Visioneers
di Jared Drake, 2008
Credo che la mia buona predisposizione nei confronti dei piccoli film indipendenti statunitensi abbia dei limiti ben marcati, soprattutto quando si tratta di piccoli film indipendenti americani dalle pretese insopportabilmente surrealiste come questo. Che ha avuto una certa visibilità su alcuni blog americani, soprattutto per la presenza (e per la performance, ottima) di Zach Galifianakis, stand-up comedian divenuto di recente una star grazie a The hangover.
Ma Visioneers è una robetta da due soldi girata nella casa dei genitori (storia vera) mascherata da pamphlet surrealista sull’alienazione del mondo contemporaneo. Parte come una specie di Brasil da camera con una premessa da teatro dell’assurdo (sintetizzando: la gente che non accetta lo status quo esplode) ma risulta soltanto pretenzioso, oltre che mortalmente noioso, pieno com’è di paradossi da liceale (il dito medio alzato come saluto, il "cuddle buddy", tutta la prevedibilissima satira delle corporation), una traccia narrativa tutta derivativa, e un tono generale da tesi di laurea triennale che non se ne va via nemmeno se strofini fortissimo. Non male la chiusa – ad arrivarci.
E poi è un film che sembra considerare la sua povertà di mezzi (e il fatto che il protagonista è un comico ma non sorride mai) una giustificazione sufficiente a farne un oggetto di culto. E invece è bruttarello e basta.
Di Galifianakis ho visto in rete un pezzo con Michael Cera (che pare essere un suo amico) in cui finge di intervistarlo per prenderlo per il culo e poi molestarlo.
Il video fa ridere e funziona perchè entrambi sono serissimi.
Sì conosco quella serie di video, ha fatto lo stesso scherzo (credo) anche a Natalie Portman.