Mother, Bong Joon-ho 2009

Mother (Madeo)
di Bong Joon-ho, 2009

Nella vita, è bello avere delle certezze. Nel cinema, sono pochissime. Il regista quarantenne Bong Joon-ho è una di queste: e il suo quarto film lo riconferma come uno dei più grandi registi asiatici in attività, nonché uno dei più rigorosi e coraggiosi autori del cinema contemporaneo tout court.

La scelta di girare un film come Mother, costruito sul rapporto tra una madre e il figlio disturbato, dopo l’impressionante successo commerciale e critico del blockbuster con il mostro grosso, poteva sembrare controproducente. In realtà, come spesso accade, era solo apparenza dovuta alla troppa distanza: Mother è tutt’altro che una concessione da festival, bensì un film che si inserisce alla perfezione nel percorso di Bong, altissimo cinema d’autore con le unghie infilate nella carne del cinema di genere, che lo reinnesta là dove Memories of murder l’aveva lasciato, ma senza rinnegare in alcun modo la lucidità dell’affresco famigliare di The host.

Senza dubbio nel novero dei film più belli e dolorosi di quest’anno, Mother è forse anche l’opera più dura e intransigente dell’autore coreano: nel raccontare la storia di una madre che cerca in tutti i modi di dimostrare l’innnocenza del figlio di fronte all’accusa di un orribile crimine, Bong trae una riflessione su giustizia, verità e memoria, che ha la sua forza nel ribaltamento prospettico ed empatico, nella performance difficilissima e straordinaria della 68enne Kim Hye-ja, e in una narrazione tesa e implacabile in cui non mancano alcuni degli elementi essenziali del suo cinema, come l’impietoso affresco della provincia e la frustrazione applicata ai meccanismi di detection.

Senza dimenticare che Bong Joon-ho è anche uno dei più eccellenti metteur en scène in circolazione: anche grazie al contributo del direttore della fotografia Hong Kyung-Pyo, Mother è un film visivamente stupendo e in cui ha un ruolo principale l’uso virtuoso ma millimetrico e preciso dei movimenti di macchina, un aspetto che aumenta ancora di più la sensazione di ineluttabilità e intransigenza di una sconvolgente parabola morale, sul confine tra l’amore e la follia.

Il film non è ancora uscito in Italia e non mi risulta abbia una data d’uscita o una distribuzione.

Purtroppo tra le nostre certezze non c’è solo la grandezza del cinema di Bong Joon-ho, ma anche la cecità della distribuzione italiana che, dopo una breve infatuazione per il cinema di Seoul e dintorni, nonostante l’ormai immancabile partecipazione ai maggiori festival del mondo, il successo di una rassegna come il Far East Film di Udine e gli scaffali delle videoteche piene di film coreani, ha ricominciato a ignorare bellamente per la distribuzione in sala anche gli autori più celebri e celebrati come Park Chan-wook, Kim Ki-duk e, appunto, Bong Joon-ho.

2 Thoughts on “Mother, Bong Joon-ho 2009

  1. utente anonimo on 9 dicembre 2009 at 15:04 said:

    Nella prima frase un filosofo (non cristiano) ti fulminerebbe.

  2. utente anonimo on 9 dicembre 2009 at 15:29 said:

    Quell’inquadratura finale traballante e controsole ce l’ho in testa da giorni.

    LoBer

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