Vincere, Marco Bellocchio 2009

Vincere
di Marco Bellocchio, 2009

Ho visto Vincere da ormai molti giorni, e mi sono trovato immediatamente in difficoltà all’idea di scriverne – tanto da sospendere temporalmente il blog in attesa che venisse fuori qualcosa da dire su questo film, che pur essendo intellettualmente una delle cose più stimolanti in circolazione mi ha colpito così tanto soprattutto da un punto di vista viscerale. Ovviamente, non è venuto fuori niente. Altrimenti non avrei scritto questo paragrafo, non credete?

Quando mi capita un film che sa stringermi le budella in questo modo, quello che mi sento di fare è semplicemente di consigliarlo caldamente – cosa che infatti ho fatto attraverso canali meno istituzionali di questo blog – e ancor più che in casi simili precedenti, di cercare di vedere un po’ al di là dei propri pregiudizi. Ed è questo, che è venuto fuori: la strana impressione che mi ha fatto, per molteplici volte negli ultimi giorni, rendermi conto che il mio consiglio non veniva preso sul serio – che si dava per scontato che Vincere non fosse niente di che.

A costo di ripetere discorsi forse più adatti a quell’altro blog: davvero non credete in Marco Bellocchio? Dico, li avete visti, i film che ha girato negli ultimi anni? Li avete visti L’ora di religione e Buongiorno, notte? Davvero credete che Giovanna Mezzogiorno – che da queste parti, con tutti i limiti del caso, non è nemmeno così mal vista – sia comunque una ragione sufficiente per scalzare un film di Bellocchio dalle proprie preferenze? Davvero credete che Vincere possa essere il feuilleton storico-erotico che hanno cercato di venderci (tant’è che anch’io ci ero quasi cascato)?

Non lo è. Vincere è semmai uno dei film più sperimentali e insieme più poderosi del nostro cinema recente. Un film liberissimo e svincolato da ogni prevedibile meccanismo, che alterna lo splendore della ricostruzione storica e la fotografia, assolutamente ipnotica, di Daniele Ciprì, a una messa in scena teatrale e antinaturalista nella quale l’inevitabile scambio semantico tra la Storia e l’attualità si mescola con con una regia che, soprattutto nella prima parte, ricorda una versione furiosa e contemporanea dei manifesti futuristi, presenti essi stessi all’interno delle vicende – e dentro cui, programmaticamente, si svolge l’atto erotico di rifiuto che dà inizio al "martirio" di Ida.

Ma senza stare a scomodare le ragioni effettive (l’intelligenza delle scelte strutturali e narrative, la capacità di parlare con le immagini, e di non aver paura che siano le immagini a parlare) che rendono Vincere un film così prezioso per un cinema come quello italiano che ultimamente, diciamolo, si è un po’ appisolato sugli allori, lo ripeto, la motivazione più pregnante per convincervi è probabilmente quella con cui ho aperto il post, quella più inconscia, inspiegabile, unica: Vincere è un film che ti stringe le budella. Bastava dire quello.

13 Thoughts on “Vincere, Marco Bellocchio 2009

  1. utente anonimo on 9 giugno 2009 at 13:40 said:

    non vedo l’ora che arrivi in sala, non capisco perché sti stronzoni di francesi l’hanno messo in programma per novembre quando ciccio pasticcio almodovar subito l’hanno “uscito”.

    basteeeeeeeeeerds

    Eazye

  2. utente anonimo on 9 giugno 2009 at 15:27 said:

    Non so se Vincere sia il più bel film di Bellocchio, sicuramente però è il più ambizioso. E’ chiaro come questo bravissimo regista (e sono d’accordo con te nel considerare capolavori tutti i suoi ultimi prodotti), ormai più che settantenne, abbia voluto realizzare la sua opera più completa e particolare, ricostruendo il periodo fascista attraverso gli occhi dell’Istituto Luce e di quelli di Ida Dalser, prendendosi la sua piccola rivincita sui crimini del Duce raccontandone in prima persona e con pathos uno dei più atroci e meglio sepolti. Davvero bello cazzo, non pensavo fino a questo punto.

    BOLZO

  3. Evviva evviva. Bellocchio ormai è inarrestabile (per me L’ora di religione è uno dei più bei film degli ultimi 10 anni, e non sono tra gli italiani). Più che altro cosa pensi del secondo tempo? Ho avuto la sensazione che lo stile si facesse meno sperimentale, meno violentemente “futuristico”, ma immaginavo fosse anche un modo per raccontare il “trapasso” di Mussolini da giovane ardente a Duce sclerotizzato dal suo stesso mito e impegnato a smussare ogni spinta eversiva del suo passato (Ida e Benito Albino in primis).

  4. utente anonimo on 9 giugno 2009 at 20:25 said:

    d’accordissimo!

    bellocchio é uno dei migliori registi italiani (di sempre?), ma non viene sempre considerato a dovere (forse anche x i temi scomodi trattati).

    Vincere é un gran film davvero.

    Certo se ce ne stiamo a Vespa e ai servizi dei tg non andiamo da nessuna parte (e al contrario gente che non avrebbe mai visto un film di bellocchio,é invece andata al cinema a vedere questo – o almeno quando sono andato io c’era un pubblico molto “eterogeneo”…)

    j.averill

    PS

    anche x me l’ora di religione é uno dei migliori film degli ultimi 15 anni

  5. senza dimenticare che si tratta anche di un poderoso melodramma operistico, in questo profondamente e orgogliosamente italiano (gli stranieri hanno voglia di imitarli ma non ce la fanno, con il melodramma ci si nasce).

    In questo senso la tua lettura “viscerale” acquista ancora più significato, perchè Bellocchio se la gioca tutta di pancia questa storia (o Storia?) e fa benissimo.

  6. utente anonimo on 10 giugno 2009 at 14:48 said:

    Un film che rende la Mezzogiorno quasi simpatica e quasi brava non può che essere meraviglioso. Ihih.

    Bellocchio ti prende sempre alla pancia.

  7. Più che altro è vergognosa (e chiaramente sintomatica) l’assoluta indifferenza con la quale è stata accolta dalla stampa italiana quest’ultima fatica bellocchiana. E questo a prescindere dal giudizio sul film, che piaccia molto o poco o per nulla. E’ un’opera così complessa e stratificata (nonchè esteticamente densissima) che un minimo di dibattito culturale sarebbe stato auspicabile in un paese che si vuole mediamente colto e mediamente civile.

  8. Ti ho appena scoperto per puro caso e il tuo post mi ha proprio incuriosita. Vivendo a Berlino non sono sempre al corrente delle ultime news cinematografiche, fortuna che ti ho trovato, ora cercherò il film!

    ps: la mezzogiorno in effetti non è un incoraggiamento, ma l’ultimo Bellocchio mi ha molto colpita!

  9. utente anonimo on 13 giugno 2009 at 16:45 said:

    “Vincere è semmai uno dei film più sperimentali e insieme più poderosi del nostro cinema recente.”

    Definisci “sperimentale” e cosa intendi per “recente”?

    tdk

    P.s. comunque non andrò a vederlo. Mi hanno letteralmente stancato sti film “storico-politico-sociali”, sembra che non sappiamo far nient’altro in Italia.

    Cioè, la domanda è: ne abbiamo veramente bisogno? Non credo.

    Saluti.

  10. Pensa un po’, l’intero post è palesemente una risposta a chi dà per scontato che sia uno di “sti film storico-politico-sociali”.

    Oh, non lo è.

  11. utente anonimo on 14 giugno 2009 at 13:41 said:

    se è davvero come dici stiamo messi bene… mi fido della tua opinione, nonostante bellocchio sia diventato poco più che un regista da matrimoni ;) con uno staff tecnicamente rilevante (quello che gli suggerì i pink floyd che lui ignorava in buongiorno notte…)…

  12. “Vincere” non mi ha convinto nel complesso, non mi è piaciuto molto. Le considerazioni che fai, giovane cinefilo, ci possono assolutamente stare ma a livello stilistico, la trama e la storia non è curata perfettamente. Per la scenografia, le location, i costumi ma anche gli attori (nel complesso) il film tiene. Ma per quanto riguarda la trama essa alla lunga diviene sempre meno intensa e rischia di sfilacciarsi un po’. Intermezzare poi le immagini di repertorio si mostra un’ idea poco efficace perchè troppo distante dalle scene reali del film. Da Bellocchio secondo me ci si poteva aspettare di più. “Buongiorno Notte”, pur con dei limiti, è curato meglio.

    La sperimentazione del regista è interessante ma poco più.

    Ciao a tutti

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