Dare
di Adam Salky, 2009
Presentato al Sundance dello scorso anno, il primo film (o meglio, il primo lungometraggio di fiction) di Adam Salky è una sorta di triangolo amoroso i cui protagonisti sono tre studenti del liceo alle prese con la scoperta della propria personalità e della propria sessualità, diviso in tre segmenti ben distinti, raccontati dal punto di vista di ciascun personaggio, fino al ricongiugimento delle parti nel finale.
Insomma, niente di nuovo: ma Salky e lo sceneggiatore David Brind hanno un talento non comune nel tratteggiare il ritratto di questi teenager ricchi e annoiati che vivono in ville vuote e irreali, emotivamente vessati oppure completamente abbandonati dai propri genitori, tra paliativi delle figure parentali e una ricerca del proprio posto nel mondo che deve fare i conti con aspettative sociali, con la voglia di trasgredire, ma anche con la scoperta dei propri limiti nell’accettazione di una libertà sessuale tanto sbandierata a parole.
Ma il maggior motivo di interesse di questo piccolo film indipendente, all’interno di un cast di volti giovani assai interessante, a parer mio è la presenza magnetica di Emmy Rossum – che finalmente, dopo anni di parti minori o di film clamorosamente sbagliati come Il fantasma dell’Opera di Schumacher, trova nel personaggio di Alexa l’occasione per dimostrare tutto il suo talento.
Se a qualcuno interessa, qui c’è il cortometraggio da cui è stato tratto il film:
http://www.youtube.com/watch?v=LSqObEoiEWc