Precious, Lee Daniels 2009

Precious: Based on the Novel Push by Sapphire
di Lee Daniels, 2009

Una volta stabilito che Quentin Tarantino sarebbe uscito quasi a bocca asciutta nonostante la netta superiorità del suo film, messo in chiaro che a Kathryn Bigelow si vuol bene come a una zia nonostante The Hurt Locker non sia propriamente (ma nemmeno lontanamente) il suo lavoro migliore e posto che, al contrario, Avatar qui è piaciuto moltissimo nonostante Cameron non sia il massimo della simpatia, agli Academy Awards di quest'anno per quanto mi riguarda poteva vincere un po' chiunque.

Per me, l'importante era che non vincesse Precious.

Perché va bene cascarci, e cascarci con tutte le scarpe e tutti i pantaloni come ha fatto molta critica americana fin dal Sundance lo scorso anno, ma c'è un limite a tutto: il film di Lee Daniels è infatti uno dei casi più clamorosi nel cinema americano recente di una sbandata generale per un film rivelatosi poi tra i titoli più sgradevoli della stagione – e non nell'accezione che vorrebbe disperatamente rappresentare. Un film ricattatorio, ruffiano, spregevole, che non fa altro che inanellare una serie di sventure e situazioni oltre il limite, rovistando sul fondo dei bassi istinti e facendo leva sulle peggiori inclinazioni e sui più ritriti luoghi comuni socio-culturali buttandoli all'eccesso, giocando insomma tutto su una messa al quadrato della provocazione dei suoi singoli elementi – ma il fatto che i dialoghi siano così sboccati o che qualcuno lanci televisori sulla testa dei propri nipoti neonati non riesce a renderlo affatto differente da un qualunque pessimo film del pomeriggio di Canale 5. Non mi sorprende comunque troppo il successo del film: ogni tanto piace pensare che un film in cui va tutto in merda, oltre ogni immaginabile esagerazione, sia automaticamente un film originale, antagonista, prezioso.

Del fatto che sia o meno una storia vera o del fatto che sia tratto da un libro scritto in un determinato modo, francamente, me ne lavo bellamente le mani: qualunque sia stato il lavoro di adattamento, se ha portato a risultati simili, è stato un pessimo lavoro e tanto basta. Senza contare, cosa ancora peggiore, che Precious, oltre a tutto ciò, è anche un film pietosamente e irrimediabilmente brutto, sotto il profilo estetico e cinematografico, con una patinaccia televisiva più vecchia di me e una collezione di sequenze per cui, dopo un po', ci si ritrova soltanto a pensare "e ora cosa potrà mai succedere, le tireranno un televisore in testa"? E infatti. Un esempio a caso di ciò che probabilmente è piaciuto a tutti e che personalmente trovo orribile sono le fantasmagorie di Precious, che si immagina di diventare una star: fanno ridere i polli, danno pure parecchio fastidio – e poi uno si domanda, ma la gente come fa a lamentarsi di quelle di Shutter Island? Oppure l'imperdonabile, tremendo carrello circolare con i tableau della storia della cultura afroamericana, che a quel punto c'entra davvero come stocazzo. La lista potrebbe continuare all'infinito, ma penso che avrei potuto fermarmi a "televisori sulla testa dei propri nipoti neonati".

Forse sarà un'idea tutta mia, ma un film in cui la cosa migliore è l'interpretazione di Mariah Carey è un film che non dovrebbe nemmeno esistere.

Il film per ora non ha un'uscita italiana, ma i milanesi potranno vederlo il 15 marzo: è infatti il film apertura del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina. Non chiedetemi il perché.

17 Thoughts on “Precious, Lee Daniels 2009

  1. Ci sarebbe anche da chiedersi il perché di quel titolo ridicolo…

  2. Immagino fosse perché lo stesso anno è uscito un film a titolo "Push", no? No?

  3. utente anonimo on 9 marzo 2010 at 13:49 said:

    Ahahahh, t'è piaciuto proprio, mancava solo tirassi un televisore in testa al regista e un oggetto oblungo nello sfintere di Mariah Carey ;-)))
    Sol

  4. Troppo ragione, davvero un film fastidioso e ti sei dimenticato Lenny "The nurse" Kravitz…

  5. utente anonimo on 9 marzo 2010 at 14:57 said:

    A "qualcuno lanci televisori sulla testa dei propri nipoti neonati" sono corso a scaricare un cam.

    Detto questo, mi pare che si inserisca a pieno titolo nella recente mafia capitanata da Oprah e Tyler Perry.

  6. No, vorrei sottolineare bene a tal proposito che Oprah è produttrice esecutiva di questa roba.

  7. utente anonimo on 9 marzo 2010 at 15:45 said:

    Allora non sono l'unica a cui non è piaciuto!
    Signore ti ringrazio…

    Crazy Simo

  8. utente anonimo on 9 marzo 2010 at 15:49 said:

    Tutto così esageratamente tragico e melò… manca qualcosa? Massì, non facciamoci mancare pure una bella malattia.
    Ma fanculo.

    Crazy Simo

  9. @edo: c'è una coda di post, prima o poi ci arriverò, ad Alice.

  10. utente anonimo on 9 marzo 2010 at 18:37 said:

    Io invece non vedo l'ora (e spero) che tu faccia un post su Lourdes, così mi spieghi perché mi è piaciuto tanto ;-))
    Sol

  11. condivido

    steutd

    (il controllo antispam qui sotto mi ha chiesto di scrivere suv…)

  12. Consiglio spassionato: se proprio *dovete*, rallegrate voi stessi immaginando Dave Chappelle che entra nel salotto delle protagoniste strillando THAT'S NOT HOW I ROLL, THIS SHIT IS SERIOUS.

    DP5

  13. I so disagree. 
    A me non e' sembrato affatto che avesse il taglio voyeuristico e l'autocompiacimento dei film dossier che manda rete4. 
    Al contrario e' un film con un messaggio di speranza. 
    Senza neanche parlare del fatto che Mo'Nique negli ultimi 5 minuti del film fa una delle interpretazioni piu' forti che attore o attrice abbia deliverato negli ultimi 4 o 5 anni.

    palbi

  14. utente anonimo on 17 marzo 2010 at 23:35 said:

    dai…..effettivamente è molto rete 4…
    non è proprio brutto…e le due protagoniste son brave, in fondo…
    ma ha un taglio pesantemente influenzato da Oprah…che l'ha tanto voluto le fanno pure pubblicità nel film)
    e credo che appunto sulla scia di oprah due figure come kravitz e la caraey si sono prestate al film
    …un pò un peccato…poteva essere bello

  15. poppy on 26 novembre 2010 at 18:55 said:

    concordo pienamente con kekkoz, film schifoso, gratuito e inutile.
    non andate a vederlo.

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  17. robbo on 14 dicembre 2010 at 00:22 said:

    “un film in cui va tutto male”?
    a me è sembrato fin troppo ottimista. negli anni ’80 a new york (e non solo) c’è stata davvero un’epidemia di crack e aids, e i segni si vedono ancora adesso.
    “patinaccia televisiva” è un’espressione che non riesco a tradurre in termini di tecnica cinematografica, parli di fotografia? di regia? di scrittura?
    “pietosamente e irrimediabilmente brutto” non è una critica, ma un’opinione. a me fotografia, regia e montaggio sono piaciuti.
    così come la colonna sonora.
    del resto si può discutere, sicuramente non è un film antagonista, ma un buon prodotto con pregi e difetti. e con un livello di recitazione molto alto.

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