Los cronocrímenes (Timecrimes)
di Nacho Vigalondo, 2007
Per raccontare che cosa succede nell’opera prima di Nacho Vigalondo avremmo bisogno di tutto lo spazio di questo post, ma forse non ne vale la pena: meglio immergersi a mente serena e vergine in questo piccolo delirio di paradossi spazio-temporali, gestito con mano sicura e una spettacolare ironia dall’esordiente, allora trentenne, regista cantabrico.
Vi basti sapere che c’è in ballo una macchina del tempo, un misterioso e minaccioso uomo con la testa fasciata, e una concezione del tempo immutabile che a un certo punto fa davvero girare la testa – ancor più per la precisione implacabile (nonostante gli innesti siano chiari ben presto a chi bazzica spesso e volentieri il viaggio nel tempo) con cui il film è scritto. Ma se Los cronocrímenes è uno scherzetto giocoso, i risultati non vanno presi sottogamba: consapevolissimo dei meccanismi di genere quanto di quelli che regolano il tempo immutabile, Vigalondo ha scritto e diretto un’operetta inquietante e beffarda che ammicca in modo divertito alla disgregazione borghese e che, una volta innescata la miccia, non lascia un attimo di scampo.
Il film, che è costato solo un paio di milioni di euro, è diventato un caso in tutto il mondo tra gli appassionati del cinema di genere: circolato tra i festival di genere per mesi, dove ha fatto incetta di premi, è uscito in Spagna nell’estate 2008, e negli USA alla fine dell’anno – riscuotendo un buon successo e meritandosi il prevedibile remake americano, in arrivo nel 2011. In Italia non se n’è nemmeno sentito parlare.
Nell’attesa che qualcuno se ne accorga anche qui da noi, c’è il DVD originale spagnolo, completo – pare – di sottotitoli in inglese. Disponibile, per esempio, sul sito della FNAC o su Starscafe.