Franklyn
di Gerald McMorrow, 2008
Avendo già espresso sinteticamente una posizione "a caldo" su twitter, ed essendo passata ormai dalla visione una settimana, spesa a cercare di rimuovere l’impressione di fastidio e di presa per il culo che Franklyn mi ha causato, cercherò di essere breve ripetendo quanto già era ben chiaro: Franklyn è una delle più brutte delusioni dell’ultimo periodo, e già buon candidato al Premio Cantonata 2009.
Il problema è che Franklyn è il figlio ideale di un’idea di cinema, aberrante o perlomeno pericolosa, per la quale il mero mescolare le carte (narrative, culturali, linguistiche, fate voi) dovrebbe bastare a tirare fuori un cult movie – e poco importa se il film in sé è una robaccia confusa e noiosissima, qualcuno ci cascherà con tutte le scarpe. McMorrow dev’essere uno di quelli convinti, per dire, che Donnie Darko fosse fico a prescindere da cosa fosse messo in scena, perché uscivi e wow, non ci ho capito un cazzo. Ehm, volevo dire: no.
Così, dopo un’ora abbondante di cosa diavolo sta succedendo, quando l’impianto viene spiegato, esplicitamente, senza più alcun dubbio (inclusa la tremenda risoluzione finale), è davvero difficile non sentire la propria voce dire a voce alta "beh?" e poi, quando tutti si sono girati a guardarti, dire "beh, dico, è tutto qui?". Mi hai spacciato una cialtronata che è un pretesto, di una futilità imbarazzante, per mettere in scena dei tizi con dei cappelli a cilindro e per far dire a Eva Green quattro sciocchezze sulla morte per una riflessione sul rapporto tra il sé e la realtà? Tra l’altro trascinandomi al cinema con l’inganno? Bravo Gerald, bell’inizio davvero.
Se vi viene voglia di uscire e vedere questo film, guardatevi qualche foto di Eva Green, è un’esperienza assai più soddisfacente ed è pure gratis.
ho grande rispetto per questa recensione, perchè è molto simile a quanto ha detto mia moglie uscita dal film, un po’ perchè probabilmente, grattando la superficie e il pacchetto ben confezionato, hai ragione tu
Io per quaranta minuti ho veramente sperato che fosse una cosa FICA, tipo che…
(spoiler alert)
… tutti e quattro i “piani di realtà” messi in scena andassero presi per buoni e esistenti l’uno indipendentemente dall’altro. O che, alla peggissimo, il coté V Per Vendetta si spiegasse come facente parte di una narrazone/video-installazione della trùscidona.
(fine spoiler)
Così gli è venuto fuori un cazzo di “Crash” con svolta metafisica.
Andasse a LAVORARE, questa gente.
A LAVORARE.
purtroppo concordo, anche se con meno astio.
Un pò forse perchè certe cose (perlopiù dal punto di vista estetico della messa in scena) sono fatte davvero come si deve, alla fine sono uscito pensando che perlomeno le premesse per tirare fuori qualcosa di buono la prossima volta ci sono.
Ovviamente era sull’immaginario come fuga dal reale e non viceversa…pardon.
Grande-Stronzata; Ah, se non ci fosse stata Eva…
Crazy Simo
mi farò bastare quel tumblr, cui son già iscritto (credo proprio su un tuo precedente suggerimento sugli altri lidi).
(ehm, quel tumblr è farina del mio sacco)
Donnie Darko è fico
‘desso piango ‘desso ci credevo (ma lo vedrò uguale per poter dire cosa diavolo vuoi dirmi uomo mascherato)
d_elle