Il profeta (Un prophète), Jacques Audiard 2009

Il profeta (Un prophète)
di Jacques Audiard, 2009

Perché fare mille premesse quando un film va così dritto al punto, quando è così indiscutibilmente bello? Un prophète è straordinario, senza dubbio uno dei più bei film europei dell'anno, probabilmente il più intelligente, soprattutto per come sa mettere insieme le aspirazioni autoriali e le convenzioni del cinema di genere, il gangster movie e il film carcerario e una storia di sopravvivenza e dominio dai netti confini morali e filosofici.

E poi Un prophète è un oggetto quasi alieno, certamente unico, non soltanto per il suo ritmo anomalo, ma per come elementi enormemente distanti riescono a trovare una dimensione comune, per come la crudezza della realtà si ritrova stemperata dalla consistenza del sogno e della visione.

Assolutamente imperdibile.

Nelle sale dal 19 marzo 2010.

Per quanto io vi spinga a vedere in sala e promuovere quanto più potete questo splendido film, si tratta di un'opera costruita anche sui contrasti tra le lingue, e sarà quindi inevitabilmente impoverito dall'edizione italiana. Se potete, recuperatelo anche in versione originale.

7 Thoughts on “Il profeta (Un prophète), Jacques Audiard 2009

  1. utente anonimo on 12 marzo 2010 at 14:38 said:

    Audiard mi spezza
    Ne ho visti solo due e questo ce l'ho lì in attesa ormai da troppo tempo (ma devo combattere per lo spazio sul lettore). Ma quei due…cavolo… quei due.
    Se mi dici che è addirittura meglio devo far spazio fra i 5 preferiti tuttora attivi e senza rincoglionimento senile.

  2. Audiard non sbaglia un colpo.
    Plumbeo e cupo, totalmente privo della speranza che animava sulle mie labbra o tutti i battiti del mio cuore
    Insostenibile la parte della preparazione dell'omicidio in carcere
    Concordo con il giovane cinefilo: guradatelo in lingua originale (si trovano pure i sub italiani).
    Capolavoro.
    E Stasera tutti alla festa di nerdsattack

  3. Un film che poteva entrare benissimo nella decina finale agli Oscar. Una pellicola che ti entra sottopelle durante la visione e non ti abbandona più.
    Una parabola che assume i toni dell'epicità, sceneggiatura che non molla mai la presa, tutto contribuisce a elevarlo ben al di sopra di un solito dramma carcerario. Penso alle scene con la lametta, penso a quello sguardo sull'aereo, penso al momento della sparatoria… Mamma mia.
    Non si può descrivere la bravura di Tahar Rahim, è praticamente oltre da tanto è "vivo" il suo personaggio.
    Memorabile davvero.

  4. Direi un capolavoro semplicemente.

  5. mi riservo di leggere solo domani questa recensione, dopo aver visto il film.
    questo blog è meraviglioso!!!!

  6. Torno ora dal cinema: ottimo film, ottima recensione.
    Come al solito.

  7. utente anonimo on 19 giugno 2010 at 21:02 said:

    Un capolavoro. Un capolavoro.
    Sceneggiatura solidissima.
    Questo è decisamente un oscar e non si capisce perchè non lo è.
    Mah

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