Whip it
di Drew Barrymore, 2009
Certe volte la capacità di adattarsi a un canone senza farsi divorare da esso mi sa colpire di più della ricerca dell’originalità a tutti i costi. Oppure, per meglio dire, l’aderenza a un modello prestabilito può non essere condannabile di per sé – così come, senza dubbio, non può considerarsi necessario e sufficiente per portare a casa un’opera riuscita e compiuta. Tutto ciò per dire che Whip it è un oggetto che scatenerebbe l’entusiasmo (o l’ilarità) di qualunque strutturalista: il suo progetto narrativo è infatti ben più che prevedibile, i suoi componenti fanno riferimento alla struttura del "film sportivo" fin nel dettaglio, senza sgarrare di un millimetro, mettendo al margine svolte narrative che, spesso e volentieri, fanno la fortuna del cinema indipendente e la gioia del suo pubblico. Tutto va, per farla breve, come deve andare.
Eppure l’esordio alla regia della notissima attrice, ultima erede di una delle più lunghe dinastie della storia dello spettacolo americano, è perfettamente riuscito, a modo suo. Scritto dalla pattinatrice Shauna Cross sulla base di un suo stesso romanzo semi-autobiografico, Whip it è un film che, per raccontare la sua piccola storia di emancipazione femminile, sceglie senza troppi imbarazzi di sfruttare a fondo proprio la sua stessa rasserenante supponibilità. A costo di farvi arrabbiare: non solo perché rinuncia a prendersi le sue dovute libertà, evita il più possibile di uscire dai confini e dal seminato, ma è anche ambientato in un contesto sociale e culturale che sembra appiattire e livellare i contrasti a cui la sceneggiatura stessa farebbe riferimento: viene raccontato un mondo soffocante da cui è impossibile fuggire, ma sullo schermo vediamo in realtà un mondo senza veri cattivi – un mondo in cui, in fondo, è facile smarcarsi e fuggire verso il lieto fine. Ma questo in fondo è anche il modo, sostanzialmente iperbolico, in cui quasi qualunque adolescente vede e racconta gli ostacoli sulla strada del riconoscimento di sé. Non riesco, insomma, a non provare una punta di entusiasmo per il modo in cui la Barrymore è riuscita, con delle premesse così preoccupanti (e in un’opera prima, seppur tardiva) a fare un film così maledettamente piacevole, e un film così serenamente onesto da premesse così conformiste.
Tra le sue fortune c’è anche quella di aver avuto dietro la macchina un direttore della fotografia come Robert Yeoman, collaboratore fisso di Wes Anderson, che riesce a lavorare su elementi visivi come (per esempio) i contrasti di colore tra le divise, lasciandosi andare di tanto in tanto (comunque più di quanto faccia il resto della crew: un esempio tra tutti è la scena d’amore subacquea), regalando altresì alcune sequenze sportive di notevole impatto – così che la regista possa concentrarsi su qualcosa che fa più parte del suo DNA: la direzione degli attori. Ed è qui, nel cast quasi tutto femminile del film (la solita – irresistibile – Ellen Page, una sorprendente Marcia Gay Harden, una stupenda Kristen Wiig, la Barrymore stessa, spassosa), che troviamo il vero elemento di alterità del film: forse è la spiegazione del perché Whip it, la sua rigidità strutturale, riesca a farsela perdonare, in men che non si dica.
Davvero notevole la lista di 57 canzoni che costituiscono la bellissima traccia sonora del film, tra cui tre pezzoni di Jens Lekman, un paio dei Go! Team, gli Strokes, i CYHSY, i soliti MGMT, eccetera.
Whip it non ha ancora una distribuzione italiana.
Che bella evoluzione professionale dai tempi di E.T. l’extraterrestre
santi numi come hai fatto a scrivere la recensione del film che ho visto (innamorandomene subito) ieri e a mettere il link del sito che stavo guardando circa 3 secondi fa?!?Ho quasi paura.
(Inara)
c’è pure juliette lewis. xome se la cava?
MissPascal
non date retta a kekkoz e rivedetevi Bomber. lì sì che ci si commuove (quando scopri che Bomber aveva perso perché gli avevano spaccato la mano).
ice
Libidine coi fiocchi.
Ecco io ogni volta ho il timore di giungere alla fine di questi tuoi post… Le recensioni sono superinvitanti, uno non vede l’ora di papparsi il film in sala… E poi legge il film non ha ancora una distribuzione italiana
la scena d’amore subacquea è fantasticherrima.
ma tipo che allora un’uscita nelle sale italiane il 19 Marzo me la sono sognata…
no, ma perché Jimmy Fallon?
alfio
Bello Bomber, a me commuove anche la Gegia… O era Buldozer?
Ellen Page, sposami.
Ma come riuscite a vedere questi film? Solo io sono impedita e non trovo lo streaming, o voi li acquistate proprio?
Il personaggio di Juliette Lewis e quello che le succede alla fine è la cosa più FIGA abbia MAI visto accadere in un film sportivo, EVER.
"No, non mi hanno pagato." (cit.)
DP5
Visto che il film non uscirà in Italia, se avete preso il dvd all'estero potete vederlo con i sottotitoli italiani. Li trovate su http://www.subsfactory.it