Away we go
di Sam Mendes, 2009
Anche in Away we go, come in Revolutionary road, c’è una coppia che sente la necessità di sfuggire all’ipocrisia della società, cercando un posto nuovo, una casa, dove poter vivere compiutamente, e a modo loro, la loro vita e i loro sogni. Ma se la prospettiva finale è del tutto diversa lo si deve probabilmente all’incontro con Dave Eggers e la moglie Vendela Vida, sceneggiatori di questo suo quinto, bellissimo, film.
Fa tanto piacere quanto impressione vedere come Sam Mendes sia diventato un regista maturo e compiuto, persino nell’affrontare un film che va incontro a tutti i rischi e i fastidi del cinema indipendente americano, evitandoli puntualmente ma con il coraggio di non aggirarli semplicemente – prima di tutto grazie alla scrittura intelligente, acuta e puntuale di Eggers, empatica e commovente quando è il caso, sprezzante e catartica quando serve. Ma anche alla messa in scena di Mendes che con l’aiuto eccellente della fotografa Ellen Kuras riesce a non farsi soffocare dalla giustapposizione costruendo, proprio intorno alla sequenza di città in cui sono ambientati capitoli, degli autentici veri nuclei tematici, narrativi ma anche visivi, donando al film un’andatura stralunata e sognante, inusuale e malinconica, che si abbina perfettamente alle note nickdrakeiane di Alexi Murdoch.
Ma soprattutto, sospetto, tutto funziona alla perfezione grazie ai due bellissimi personaggi principali. Non soltanto alla coppia di ottimi attori che li interpretano (John Krasinski e Maya Rudolph, entrambi noti volti televisivi) ma proprio al ruolo che Burt e Verona sembrano rivestire – quello dell’ultimo avamposto possibile di un romanticismo immediato ma profondo che sceglie di non chinare la testa di fronte alle convenzioni e alle aspettative degli altri, né a chi nasconde dietro a menzogne e pallidi cliché il proprio insanabile dolore o, peggio ancora, la propria ignoranza. Un amore che, una volta tanto, non si fa sconfiggere dalla banalità del mondo.
Il film uscirà in Italia distribuito da Bim. Per ora non c’è una data ufficiale.
L’edizione dvd americana invece è uscita a fine settembre
Lanciamo un totoscommesse su come la parola amore verrà inserita nel titolo italiano!
ottimo. tutto sommato, mendes mi piace parecchio.
bella rece… qui esce il 4 novembre, non vedo l’ora!
"Un amore on the road"?
Andata.
bello TANTO. vorrei scrivere qualcosa di elaborato ma sono ancora spiazzata dalla sorpresa, a tre giorni di distanza.
non vedo l’ora, non vedo l’ora a a a a a
gran film…forse, l’unica cosina…se proprio posso…se proprio devo (e non devo, ma comunque)
alexi murdoch dopo un po’ tedia un tantino, no? con tutto il rispetto, nick drake se lo sogna la notte
saluti
/f
Aspettiamo l’uscita italiana con la parola cuore nel mezzo. La collaborazione con il grande Dave Eggers renderà molto più ansiosa l’attesa. un saluto
il riccio
Molto carino, l’ho recuperato in DVD (ehm…) grazie alla segnalazione di Kekkoz. Secondo me perderà un bel po’ con il doppiaggio, però possiamo spingerlo facendo circolare la voce che il protagonista è Matteo Bordone.
bellissimo, di una delicatezza assoluta
"Amore!, andiamo?"…..o " Via coll’amore"…
America Life. Perchè? Perchè santiddio? Ma che cazzo c’entra?
perchè il regista è quello di American Beauty, come se poi qualcuno veramente potesse ricordarsi di American Beauty sentendo questo titolo
dissento. il racconto mi sembra improbabile, nel senso che le motivazioni dei personaggi e la libertà di cui dispongono sono proprie di due ricchi scrittori liberal come eggers/vida, e sono meno adeguate ai due poveracci del film: il che ne fa una storia artefatta. la o.s.t. di murdoch stanca parecchio, in sé e per l’associazione pedissequa con le scene che dovrebbero fare pathos. quest’ultimo si alterna -un po’ meccanicamente- ma non si fonde con le parti satiriche, che così restano confinate al respiro del siparietto, e anche se divertenti sono spesso strarisapute (i due post-hippy). quindi un film non brutto, certo non nella messinscena, ma essenzialmente sbagliato nella scrittura.