Grace
di Paul Solet, 2009
Periodicamente spunta fuori un film di cui tutti scrivono "OMG questa è la cosa più spaventosa che ho visto quest’anno" e cose simili. Da queste parti c’è stata già una discussioncina sul fatto che il valore di un horror, superati i 13 anni, difficilmente possa essere giudicato da "quanto ti spaventa" – primo perché si suppone che a una certa età uno sappia controllarsi, secondo perché a volte le reazioni emotive indotte da un’opera hanno poco a che fare con la sua qualità (così come un pessimo film può farti piangere come una fontana).
Rispondiamo però alle due domande – Grace fa davvero così paura? E Grace è un bel film? – in separata sede. In primis: sì, se siete incinte o la vostra partner è incinta o avete bambini o avete intenzione di averne, ecco, lasciate perdere. In caso contrario, Grace è sì abbastanza angosciante, intelligentemente costruito sulla claustrofobia, e su elementi, diciamo così, sinestesici (la graduale decadenza dell’ambiente e il sonoro che suggeriscono impressioni olfattive e tattili), ma è tutto lì. Per dire, una volta capita l’antifona ci si può persino annoiare.
Sull’altra questione, resto invece più perplesso: se Grace è un film che cerca di fare delle sue ridotte capacità economiche un elemento di forza, d’altro canto ne risente fortemente. E quando smette di puntare allo stomaco (cosa che gli riesce piuttosto bene, complice un capace reparto "effetti" che rimanda più ai b-movie di una volta che al super-citabile Polanski) vengono fuori tutti i limiti e difetti della produzione. La regia di Solet, che ha tratto il film da un suo cortometraggio, sembra peraltro peccare anche nelle cose più manualistiche – come la sequenza dell’incidente che dà il via alla vicenda: un classico, che però qui funziona solo a metà.
Quello che funziona assai meglio semmai è la costruzione dei personaggi femminili e dei loro rapporti: in questo senso – anche perché la presenza maschile è quasi del tutto annichilita, pretestuale, o eliminata alla radice – Grace è un ottimo studio (un "horror di donne" ben più che un horror per donne) in cui diventano decisamente più importanti la relazione tra Madeline e Vivian e quella tra Madeline e Patricia (e via dicendo, c’è anche l’intervento dell’assistente di Patricia), che non tutto l’apparato orrorifico che sta "davanti".
Intensa e mimetica la performance di Jordan Ladd: ma è l’unica che sembra credere fino in fondo al progetto e applicarsi di conseguenza.
Sembra interessante, però ultimamente congli horror ho preso certe fregature! L’ultima Martyrs, per il quale forse avevo troppe aspettative.
Davvero sembra interessante? E a me che sembrava di aver scritto una stroncatura. Troppo morbida?
E’ un filmetto, che finisce e manco te ne accorgi.Potenzialmente poteva andare ben più in profondità ma alla fin fine può “disturbare” giusto le madri incinta e far schifo agli altri.
Finale penoso.
Voto: 5, giusto perchè almeno il bambino non è indemoniato!