Observe and report, Jody Hill 2009

Observe and report
di Jody Hill, 2009

Chi tiene d’occhio Jody Hill da un po’, per via di The fist foot way e della serie Eastbound and down, pensa di sapere perfettamente cosa aspettarsi da Observe and report. Ma si sbaglia: l’incontro tra la poetica del regista e sceneggiatore e i production values portati da un budget di 18 milioni di dollari (contro i 79 mila dell’opera prima) hanno prodotto qualcosa che va persino al di là delle aspettative più rosee – e cioè, quello che è uno degli oggetti più strani e disturbanti del cinema americano degli ultimi tempi.

Una rottura che si manifesta soprattutto nei confronti della commedia americana contemporanea e di cui Seth Rogen (messo in campo e utilizzato da Hill con il sadismo di un burattinaio strafatto di crack) dovrebbe essere il rappresentante. Una spaccatura che si palesa attraverso la cristallizzazione definitiva dello "stile" di Hill: quella che pensavamo essere una tipizzazione (incarnata nelle opere precedenti nei ruoli di Fred Simmons e Kenny Powers da Danny McBride, qui presente in un cameo) mentre invece si tratta di un intero modo di raccontare senza troppi giri di parole la provincia americana, i suoi orrori e le sue contraddizioni.

E Hill riesce ancora una volta, e per la prima volta compiutamente e senza più alcun compromesso, un personaggio che mette a dura prova non solo gli stereotipi e le categorie narrative ma la resistenza stessa del pubblico. Che non viene posto di fronte ad un distacco – artificio fin troppo semplice – ma al contrario a un’immersione totale che costringe lo spettatore a immedesimarsi con una testa di cazzo, a fare il tifo per uno stupido razzista impenitente, a provare compassione per un figlio di puttana senza uno straccio di redenzione. La sensazione di fastidio e rigetto che un film così può dare (tanto più se in partenza viene scambiato per un altro film di Judd Apatow) non è che una sua vittoria. Schiacciante.

Ma c’è molto altro: l’incontro con il "cinema dei grandi", la fotografia di Tim Orr, il cast di comprimari d’eccezione (tra cui spiccano Aziz Ansari, un micidiale Ray Liotta e ovviamente Anna Faris), tutti (e altri) fattori che però non hanno l’effetto di stroncare la fantasia del suo regista. Che invece guida il film con una libertà quasi impensabile per un quasi-esordiente, girando e montando davvero come un forsennato (con l’aiuto del fido Zene Baker, anch’egli della scuderia di David Gordon Green) tra climax troncati e ralenti antieroici. E tirando fuori un film che è davvero una bomba, tutt’altro che inesplosa. Anche se facilissima da prendere sottogamba.


Il film non ha ancora una data d’uscita italiana*.

*l’edizione DVD americana e quella inglese sono previste a fine settembre.

5 Thoughts on “Observe and report, Jody Hill 2009

  1. utente anonimo on 25 agosto 2009 at 20:16 said:

    io l’ho pre-ordinato su play circa 2 mesi fa… aspetto con ansia, mi sa che mi arriva la stessa settimana dell’uscita francese…

    Oh ma tu l’hai già vista la tarantinata???

    No perché c’è una robbbetta che non mi torna e non so con chi parlarne…

    Eazye

  2. Fra un paio d’anni lo faranno uscire intorno al 23 luglio. Garantito.

  3. utente anonimo on 26 agosto 2009 at 23:20 said:

    Molto carino. A metà film mi stava perdendo ma mio cuggino che me lo ha dato aveva detto di guardarlo fino in fondo e ne valeva la pena. Sordido, a tratti quasi drammatico, bene costruito, grottesco e disturbante. Mi ha fatto pensare ad una versione punk di un film alla fratelli Coen di una volta.

    “Mamma… Credi sia stata colpa mia se papà se ne è andato di casa?”- (…) “Assolutamente”.

    “Ti voglio bene, per te cambierò vita figlio mio”. “Vuoi dire che finalmente smetterai di bere mamma?”.”No, per te da in poi berrò solo birra così riuscirò a tenermi insieme un pò meglio”.

  4. sottoscrivo anche le virgole. la prima metà del film trae un po’ in inganno ma quando inizia ad ingranare non ce n’è per nessuno.

    mi piaceva inoltre ricordare i mclusky nella colonna sonora, che fanno sempre piacere.

  5. pienamente d’accordo.

    Leon

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