Wolfman (The Wolfman)
di Joe Johnston, 2010
Quello che prova a fare Wolfman è piuttosto chiaro, un azzeramento del film sui licantropi abbinando un ritorno alle origini al gusto contemporaneo. Il film è tutto caratterizzato da questo continuo contrasto tra classico e moderno: è infatti il remake, fedele soltanto per metà, del classico con Lon Chaney Jr. ma è anche un film che ammicca ai gusti del moderno horror per le masse. Esempio principe: gli effetti speciali digitali usati per le transizioni da uomo a bestia da un lato, il tradizionale e riconoscibile make up di Rick Baker dall'altro.
Ma invece di un curioso pastiche postmoderno, questo costosissimo baraccone, che sembrava nascere già instradato sulla via del fallimento dopo l'abbandono di Mark Romanek, è un pastrocchio noioso, freddo e poco sensato – rivitalizzato semmai da qualche unghiata violenta qua e là ai danni di borghesi benvestiti e della polverosa Londra vittoriana: ma si tratta di pochi gustosi schizzi gore immersi nella rassicurante noia che un mestierante come Johnston può assicurare.
Non si sa bene dove siano finiti i 150 milioni di dollari di budget in questa roba, a parte nelle eccellenti scenografie e negli splendidi costumi di Milena Canonero: chi si acccontenta, gode. Di sicuro non nel valore della sceneggiatura dell'altrove bravo (ma anche altrove pessimo, a volte) Andrew Kevin Walker, che riduce tutto a una diatriba edipica tirata via e scritta in una nottata, che lascia ai margini praticamente tutto il resto (per esempio il personaggio di Emily Blunt, trasformata in bella, bellissima statuina: che spreco, per un'attrice così!), e che fa di Anthony Hopkins un villain senza scrupoli sinceramente imbarazzante.
Ma è proprio il ricercato scontro tra modernità e tradizione il vero punto dolente di un flm comunque già di per sé poco interessante, legnoso e piatto come l'intepretazione di Benicio Del Toro: dissociati dalla preziosità scenografica e nemmeno così al passo con i tempi gli effetti digitali, quasi ridicoli nel contrasto gli sforzi sovrumani di Rick Baker per non far trovare fuori posto in un film così i suoi licantropi pelosi. Un mezzo disastro, insomma.
ah quindi una cagata… ok
ne dubitavate?
ma dai…chi ha bisogno di altre trasformazioni in lupo dopo Landis???