere più the reader. e anche il film si spegne negli occhi di Anna.

  11. utente anonimo on 28 febbraio 2009 at 14:36 said:

    un film splendido per la forza emotiva che esprime attraverso i sensi di colpa, individuali e collettivi, dei protagonisti, che arriva a sfinirti per quanto ti avvolge.

    Grazie per la bella recensione.

    Flavio

  12. utente anonimo on 11 marzo 2009 at 01:16 said:

    tornata ora dalla visione di The Reader e ho acceso il pc per leggere la tua recensione .. mi capita spesso ultimamente di confrontarmi con quello che scrivi ..concordo su tutto .. strepitosa Kate!

  13. ma perché bisogna invocare le lacrime? sarebbe forse stato troppo facile commuovere. io lo trovo perfetto così com'è, l'intensità che non arriva a far piangere fa ancora più male.
    con questo, guardato a qualche giorno di distanza di 'revolutionary road', sono diventata definitivamente fan di kate winslet.

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