Martyrs
di Pascal Laugier, 2008
Tempo fa in rete si parlava molto più spesso (anche da queste parti: vedansi i post su Them e Inside) dello stato di salute dell’horror francese contemporaneo – di quello più estremo e violento, tendenza ri-sbocciata negli ultimi anni sugli schermi d’oltralpe, tra il grande giubilo dei fan del genere e l’invidia giustificata dei nostri compaesani. L’étoile di questa stagione era probabilmente proprio il film di Laugier, gradito da molti, e che a detta di alcuni spostava persino il baricentro del cinema horror.
In realtà, no. Ma proprio no. Martyrs tradisce le aspettative sia di chi voleva assistere a un altro robusto film del terrore, sia di chi voleva semplicemente spaventarsi come si deve. Laugier infatti, dando l’impressione di non sapere che pesci pigliare, spezzetta il film in parti facendolo ripartire daccapo ogni mezz’ora, modificando di volta in volta il baricentro narrativo: scelta originale, senza dubbio, ma che rende gran parte del film un pretesto accantonato in favore dell’ultimo segmento, e (soprattutto) lo rende un film assai indigesto – ma per i motivi sbagliati: il gore c’è, per carità, ma la noia lo batte in volata. E ve lo dice uno impressionabile.
Poi, fatto che il tutto si risolva in un’agghiacciante puttanata misticheggiante, di certo non aiuta.
L’ultima mezz’ora, secondo me, è anche costruita male, e con tempi sballati.
Avevi visto Calvaire? È di qualche anno prima, sempre francese, e per me molto molto più interessante.
No, Calvaire mi manca, devo recuperarlo da un po’ (insieme alla seconda metà di Vinyan…)
Ok, prima parte meglio della seconda (che i francesi se non hanno una morale “alta” stanno male), ma cazzo, la prima parte spacca il culo e poche balle. E’ roba che fa sembrare The Ring e The Grudge dei film con Steve Martin. Per trovarlo noioso non ho idea in che svogliato stato d’animo fossi, o su che laptop minuscolo lo stessi guardando, perche’ i cambi di prospettiva e i momenti alla “e adesso che cazzo mai puo’ succedere” sono una cosa positiva e tengono svegli eccome.
(ma vale se litighiamo noi due? ti posso offendere o non ci crede nessuno?)
Vaffanculostronzammerda.
Facciamo così, mi è piaciucchiata la prima mezz’ora, venti minuti. Un po’ pochino, no?
(non sono comunque d’accordo con i tuoi confronti: oh, non mi sono spaventato, né col “mostro” immaginario né tantomeno con quello “vero”, cosa devo farci?)
(e comunque no, lo schermo era bello grande, la stanza buia, io ero solo, il volume a palla, avevo molta voglia di spaventarmi: ora come la mettiamo? ^^)
“Qualsiasi cosa si avvicini anche lontanamente all’Albero della vita è male” (cit.)
La paura e’ strasoggettiva, io non ricordo cosa sia la paura almeno dal 1985 e non misuro mai un film d’orrore in paura (e’ un controsenso?), pero’ tutta la parte nella casa e’ cazzutissima. Violenta, veloce, sadica… boh, l’unica cosa che potevo chiedere di piu’ e’ che durasse tutto il film, che poi invece diventa la scena dell’estintore di Irreversible allungata a morte. Mica male lo stesso, ma impatto minore. E cmq: ce ne fossero di film cosi’, non solo in Francia e Giappone…
Ok, in definitiva è innegabilmente una puttanata misticheggiante. Ma trovatemi un film più malato di questo.
Calvaire è belga.
E sì, finora secondo me è il film horror europeo più “alto” di questi ultimissimi anni. Alto in termini di qualità cinematografica in genere, e nel genere. Pazzesco.
Ovviamente ritengo al contrario che Martyrs sia un film perfetto, poco al di sotto di Calvaire; un film in cui ogni singola scena è frutto di riflessione, di conoscenza del genere, un film in cui lo spettatore viene continuamente messo alla prova (in molti sensi, mica solo nel gore).
Bravissimo Valido nel momenti alla “e adesso che cazzo mai puo’ succedere”!
Ma dico ovviamente, dato che a te è piaciuto Watchmen! Quindi è ormai assodato che nei gusti siamo del tutto opposti, il che comunque è una roba che dà delle certezze.
Non c’entra nulla, ma volevo solo rendere noto che tutti coloro (fortunatamente pochi) che hanno da ridire su Ponyo sono dei vecchi austriaci che tengono la figlia in cantina e la violentano da anni.
LorB
E’ questione come al solito di termini di paragone.
Martyrs e’ ambizioso, issimo se volete, ma tenta una via personale e – nelle parole dello stesso regista (che si’, e’ il solito francese spocchioso) – non e’ stato nemmeno pensato strettamente come un horror. E si vede. Insomma: se si prende Hostel, o anche solo Frontier(s), vaffanculo a tutti e due per direttissima, tutt’altro campionato. Per me straccia pure Irreversible.
Ma se te lo spacciano per il miglior horror mai girato dai tempi del Nosferatu di Murnau, beh, ovvio che i suoi difetti ce li ha, a partire da un secondo tempo che farebbe un figurone appiccicato al 90% degli horror degli ultimi 15 anni, ma che lascia un po’ delusi in confronto alla potenza senza compromessi del primo tempo. Sul primo tempo di Martyrs non sento ragioni.
97 minuti di applausi per LorB.
Mi schiero tutta la vita con Valido. Non è questione di paura.
E anzi aderisco alla frangia estrema, trovo anche migliore la seconda parte, quella della tortura insistita. Veramente bella.
In sala (ovviamente)il gradimento era misto.
“Aho! Ma che è Grattachecca e Fichetto?!?” si è sentito nella parte dello scuoiamento.
Mi sembra di averlo espresso abbastanza chiaramente e con un certo distacco nel post, e non vorrei aggiungere altro, ma voglio che sia ben chiaro che secondo me il film sarebbe un “pollice verso” anche se mi avesse spaventato. In altre parole: sì, avete perfettamente ragione, la paura non c’entra – però e il film è brutto lo stesso. Una cosa così.
(promuovo comunque le intenzioni, quelle di cui parla Valido, che sono davvero ottime – quelle di fare un film che “trasgredisca” in senso profondamente strutturale i canoni dell’horror e non solo – ma si sa, con le intenzioni non ci lavo i piatti)
Non voglio offendere nessuno, ma se avete voglia di indagare sulle domande ultime e/o scoprire/riscoprire il vostro senso religioso fate meglio a prendere in mano la Bibbia, il Corano o le 101 storie zen, non un horror misticheggiante con risvolti lesbo-pedo-necrofili (*).
Violetta
(* copyright: il collega Nicola, che saluto)
Per quel che mi riguarda se il film finiva con la protagonista che mostra il dito medio, spacca la finestra sollevando un lavandino e poi scappa, il mio giudizio non cambiava di una virgola
Valido, non lo mettevo in dubbio
Io ce l’ho.
Momenti alla “che cazzo può succedere”: uno. In un’ora e mezza l’unica cosa che non mi aspettavo è stata la fucilazione dei due figli.
Per il resto è una bruttura iper-prevedibile nonché un velato riadattamento de La passione di Cristo da parte di un regista furbetto che sa come abbindolare i fanboy della roba alla Miike.
Vuoto.
Non dire chiavate, della svolta che prendeva il secondo tempo ne potevi sapere solo se leggevi la trama prima o ti vedevi il trailer
A me invece la parte iniziale è quella che è piaciuta meno. Colpisce duro ma ricorda un po’ troppo tutto il nuovo cinema horror francofono. Mi è piaciuto come evolve, riuscendo a sorprendermi, e questo non mi succede da tempo, specie con gli horror. Il fatto che oggi a tavola ne parlassi con mia sorella, facendomi pippe mentali cosmiche, è una cosa che mi piace. Comunque Calvaire ancora meglio, capolavoro.
Val
Mmm Gran bella C*****. Infatti, sono d’accordissimo su tutto e in particolare con il finale che è una “puttanata misticheggiante”.
Grande film, per essere un horror. Non un film perfetto, con effettivamente una deriva perverso-mistico-confuso(è un horror, gente!) mistichieggiante che certo non è il meglio del film. Alta qualità tutto sommato. Le allucinazioni persecurorie della co-protagonista sono davvero brillanti; certe scene quasi intollerabilmente sadiche, recitate benissimo. Anche a me è piaciuto Calvaire; con questo mi fa pensare che persino nello stantìo genere de paura c’è ancora la possibilità di essere provocati e stupiti a dovere.
Alino
No, non sono d’accordo… Recensione Martyrs by CINEMAeVIAGGI