I sell the dead
di Glenn McQuaid, 2008
Devo ammettere una cosa: che non sono stato del tutto attento durante lo svolgimento di questo film. Ma anche questo film deve ammettere una cosa: che non ha fatto proprio di tutto per tenermi attento durante il suo svolgimento. Non che I sell the dead non faccia il suo dovere: opera prima di un regista irlandese, anche se di produzione statunitense, il flm è proprio l’horror venato di commedia che ti immagini possa girare un esordiente irlandese: nebbioline, folklore, taverne, e quel buffo accento.
In realtà mi permetto di essere ciancicato e irrispettoso nei confronti di I sell the dead proprio perché il film stesso non ha alcuna intenzione di prendersi sul serio – e quindi è una sorta di affettuoso complimento, nonostante sia una cosetta di poco conto – e lo dimostrano la struttura a flashback aneddotica, i cambi di registro, il modo in cui si fa passare davanti i canoni dell’horror, della ghost-story, del film di zombi (eccetera) osservandoli con uno sguardo sempre più stralunato man mano che ci si avvicina al ridicolissimo finale, sempre con un tono dichiaratamente cazzone a cui è difficile voler male.
Se non era voluto, è un disastro.
Dominic Monaghan, qui nel suo primo ruolo da vero protagonista dopo i due personaggi che gli hanno portato fortuna (o sfortuna? Vedremo…) dimostra capacità inaspettate. Non sono ironico, è bravo, molto. Per il resto, niente per cui, ehm, perdere la testa – ma insomma, si può fare.