Due partite, Enzo Monteleone 2009

Due partite
di Enzo Monteleone, 2009

Essere tratti da un’opera teatrale non è una condanna a priori, per un film, se questo sa trovare nella forma filmica una sua, chiamiamola così, dimensione cinematografica. Non è purtroppo il caso di Due partite, tratto dalla pièce di Cristina Comencini che assomiglia più a una versione filmata dello spettacolo che non a un vero adattamento.

Intendiamoci, il film è decisamente meno insopportabile e/o imbarazzante del cinema italiano che sta girando nelle nostre sale. Ed è breve, il che non guasta. E sarebbe anche scritto bene, sebbene non vada da nessuna parte e non abbia la benché minima capacità (né la voglia) di graffiare o di dire qualcosa di davvero forte sui caratteri di dipendenza e codipendenza (contingenti? immanenti? boh) che caratterizzerebbero l’universo femminile. Ma si tratta comunque di un film che, dichiaratamente, è la riproposizione sterile di un successo da palcoscenico su cui era ancora possibile monetizzare, una replica 2D assolutamente priva di una regia che non sia direzione d’attori: a quel punto, che il testo di origine sia valido ha ben poco peso sui risultati.

Il film semmai è più che altro l’occasione per fare il punto sulla situazione dello star system femminile italiano – e anche per fare il giochino di quali funzionano e quali no, tra questa caterva di attrici. Il meglio, lo dico subito, lo danno le attrici, più giovani, della seconda parte: chi più (Pandolfi, la migliore del quartetto, e Crescentini) chi meno (Rohrwacher e Milillo) riescono a sopperire al disinteresse fotoscenografico dell’episodio moderno, che invece teneva svegli nella parte ambientata negli anni ’60 con i suoi colori pastello e il mascara di troppo. Un po’ deludenti invece, appunto, la Buy (che rifà sempre le stesse faccette nervose), la Massironi, e la Ferrari (che si limita a fare un accento ridicolo, ed è davvero indigeribile).

Ma forse sono state semplicemente ammazzate dalla presenza di Paola Cortellesi, che è di una bravura (e di una bellezza) (e di una classe) sovrumana. Talmente brava che tutta la prima metà ad un certo punto sembra soltanto funzionale a lei (quando di suo non lo sarebbe affatto), talmente brava che mi ha fatto dubitare per un po’ che questo post fosse una stroncatura.

5 Thoughts on “Due partite, Enzo Monteleone 2009

  1. utente anonimo on 5 marzo 2009 at 20:40 said:

    uffa, non ti leggo più

    mi smerdi tutto ciò che vorrei andare a vedere!

    bru

  2. Dai, smerdi è una parola grossa ^^

  3. Io le ho viste a teatro, pura ed entusiasmante e frivola esibizione di attrici, e interessante perchè alcune di loro hanno mostrato di sapere recitare, cioè di sapere stare su un palcoscenico ed essere presentabili.

    E mi riferisco proprio alla Buy, che io faccio fatica a vedere al cinema (ma la colpa è anche di chi, con pigrizia, vuole che lei faccia sempre la stessa parte, le stesse facce, le stesse mosse) e che a teatro ha mostrato di reggere la scena.

    Il teatro è la prova del nove che ogni attore di cinema dovrebbe fare.

  4. Il film ha scarso ritmo e ha un sapore di costruito e di artefatto. Regia e sceneggiatura non hanno trasformato il linguaggio teatrale in linguaggio cinematografico, non uguali e con esigenze diverse.

  5. utente anonimo on 11 marzo 2009 at 18:43 said:

    Si in effetti anche io ero vagamente interessato a Due Partite… e ora, per cola dei tuo commenti….!!!!!!! Eh eh scherzo ovviamente… Comunque film da ricordare se non altro per l’assemblamento del cast tutto al femminile, (quasi) tutte solitamente impeccabili.

    BOLZO

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