I love you, man
di John Hamburg, 2009
Per mettere a fuoco un film come I love you, man può essere utile prendere confidenza con la parola "bromance". Un termine ormai talmente diffuso che ci hanno costruito intorno un intero reality show, e che al cinema è divenuto non solo l’evoluzione naturale del buddy movie ma la vera colonna portante della stragrande maggioranza di molta commedia americana contemporanea – anche a posteriori. Un bromance (bro + romance) è molto semplicemente una storia di amicizia tra due maschi eterosessuali che, per definizione, non dovrebbe sfociare in un’attrazione fisica o sessuale (anche se una variante semantica sempre più diffusa nelle comunità LGBT prevede che una delle due parti sia – o possa essere – gay) ma che condivide la struttura delle classiche storie d’amore tra un maschietto e una femminuccia.
I love you, man parte da questo presupposto: di trattare l’incontro tra Paul Rudd e Jason Segel letteralmente come se fosse una tradizionale storia d’amore, con tutte le sue fasi (infatuazione, separazione e riappacificazone comprese), ma sempre all’interno dell’indiscussa eterosessualità dei due protagonisti – uno dei quali, appunto (Paul Rudd), in procinto di sposarsi si rende conto di non avere un papabile testimone di nozze perché è sempre stato un "girlfriend guy" e quindi si è ritrovato senza uno straccio di amico. Fino a che non incontra per caso Jason Segel, innescando una sorta di innamoramento parallelo a quello tra lui e la futura moglie, la luminescente Rashida Jones.
Lascerei ad altri più interessati l’osservazione delle conseguenze di un simile approccio, stando al film e non alle sue potenziali implicazioni I love you, man è una commedia davvero molto divertente, che al di là della performance di Paul Rudd – che si produce in una variante del suo ruolo in Role models, altro film recente con spiccati caratteri di bromance - ha come punto di forza palese quella di Jason Segel. Non solo perché l’attore di How I met your mother è particolarmente in forma (ben più che nel deludente Forgetting Sarah Marshall), ma perché il suo Sydney, pur rappresentando abbastanza tipicamente l’outsider che irrompe nella vita di un personaggio inquadrato stravolgendone le visioni del mondo, è scritto con adeguata sensibilità, e una sostanziale credibilità che calca più sui suoi caratteri assoluti (il look, prima di tutto) che su quelli oppositivi.
Per il resto il film funziona bene, sospetto, (oltre che per un cast di contorno molto ricco di apprezzatissimi caratteristi come Jaime Pressly, J.K. Simmons, Thomas Lennon, Aziz Ansari, Lou Ferrigno nella parte di se stesso) soprattutto per l’inspiegabile alchimia che si crea tra il terzetto di bravi protagonisti Rudd-Segel-Jones. Anche perché, a differenza di altri film coevi e "cugini", nonostante resti immancabile la componente scatologica (cacca e vomito), manca quasi del tutto sia l’acerrima e infantie misoginia che di solito fa da substrato all’ormai canonica "rivincita del loser" – anzi, il personaggio di Rashida Jones è trattato con i guanti di velluto – così come manca l’ammiccamento alla geek culture: I love you, man è un film che potrebbe essere tranquillamente ambientato in un periodo pre-myspace, e la passione di Segel per i Rush è la medesima scorciatoia malinconico-analogica di quella di Sean William Scott per i Kiss in Role models.
In uscita nelle sale italiane il 21 agosto 2009.*
*basta guardare il trailer per rendersi conto di quanto sia poco curato l’adattamento italiano: se preferite evitarvi il solito doppiaggio stracciapalle il film è già disponibile in DVD Regione 1 mentre il DVD inglese esce, guarda un po’, proprio alla fine di agosto. Io vi ho avvertiti.
ora dico una sacrosanta banalita’: tra tutti i film del mondo che vanno sempre guardati in lingua originale, questo tipo sono tra i peggiori doppiati.
comunque, ho visto anche io I love you man, e ancora mi chiedo quali siano gli elementi che mi hanno fatto scompisciare dalle risate
beh sarà una banalità ma è verissimo. ultimo caso: adventureland.
comunque anch’io mi sono divertito moltissimo vedendo questo film, ma analizzandolo con distacco non saprei bene dire il perché. secondo me è un buon segno.
secondo me è perchè sei un uomosessuale.
(ora arriva qualcuno e mi prende sul serio. tipo un fan dei muse. io ho paura dei fan dei muse più di quelli di pirati dei caraibi)
Ma Forgettin Sarah Marshall, pur essendo un filmettino per me non è stato poi così deludente. Questo, se mi dici che è pure meglio, mi sa che vale almeno il prezzo del biglietto, anche se ovviamente, come quasi qualsiasi cosa, andrebbe visto in lingua originale.
Mi pare che ultimamente guardi dei gran brutti film.
Lo so che dire “Jason Segel di How I Met Your Mother” è legittimo e sacrosanto, ma per me sarà sempre “Jason Segel di Freaks and Geeks”. Ecco.
già visto in inglese e mi è piaciuto assai…sono molto curioso di vedere come tradurranno tutte le voci che Rudd prova a fare (fallendo miseramente) in italiano…
Peter incontra anche Doug, un ragazzo gay che si innamora di lui e ci scappa anche un bacio… (cosa peraltro più diffusa di quello che si possa pensare).
la scena di Doug che incontra per caso Peter e Sidney è fantastica!!!
Doug: I just wish I could take back that kiss. Because now I know… it was the taste of betrayal.
Peter Klaven: It wasn’t the taste of betrayal!
Doug: It was the taste of betrayal.
Peter Klaven: It wasn’t the ta…
Doug: It was the taste of betrayal… you fucking whore!
Peter Klaven: [to Sydney] I can actually explain that.
Sydney Fife: I would looove to hear that!
Doug: Hi Peter, I saw your billboards, they’re spectacular. I’m sorry for calling you a whore. Best of luck with Sydney, if you’re not still together… you can Facebook me.
Doug: [walking by Peter & Sydney hugging] You’re a whore Peter!
Scusatemi. Non è mia intenzione offendere nessuno ma ogni volta che mi capita di vedere un film come questo non riesco a persuadermi di come sia possibile investire denaro, tempo, presunti attori e risorse di qualsiasi altra natura per dare origine ad una accozzaglia di banalità e sciocchezze di tal fatta. Come fa un film del genere ad essere considerato anzitutto film e per di più divertente? Su quale base è possibile spendere parole di “analisi” o “critica” al film? A mio avvisto è talmente vuoto, privo di spessore, i personaggi stessi sono – nella migliore delle ipotesi – piatti di personalità o, nella peggiore, ne hanno fin troppa al punto di risultare stucchevolmente distorta ed esagerata. Il che sarebbe accettabile se alla fine ci fosse un messaggio, un arricchimento umano, un segnale – anche debole – di originalità. Persino la peggiore delle commedie di Woody Allen è incommensurabilmente superiore. Scusate lo sfogo e il tono da “bacchettone” ma vedere in che stato di decadimento e nullità artistica si trova un certo tipo di cinema, mi lascia veramente avvilito…
dimenticavo,
il termine “bromance”, non sarà mica la contrazione di b-movie romance?
Fil Connors