In search of a midnight kiss
di Alex Holdridge, 2007
Trovatisi di fronte a In search of a midnight kiss, capolista del movimento mumblecore, in molti hanno tirato in ballo confronti con Clerks. Le ragioni sono molteplici: il budget approssimativamente simile (la cifra stimata, assolutamente ridicola, è di 25 mila dollari), la scelta del bianco e nero, e soprattutto alcune situazioni particolarmente colorite e gli affilatissimi dialoghi messi in bocca a Sara Simmonds e al comprimario Brian McGuire.
Ma fermarsi a un "nuovo Kevin Smith" sarebbe limitante. Perché quello che In search of a midnight kiss riesce a fare, con quattro soldi e "tra amici" (divertente vedere le interviste in cui la Simmonds e il co-protagonista Scoot McNairy rispondono a occhi sgranati a giornalisti che chiedono di "provini" e "selezioni" per il ruolo), è molto di più: rivedere completamente l’immaginario collettivo legato al downtown di Los Angeles, tanto da rendere la città quasi irriconoscibile.
Fotografata nello splendore della Sony HVR-Z1 da Robert Murphy, la Città degli Angeli è la vera protagonista di una ballata cinica e a suo modo romanticissima, fatta di strade attraversate, posti dove fermarsi, luoghi dove innamorarsi e poi dimenticarsi, in una tiepida e lunga giornata di fine anno. Mentre nelle case si consuma l’inganno e il mistero, si trovano fievoli catarsi per l’impossibilità di amarsi fino in fondo, è la città con le sue luci e le sue ombre l’unica testimone definiva di un amore che nasce, e di un amore che muore.
Ma in Midnight kiss, sebbene il suo fascino immediato sia portato dalla splendida fotografia e dalla sceneggiatura divertita e divertente, irriverente e logorroica, c’è anche un personaggio femminile, la Vivian di Sara Simmonds, indimenticabile nel suo percorso da Insopportabile Stronza mezza matta a ragazza che nasconde dietro la scorza bitchy gli occhiali da sole una inaspettata fragilità. E, ancora una volta, quello che si trasmette è la spaventosa consapevolezza che ultimo romanticismo possibile è quello passeggero, aleatorio, impalpabile, di un bacio dato a mezzanotte, e di un inevitabile addio.
Questo è il terzo film del 34enne Alex Holdridge: ma è il primo a superare davvero le barriere della zona di Austin (dove le sue precedenti opere avevano già sbancato il SXSW e l’Austin Film Festival) conquistandosi agli Independent Spirit Awards l’ambito John Cassavetes Award – dedicato alle opere con budget inferiori ai 500 mila dollari. Speriamo che sia solo il preludio a una lunga carriera. Un futuro di cui, in questo film, si vede ben più che la promessa.
Impossibile non citare infine la colonna sonora: due brani degli Okkervil River, tre degli Shearwater (entrambi complessi "compaesani" di Holdridge), e una chiusa sul classicone Wind of change degli Scorpions che strappa le budella.
Il DVD inglese è in vendita su Play.com, e costa pure poco, pochissimo.
beh, ma che bianco e nero da sballo.
bello…l’ho visto qualche mese fa, sottotitolato in spagnolo, qui a Bcn.
Mi ha fatto pensare a Before Sunshine, a dire il vero.
E la colonna sonora è proprio bella.
ciao
e chi non sa l’inglese?..s’attacca, visto che non uscirà maaaai in italia…
Eh, mi sa di sì – a meno che qualcuno di itasa o subsfactory non si illumini e traduca i sottotitoli