Baciami ancora, Gabriele Muccino 2010

Baciami ancora
di Gabriele Muccino, 2010

Non ho alcun problema a confessarvi che non provo per Gabriele Muccino quel livore che ho visto negli anni in molti cinefili italiani della mia generazione. Della sua filmografia italiana ho apprezzato alcuni titoli, altri meno; della sua parentesi americana (non ancora chiusa) ho gradito un film, disprezzato l’altro; ma più di tutto, sono sempre stato infastidito dalla tendenza a indicare nel suo cinema la fonte di tutti i mali nonché l’uso spesso sconsiderato di termini come "mucciniano" o "muccinismo".

Allo stesso modo, non ho alcun problema a confessarvi che a mio avviso L’ultimo bacio, film di cui questo nuovo lavoro è evidentemente il sequel, pur non essendo il suo film migliore né un film a cui sono particolarmente legato (in entrambi i casi risponderei senza esitare Come te nessuno mai), era decisamente un bel film. Quale scandalo: e invece si trattava di un giovane regista italiano che aveva saputo portare sullo schermo con enorme successo un film popolare con una padronanza davvero impressionante, visto il contesto, dei mezzi espressivi.

Solo per dirvi che se pensate che L’ultimo bacio fosse un film di merda e che Gabriele Muccino sia un poverino, non credo che ci sia bisogno che leggiate oltre, perché parlerò un’altra lingua.

Infine, venendo al dunque. Sia chiaro, Baciami ancora è un film per cui è impossibile entusiasmarsi, al giorno d’oggi: un po’ per la sua voluta e palese medietà, ma anche perché il Muccino spudorato e sbruffone dei primi film, quello dei piani-sequenza e dei carrelli circolari, è quasi del tutto scomparso, o almeno, il suo stile si è molto acquietato, intimidito. Motivazioni? L’esperienza statunitense, il non dover più dimostrare la sua bravura, ma soprattutto il fatto che lui stesso è invecchiato insieme ai suoi personaggi. E cresciuto.

Se il nuovo Muccino tornato in patria è anche meno cinico e disilluso, senza dubbio più romantico, forse anche un po’ più pacchiano, allo stesso tempo è infatti un regista e sceneggiatore più maturo, non più così insostenibilmente misogino (forse è la differenza più rilevante tra i due film) né così egotista, capace di fare persino un passo indietro nel fuoricampo quando è il caso, di stemperare le sue strillate nevrosi con l’ironia – ed è soprattutto in grado di farci bere un film corale di due ore e venti minuti come fosse acqua fresca.

Un film che non nasconde però le sue ambizioni – e proprio la lunghezza è un preciso sintomo: Gabriele Muccino ha voluto chiudere un sacco di questioni lasciate aperte dal primo film, riaprendone altrettante, affontate a volte con amichevole affetto, altre con un piglio francamente cupo. Niente di particolarmente profondo, si intenda: ma quelle quattro cose in croce che dice, sui rimpianti e sulle seconde occasioni spesso mancate, e sulla riscoperta tardiva di una felicità ormai perduta (o forse no), le dice come si deve.

Chiunque abbia detestato Muccino troverà in Baciami ancora un sacco di cose di cui lamentarsi, moltissime altre da deridere, in una vera e propria antologia di tutto ciò che del suo cinema ha sempre detestato. Con qualche aggiunta eccezionale: il make up di Giorgio Pasotti, le scene madri sotto la pioggia, la canzone di Jovanotti sui titoli di coda – quest’ultima, una pietra tombale su qualunque discussione in merito al film.

Eppure Baciami ancora, seppur sorpassato di molte lunghezze da altri più meritevoli colleghi capaci di accogliere molto meglio di Muccino l’eredità del miglior cinema italiano, è un film che mi sento quasi in dovere di difendere. O forse, più semplicemente, mi è piaciuto. Non tanto, ma il giusto, a sufficienza. Tutto sommato, non è che il film mi chiedesse di più. E sì, non ho alcun problema a confessarvelo.

19 Thoughts on “Baciami ancora, Gabriele Muccino 2010

  1. La verità è che non so se sono cresciuto pure io, ma questo film non ha su di me la minima attrattiva, per quanto abbia sempre seguito (con interesse altalentante) la carriera mucciniana. La seconda verità è che -temo- la maggior parte del pubblico non proverà alcuna necessità nell’andare a vedere un film autocompiacente che fa da seguito sì ad una pellicola di successo, ma con una storia già di per sé sufficientemente conclusa immeritevole di conseguenze. Io credo che ci avesse già sfracellato i maroni lì, con quelle urla isteriche e quelle storie da Max Pezzali filmico: perché scavarsi la tomba da soli tentando di dare conclusione più degna alle sue farneticazioni post-adolescenziali?
    E lo dico col sorriso sulle labbra, da chi ha colto un barlume di speranza nel muccino unitedstatesofamerica, finalmente scevro di quei clichè macchiettistici che sono tanto successo quanto declino del cinema leggero all’italiana. Ma questo muccino, dissociato ed arrogante, proprio non lo posso sopportare: è come quando ligabue fa un film, e dice che parla della radio e della provincia e di quanto cazzo erano tosti gli anni ’70.

    PS: comunque, anch’io risponderei lo stesso: come te nessuno mai.

  2. io muccino l’ho detestato talmente tanto all’epoca che non ho più visto niente di suo dopo l’ultimo bacio. poi per me era sicuramente più un fattore "filosofico" (ehm) che cinematografico. la cosa che mi ha sorpreso ultimamente è che, essendomi totalmente disinteressato di lui, non mi sono accorto delle variazioni critiche nei suoi confronti. nel senso: nel 2001 eravamo in pochi a detestarlo, non solo tra "il grande pubblico"; anche negli ambienti virtuali "di settore" piovevano critiche positivissime verso il suo cinema da persone insospettabili… che sarà successo? povero muccino. no, vabbè, CAZZI SUOI.
    (coma)

  3. insomma, è all’altezza dell’ultimo bacio, se ho capito bene. per come l’avevi messa giù pensavo molto peggio. lo si vedrà. 

  4. come te nessuno mai senza dubbio il migliore!
    la canzone di Jovanotti è stupenda.
    -Alessia-

  5. utente anonimo on 29 gennaio 2010 at 11:47 said:

    Io pagherei qualcuno per far  fuori Moccino, imbalsamarlo e lasciarlo ai piedi del mio letto, così quando mi sveglio la mattina posso prenderlo a calci in faccia.

  6. @MissPascal: no, forse non si è capito bene, in realtà a mio parere Baciami ancora è meno bello de L’ultimo bacio, anche se per alcuni aspetti è un film più maturo (per altri no). A me piaceva di più quando faceva lo sbruffoncello, ma mi sa che arrivati a questo punto della sua carriera è decisamente meglio così.

    @Alessia: NO.

  7. utente anonimo on 29 gennaio 2010 at 12:27 said:

    Onore al coraggio dimostrato per aver cercato di salvare un film che si chiude sulle note di Jovanotti.

  8. Va detto che la canzone di Jovanotti è solo sui titoli, a film concluso.
    Il resto della colonna sonora invece è di tutto rispetto Jacques Brel, Mina e Ornella Vanoni, ma (non chiedetemi dove nel film) anche Sophia e Magic Numbers.

  9. per me SI de gustibus obvoiusly…..resto a vivere nel mio mondo dove la canzone è bella e i concerti di Ornella Vanoni sono una depressione cosmica.
    -Alessia-

  10. utente anonimo on 29 gennaio 2010 at 12:54 said:

    Anchh’io vorrei spezzare una lancia su Jovanotti… la spezzo e poi gli infilo i due tronconi in gola

  11. utente anonimo on 29 gennaio 2010 at 13:18 said:

    Già, ma come mai Pasotti sta conciato così?

    LB

  12. Perché si è fatto due anni di carcere per spaccio.
    Non Pasotti, il suo personaggio.

  13. Off topic: grande header!

  14. utente anonimo on 30 gennaio 2010 at 14:35 said:

    Pasotti sta conciato così per via della Romanoff: secondo me Muccino si era incapricciato (ai tempi di Ricordati di me) e quell’altro si è messo in mezzo: così, dopo tanti anni, fendeta tremendissima a suon di parrucchini.

  15. uh, la firma.
    Maria Sung

  16. utente anonimo on 31 gennaio 2010 at 13:31 said:

    Non c’è carcere che giustifichi il fatto di aver reso Pasotti il sosia di Rezzonico, secondo me. Ho visto il trailer del film due volte, ed entrambe ho riso tantissimo, quindi a modo suo Muccino mi ha fatto del bene.

    L.

  17. Giustissima la metafora della pietra tombale per la canzone, ma io la vedo nel senso opposto al tuo. E’ l’ultimo chiodo nella bara di un film marcescente già dalle prime inquadrature. Film funereo, menagramo, isterico e irritante nel suo accanirsi sui propri poveri protagonisti. L’utilizzo della voce-off è semplicemente demenziale. Le "scene di pioggia" sembrano prese a presto da una pubblicità della Tim o della Vodafone. Il romanticismo "trucido" e le scene urlate che costellano il film ne sono il degno contorno. Chiedo scusa al grande kekkoz per la brutalità, ma io di questo film non salvo neanche un fotogramma. Tranne, naturalmente, la superba interpretazione di Pierfrancesco Favino, un attore con due palle così.

  18.  l’ho visto ieri e mi è piaciuto… (anche se mi ha depresso in maniera esagerata, ma Muccino mi fa spesso quest’effetto). Però ho una domanda: la fine ingloriosa di Santamaria ha ricordato solo a me l’attimo fuggente?

  19. utente anonimo on 1 febbraio 2010 at 19:12 said:

    C’era un commento e ora non c’è più…
    non si tratta di censura vero?

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