9
di Shane Acker, 2009
C’era una grande attesa intorno al film tratto dal cortometraggio di Acker di qualche anno fa: un lavoro tanto bello da impressionare un maestro come Tim Burton e da convincerlo a produrne una versione per le sale. Ma è anche giusto, una volta tanto, che le aspettative vengano ridimensionate pesantemente dai risultati: per quanto sia impossibile dire che 9 è un brutto film, lo è anche negare che sia una sostanziale delusione.
Tutto ciò che è rimasto di stupefacente nel film di Acker, tutto sommato, sta a livello di progetto e spesso era già presente nel corto, anche se è senza alcun dubbio affascinante l’idea animista alla base del film, quella di una Terra post-apocalittica dove il lascito dell’umanità è affidato a nove pupazzi cuciti a mano. Il talento del regista è innegabile, ma non lo chiamerei autenticamente visionario: in ogni caso, non abbastanza per far suo un film lungo poco più di un’ora e un quarto.
Se 9 colpisce da un punto di vista delle singole invenzioni visive, anche quando sono derivative (come le spettacolari macchine che ricordano quelle dei Terminator e dei Matrix) o stranianti (come l’estetica tutta sovietica dei flashback), è l’insieme a non funzionare, prima di tutto da un punto di vista prettamente estetico – e questo è il dato più dolente: il film non è certo noioso o spiacevole a vedersi, ma è anche piatto e inerme. Poi, per quanto riguarda la narrazione in sé, l’attenzione è invece tutta concentrata su un’azione inaspettatamente roboante, che ne fa un film più semplicemente rumoroso e meno filosofico di quanto ci si aspettasse.
Forse per un film così ambizioso trenta milioni di budget sono pochetti? Né la presenza di un mucchio di star nel cast di doppiatori né le musiche elfmaniane di Danny Elfman riescono a togliere dal film una patina videogiocosa da platform per la playstation che lascia davvero freddi. Insomma, tutto bene, ma per essere un film sull’immortalità dell’anima, di anima ne ha ben poca.
Il film non ha ancora una data d’uscita italiana. Ipotesi: lo faranno uscire, ma solo di pomeriggio, spacciandolo per un film per bambini. Non lo è.