Come Dio comanda, Gabriele Salvatores 2008

Come Dio comanda
di Gabriele Salvatores, 2008

Levataci di torno la premessa per la quale aver letto un libro da cui è tratto un film e poter così capire il lavoro di adattamento che è stato svolto è un aspetto interessante ma non è necessario né dovrebbe condizionare in alcun modo il giudizio sul film stesso e quella, nello specifico, per la quale io non ho letto Come Dio comanda di Niccolò Ammaniti, da sostenitore del cinema di Salvatores vorrei tanto essere più breve possibile nello scrivere quello che secondo me è, approssimativamente, il suo film meno riuscito. Meno riuscito di Amnésia.

Ne scrivo solo per una sorta di autoimposizione, per format, per coerenza. Ma preferirei dire: passiamo oltre, punto e a capo, il prossimo prego. Sarà un problema mio, ma non sono riuscito a capirlo, Come Dio comanda. Non tanto cosa volesse essere, ma proprio perché fosse necessario farlo. Da principio, mi risulta anche difficile non pensare che il film sia un pretesto per osare una cosa magnificamente differente come la terribile e interminabile sequenza centrale – cuore del film e, purtroppo, quasi la sua unica ragione di esistere.

Ho l’impressione però che la freddezza e persino il fastidio che mi ha lasciato il film siano dovuti soprattutto alla rigitidà letteraria dell’assunto narrativo, e ai personaggi che si chiamano e che dicono cose e fanno cose come solo i personaggi di un testo di Ammaniti potrebbero fare – tutt’altro che il mondo reale, semmai una versione gommosa e superficiale (anche in un’accezione positiva, altrove), che fa acqua da tutte le parti se si comincia a voler scavare nel tessuto sociale oppure nel cuore nero dell’umanità. Ambizioni malriposte.

Insomma, cosa c’è che non va in Come Dio comanda? Approssimativamente tutto, dalla fallita provocazione di un ribaltamento empatico così estremo, giù giù fino alle tremende scelte di soundtrack, con un Antony sul finale che grida vendetta a quello stesso Dio. Ma se proprio volete dare la colpa a qualcuno, datela a Elio Germano, attore altrove bravissimo che qui fa l’errore che in Tropic Thunder viene definito going full retard. Insomma, Salvatores era impegnato a pensare ad altro per poter badare anche alla direzione degli attori?

Ne sono quasi certo: il film è infatti, casualmente, stupefacente da un punto di vista visivo, con una fotografia (di Italo Petriccione) cupa e livida che riesce a riflettere da sola l’inquietudine, la paura, la solitudine e l’incomprensione della provincia molto più di quanto non riesca a fare la zoppicante sceneggiatura e un cast lasciato allo sbando. In questo Salvatores è ancora uno dei registi più preziosi che abbiamo, uno che non mette mai in secondo piano il livello plastico dei suoi film, uno che non inquadra mai niente a caso. Anche quando poi gli viene male. Passiamo oltre, punto e a capo, il prossimo prego.

10 Thoughts on “Come Dio comanda, Gabriele Salvatores 2008

  1. utente anonimo on 28 gennaio 2010 at 21:06 said:

     A me invece è piaciuto molto: principalmente dal punto di vista tecnico, ma anche la trama e gli attori non erano male. Tecnicamente era meglio di un filmone come lasciami entrare, a mio parere. 

  2. Prima di tutto ti faccio i complimenti per le tue recensioni, ne ho lette un po’ e sono tutte ben scritte.
    Non ho visto "Come Dio comanda" e neppure letto il libro (e dopo aver letto il tuo post, magari lo farò perché le critiche mi incuriosiscono!), ma voglio lasciare un commento per dirti che apprezzo il fatto che il tuo giudizio su un film non sia mai condizionato dalla lettura del libro da cui è tratto.
    Solitamente io preferisco dedicarmi prima alla lettura di un romanzo e poi della pellicola che ne è stata tratta, e nel 99% dei casi preferisco il libro.
    E credo che questo sia un mio limite.
    La scrittura e il cinema sono due modi ben diversi per comunicare, anche se narrano la stessa storia non dovrebbero essere paragonati.
    Purtroppo a volte vengono trasportati sul grande schermo storie che invece dovrebbero rimanere soltanto sulla carta.
    Io sono una scrittrice (ancora emergente, ahimè), e penso che se qualcuno cercasse di tramutare una mia storia in una sceneggiatura ne verrebbe fuori una schifezza…
    Ah, Amnésia l’ho visto tempo fa, ma a dire il vero non lo ricordo nemmeno più, quindi suppongo che non mi fosse piaciuto!

  3. In realtà non concordo su due punti fondamentali. Primo, questo film non è peggiore di Amnésia. Secondo, Elio Germano il ritardato lo fa bene, in maniera quasi commovente. E per quanto mi riguarda, se il suo personaggio era quello per il quale si poteva maggiormente accettare una mancanza di evoluzione, sono gli altri due – padre e figlio – che invece infastidiscono per la loro assenza di tonalità. Si badi, non è la recitazione il problema; piuttosto è il fatto che dall’inizio alla fine si comportano in un modo piatto, distonico, arrogante ai limite della decenza e della sopportazione. Sono cattivi ma neanche poi troppo, amorevoli ma neanche poi troppo, crudeli ma neanche poi troppo. L’idea del microcosmo raggelante che dovrebbe unirli è bella, ma resa malissimo: allora il loro rapporto sadomasochistico e totalizzante si fa inespressivo; come a dire: non basta una svastica sul muro o uno "sporco immigrato ci rubi il lavoro" a creare un nazifascista.
    E’ questo secondo me il limite più grande di "Come Dio comanda", che mi dà l’impressione di un prodotto buttato lì, in fretta, senza l’anima dolce e reale che c’era dietro a "Io non ho paura" (tra i migliori di salvatores, imho).
    Resta però la già citata e meravigliosamente angosciante sequenza centrale (quella sì, rivaluta un inizio ed una fine poco folgoranti), con la splendida fotografia in mezzo al bosco buio e tempestoso.

  4. utente anonimo on 29 gennaio 2010 at 02:49 said:

    No dai, non sarà il capolavoro di Salvatores, ma peggio di Amnesia assolutamente no…!

  5. utente anonimo on 29 gennaio 2010 at 11:51 said:

    Purtroppo e semplicemente  "Come Dio comanda" è un libro di una bruttezza disarmante, una cosa che puoi scrivere a sette anni ma poi a dieci te ne vergogni e lo dai alle fiamme, e vi assicuro che c’è più eleganza in questa frase sgrammaticata che in tutto il libro. Che poi ne ho lette cinquanta pagine, eh, perchè andare oltre è un’impresa davvero troppo grande per la mia capacità di sopportazione. "Irritante" è la parola più adeguata, alla fine. Quando ho saputo che Salvatores ne avrebbe tratto un film l’unico mio dubbio è stato se ne sarebbe uscito qualcosa di peggio di Amnèsia, ma date le premesse ero fiducioso…

    Sberla

  6. utente anonimo on 29 gennaio 2010 at 13:24 said:

    ciao k,
    il caso vuole che 3 giorni fa abbia finito il libro e 2 giorni fa ho visto il film.
    mi trovo d’accordo con te su molti dei punti che non sto a ribadire.
    germano no way out (bello il parallelismo con tropic thunder).
    posso solo dire che forse il film avrebbe funzionato maggiormente con una voce fuori campo autoriale (magari quella del giovane Cristiano) ,che avrebbe potuto riempire alcuni buchi narrativi che altrimenti sono buttati lì un pò alla favas.
    il rapporto padre figlio, che nel libro è il motore della storia, qui non esprime quell’intensità vibrante che muove le vite dei 2 protagonisti, che sono e saranno e si potranno nutrire solo del loro affetto.
    un’occasione sprecata.

    lillo
     

  7. utente anonimo on 2 febbraio 2010 at 17:24 said:

    Mi trovo d’accordo, e se può consolarti anch’io, all’uscita del cinema, con un’identica sensazione di freddezza e molto fastidio, mi sono chiesta perchè fosse stato necessario farlo…
    La risposta non è mai giunta, me ne farò una ragione ;-)

    Ciao,
    Eugenia


  8. utente anonimo on 6 febbraio 2010 at 22:43 said:

    nessun film italiano potrà mai essere  peggiore di amnésia… tranne un film qualsiasi di muccino (eccetto come te nessuno mai)!   :-)

    complimenti per il blog

  9. Visto stasera. La prima cosa che ho pensato, giuro, è stata "Simple Jack"…
    Concordo su tutto, dalla bellezza visiva all'inutilità generale. E mi chiedo cosa avesse preso salvatores quando ha pensato a robin williams e la bertè come soundtrack.

    Per la cronaca, ho visto il film di salvatores dopo Alza la Testa e Giulia non esce la sera, in una settimana dedicata al made in italy..
    E' bello vedere come nel cinema italiano si riescano a mandare a puttane anche le idee migliori, perlomeno quelle poche che ci sono.

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