Diverso da chi?
di Umberto Carteni, 2009
Quando uscì questo film, la scorsa primavera, ricordo che fu accompagnato da uno strascico di polemiche, la maggior parte delle quali ho volutamente rimosso. La polemica l’avrei fatta io su chi raccontò l’ultima mezz’ora di film nell’occhiello o addirittura nel titolo, il resto mi interessa già meno. Se non come contesto: che è, italianamente, uno di quelli in cui ognuno vede ciò che vuole vedere. Se il film è palesemente schierato (la macchietta del sindaco forzista che non fa altro che inaugurare tutte le settimane lo stesso muro non è proprio sottilissima ma è azzeccata) allo stesso tempo punzecchia il lato democratico facendo leva sulle inconciliabilità interne al partito – fornendo poi una soluzione utopica che, visti i tempi che corrono, fa sorridere metà bocca.
Detto questo, e tolte di mezzo le questioni che riguardano il punto d’osservazione da cui viene guardata la diversità, non soltanto come tema politico (a mio avviso, in modo sufficientemente corretto ed equilibrato. Lascio poi a osservatori più specifici ed esperti il compito di smontarla, a posteriori), del film rimane poco da dire – ma forse qui sta la parte più interessante: in Diverso da chi? ho visto soprattutto un film di invidiabile leggerezza, con un cast adeguato e divertente (la Gerini pecca per overacting mentre Filippo Nigro si fa perdonare molte cose: ma i migliori sono Catania e Pannofino) e la scrittura ormai oliata ed esperta (pure troppo?) di Fabio Bonifacci, che non sfigura troppo nello scaffale della commedia all’italiana più recente, accanto all’ultimo Virzì o al Pellegrini di E allora mambo. Che infatti fu l’illuminante (e mai più superato) esordio di Bonifacci, e nella soluzione finale si vede eccome.
Non saprei che aggiungere: il fatto che certi argomenti, soprattutto in periodi cupi e grami, meritino anche trattamenti più seri e considerati, beh, forse è innegabile. Così come, a mio parere, c’è posto per una prospettiva come quella – un po’ paracula? O forse, semplicemente, più naif? – offerta dal gradevole esordio di Carteni.
mah, al tempo mi sembrò troppo paraculo, troppo furbetto con la musichetta giusta al momento giusto, sì gradevole, ma si dimentica in fretta.
no, Diverso da chi? no, dai. Io mi domando a chi parli questo tipo di film, a chi si rivolga.
Personalmente ritengo che nel deprimente panorama italico un film così sia già una cosa positiva. E’ vero che se le dice e se le canta ma almeno è gradevole.
Ad avercene.
L’ho visto ieri sera, sottoscrivo quanto detto dal precedetne commento
Diverso de chè?..ma che è?..un film sugli ormossessuali?
godibile la prima parte, poi che noia
L