Nine, Rob Marshall 2009

Nine
di Rob Marshall, 2009

Non si può certo dire che il nuovo musical di Rob Marshall partisse dai migliori presupposti per farsi amare dal suo pubblico: confrontarsi a viso aperto con una leggenda del cinema come Fellini (uno di quegli autori di cui gli americani si riempiono da sempre la bocca senza averne necessariamente la minima conoscenza), è sempre difficile. Si può fare, nessuno lo vieta, non è impossibile: ma ci vuole una dose inumana di coraggio e di talento anche solo per riuscire  a imporre la propria personalità.

Ecco, Nine è un film quasi completamente privo di entrambi: il talento, innegabile per esempio nella composizione del ricchissimo cast, viene completamente messo da parte in favore di una sceneggiatura ridicola che spende i pochi soldi rimasti dai cachet delle star in duetti imbarazzanti e di una regia praticamente inesistente. Per non parlare del coraggio: probabilmente resasi conto dell’inconsistenza dell’operazione, la produzione punta quasi completamente sul fascino erotico immediato delle sue protagoniste femminili. Anche perché le canzoni fanno cagare, tutte, e quindi c’era poco altro su cui scommettere.

Incredibile comunque che in un film che dovrebbe essere anche una riflessione sul cinema ci sia così poco cinema, e che tutto si riduca all’alternanza di balletti statici, leccati e noiosissimi girati su una singola scenografia, manco fossimo a Ballando con le stelle, e di scene girate a casaccio con gli attori che si sforzano di recitare con un indigeribile accento italiano*. Ma è inutile tirarlo proprio fuori, Fellini: Nine è l’adattamento del musical di Maury Yeston e Arthur Kopit, punto, null’altro – e tanto di cappello a tutti per essere riusciti a trasformare 8 e mezzo in una storia di corna. E a rendere insopportabile Daniel Day-Lewis. Hai detto niente.

Uno dei film più malriusciti e sgradevoli di questa stagione, senza dubbio il più legnoso e inerte, mortifero senza il fascino della decadenza, con tutta probabilità il più lontano dalle sue ambizioni, insomma, brutto senza riserve.

A parte una: Marion Cotillard. Che spreco ma, dannazione, che donna.

*il post si riferisce ovviamente all’edizione originale, in cui tutti gli attori recitano appunto in inglese con un pesante e posticcio accento italiano ma dicendo "Pronto?" quando rispondono al telefono e "Ciao" quando si salutano

6 Thoughts on “Nine, Rob Marshall 2009

  1. La nomination all’Oscar di Penelope Cruz è assolutamente ridicola oltre che frutto di pura raccomandazione…..
    -Alessia-

  2. utente anonimo on 10 febbraio 2010 at 13:34 said:

    ma poi l’accento di Lewis sembra russo. salverei kate hudson che assomiglia sempre piu’ a sua madre e la canzone non e` da buttare, per il resto concordo su tutto.

  3. "mortifero senza il fascino della decadenza" è una cosa che mi piace molto.

  4. quoto: che donna

    che donna
    che donna

    steud

  5. utente anonimo on 12 febbraio 2010 at 15:06 said:

    speravo un commento su Mastandrea.. o elio germano…
    dai Facci Ridere!

  6. Sul film hai detto le parole giuste.
    Sul tentativo degli americani di imitare qualsiasi accento non anglofono stenderei un velo di pietà: non riescono, non ce la fanno, non sono capaci.
    A parte limitatissime eccezioni.
    Cioè se uno ride quando Jon Stewart e Tina Fey prendono in giro l’inglese parlato dagli italiani, verrebbe da dirgli: prova a dire una frase italiana senza pasticciare con le vocali o con il "gn" se sei capace, che ci facciamo quattro risate noi.

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