Coco avant Chanel – L’amore prima del mito (Coco avant Chanel)
di Anne Fontaine, 2009
Non per fare il bastian contrario, ma davvero, cosa me ne faccio di un biopic senza un vero conflitto? In cui tutto è giustificato dall’incipit, in cui la piccola Gabrielle aspetta inutilmente il padre all’ingresso dell’orfanotrofio – perché dopo sarà tutto un "quella donna ha troppe piume, aspetta che gliele mozzo"? In ogni caso, il fatto che la vera Coco Chanel fosse notoriamente una grande dispensatrice di aforismi non autorizza la Fontaine a mettere in bocca alla Taotou una serie interminabile di panzane spacciate per massime di profonda saggezza.
Ma il problema di Coco avant Chanel – se togliamo il fatto che sembra un film del pomeriggio di Canale 5, e che è inverosimilmente piatto, e che è costruito, soprattutto nella prima metà, su una quantità persino irritante di cliché: ma fin qui nulla di inatteso – è che dei suoi tre personaggi non ci può interessare di meno. Perché? Coco è fondamentalmente una piattola, ma è tanto adorabile e indipendente. Balsan è un uomo retrogrado e maschilista, ma è tanto adorabile e simpatico. "Boy" (ovvero Alessandro Nivola, anche se è conciato come un giovane Massimo Lopez, gayness included) è un furbacchione che riesce a dare un colpo al cerchio e uno alla botte, ma è tanto adorabile e affascinante. Tutto così.
Però che vestiti, eh. Che emozione, i vestiti. Che palle.
Oppure forse il tutto si riduce al fatto che secondo me Audrey Tautou dovrebbe semplicemente finirla. Di fare cinema.
Ma no, ma no, Audrey Tautou dovrebbe finirla con la vita.
Mi pare di capire, come si deduceva anche dal trailer, che quindi è esattamente identico alla brutta fiction della rai con Shirley MacLaine andata in onda qualche mese fa.
La grande Coco sicuramente si starà rivoltando nella tomba. Uno dei peggiori e insulsi film della stagione. Concordo su Audrey…
Credo che persino Coco Chanel fosse più sentimentale di te.
Bel film
L’ho visto…. purtroppo.
Sono morta di noia.