Shutter Island, Martin Scorsese 2010

Shutter Island
di Martin Scorsese, 2010

Difficile parlare del nuovo lavoro di Martin Scorsese senza rivelare dettagli della trama: seguendo una traccia ben nota al cinema di genere (e non solo) degli ultimi anni, tutto ruota intorno a una sorpresa che dovrebbe giustificare i misteri e i presagi di cui il film è disseminato fin dalla primissima inquadratura. Il vero problema del film è che, una volta giunti a questa attesa rivelazione finale, peraltro non così inimmaginabile (chi vi scrive queste cose non le indovina mai e poi mai: stavolta ci sono voluti 10 minuti), la sceneggiatura ce la mette tutta per spiegarne ogni dettaglio, in un paio di sequenze francamente troppo lunghe che occupano massicciamente la parte conclusiva del film annacquando la palpabile tensione creatasi nelle due ore precedenti – almeno, fino all'amarezza quasi soffocata del bellissimo finale.

Non è quindi un film che si fa amare alla follia, Shutter Island: richiede attenzione più che pazienza, cervello più che cuore e budella, osa poco sia in regia che in cabina di montaggio, lascia molto, forse troppo, al lavoro eccellente degli attori e della bella e sfiancante sceneggiatura. Ma resta comunque un film cupo e doloroso sulle radici della colpa, un viaggio inquietante sul confine tra la realtà e l'inconscio, una ghost story morale profondamente scorsesiana travestita da noir contemporaneo. E se Scorsese nella gran parte del film si limita a omaggiare il passato, soprattutto con l'uso della fotografia, nei flashback e nelle sequenze oniriche sfodera uno splendore visivo, oltre che una compattezza registica e una brutalità quasi scioccante – sequenze che ripagano del tutto la poca convinzione che aleggia sul resto del film, e dove, finalmente, possiamo ancora riconoscere lo stile e la vibrante passione di uno dei più grandi registi americani. Uno Scorsese "minore" quindi, senza alcun dubbio: ma avercene.

19 Thoughts on “Shutter Island, Martin Scorsese 2010

  1. utente anonimo on 5 marzo 2010 at 16:00 said:

    mi è venuto in mente angel heart
    non so perché
    dario

  2. (chi vi scrive queste cose non le indovina mai e poi mai)
    ma sai che anche io? Sempre e non solo con robe semi-spesse tipo I Soliti Sospetti o Identity, ma pure su robe dove gli elementi son tutti lì come Il Sesto Senso o The Book of Eli…
    Poi magari su altri film anticipo di brutto lo script… sarca… io la leggo come una 'visione transfert naive', ma me la racconto un po' troppo, alla fine mi sa che sono boccalone e basta…

    Erminio Ottone

  3. scorsese è minore -o comunque imperfetto- almeno da casinò. io comincio a dubitare che possa tornare ai fasti e al coraggio di un tempo e spero di potermi ricredere già da questo shutter island. certo che averti letto così "conciliante" non promette bene.

  4. eh, vabbè, se pensi che Al di là della vita, Gangs of New York e The Departed non siano grandissimi film, questo non andare nemmeno a vederlo.

  5. godo, stasera alle 21 il lieto evento

  6. al di là della vita è uno dei miei preferiti di Scorsese.

  7. The Departed è un filmone, non scherziamo!

  8. utente anonimo on 5 marzo 2010 at 18:11 said:

    Gangs of NY mi pare invece un po' na cagata…

  9. no, no, ci vado eccome: Scorsese è forse il più grande, ed ESIGO un film grande, ogni volta.

  10. io sono con missblum (anche sul fatto ce ovviamente andrò a vederlo), però son anche un po' stufo e ormai penso sempre più che Scorsese è lontano irrimediabilmente dal cinema suo vero. Da Casinò, appunto. E a me Al di là della vita, Gangs of New York e The Departed sono piaciuti moltissimo, mi ci son esaltato un sacco, eppure poi a rivederli mi rendo conto che sono "solo" dei film bellissimissimi, cui però manca quel quid che è proprio del cinema più scorsesiano, manca sempre qualcosina. Poi ci son film come Aviator, che proprio non digerisco.

  11. missblum? shutter island è una pugnalata, altro mezzo del futuro scorsesiano. si guarda sempre avanti.

  12. questo è un grande film, ed esattamente in questi termini: visivamente strabiliante.
    mi sono stupito a leggerlo n el tuo post, perchè l'ho pensato durante la proiezione, l'ho scritto su fbk e ora lo ritrovo qui da te. bene

  13. Visto ieri sera, non voglio spoilerare nulla direi che in generale mi è piaciuto ma:

    1 – troppo lungo. troppo.
    2 – alcune scene gratuite poteva risparmiarsele
    3 – lo svelamento finale si capisce subito, ma la scelta finale del protagonista risolleva di parecchio l'andazzo
    4 – la fotografia è magistrale ed alcune inquadrature alla Hitchcock mi hanno fatto fare "ooooh"

  14. era un film difficile da tenere in carreggiata ma scorsese, secondo me, ci riesce benissimo e alla fine ne viene fuori una cosa non solo decorosa ma convincente. Non e' da applausi a scena aperta ma sicuramente straripaga il costo del biglietto

    palbi

  15. utente anonimo on 3 aprile 2010 at 14:37 said:

    Scorsese sbaglia poco, ha il gusto per la grandiosità (e mezzi per attuarla) e come minimo ci consegna sempre una gioa per lo sguardo che di base è la magia del cinema. Ha un senso del colore al cui confronto il resto sembra un mondo descritto da daltonici, una messa in scena ricchissima di cui però sarebbe difficile scartare un singolo elemento. Tolto "Gangs of New York", che considero un film sbagliato, Scorsese è una sicurezza quand'anche facesse un lavoro minore sai che sarà sempre più che apprezzabile. Shutter Island non fa eccezione e inanella alcune scene che rimangono impresse nella retina come il filamento di una lampadina. Non ho letto il libro ma il finale mi è parso farina del sacco di Leane un altro che sbaglia veramente poco, non indugerei oltre, andate a vederlo al cinema.

    Odd

  16. utente anonimo on 13 aprile 2010 at 00:59 said:

    un finale scontato sarebbe quello che confermerebbe l'ipotesi che il detective fosse in preda alle allucinazioni per quasi tutta la durata del film.sta qui l'errore. in realtà lui è perfettamente sano. lo psichiatra usa i suoi traumi e lo ipnotizza più volte durante i 2 giorni di permanenza sull'isola. la bambina che lui continua a vedere nelle sue allucinazioni è solo la bambina che lo ha colpito nel campo di concentramento , non sua figlia,mai esistita(altrimenti perchè avere allucinazioni solo su di lei , perchè non essere perseguitato anche dal ricordo degli altri 2?). il finale è tutto tranne che scontato. per tutto il film mi ripetevo "il pazzo è lui", ma la sua frase finale "meglio morire da persona per bene che vivere da mostro"fa capire perfettamente che non è così… preferisce morire da persona sana e onesta,il detective che indaga sugli esperimenti che fanno all'interno del manicomio piuttosto che fingere e passare per assassino!

  17. utente anonimo on 21 aprile 2010 at 18:57 said:

    Non so come si possa dire che "osa poco sia in regia che in cabina di montaggio" di un film che fa dei salti di campo un incredibile uso narrativo.

  18. utente anonimo on 25 aprile 2010 at 12:31 said:

    Kekkoz ma secondo te ho capito male io il finale o Bordone è un tronfione distratto?

    http://www.freddynietzsche.com/2010/03/08/lasciate-ogni-speranza-voi-ch%E2%80%99entrate-shutter-island/#comments

  19. "eh, vabbè, se pensi che Al di là della vita, Gangs of New York e The Departed non siano grandissimi film, questo non andare nemmeno a vederlo."

    Uhm, non so quanto sia azzeccato questo consiglio: io quei tre non li trovo proprio per niente dei grandissimi film, ma Shutter Island mi è piaciuto da matti. :)

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