Medicine for melancholy
di Barry Jenkins, 2008
Se si ha familiarità con il Daily Show, talk show condotto da Jon Stewart su Comedy Central e vera punta di diamante dell’intrattenimento satirico statunitense, farà un certo effetto ritrovare in questo film Wyatt Cenac, tra i più divertenti e talentuosi "corrispondenti" di Stewart, in un ruolo non propriamente comico – nonostante faccia strada tra le pieghe.
In realtà, il film di Jenkins ha molto da dire a prescindere da questa curiosità, che è in fondo solo il motivo che mi ha spinto a recuperarlo. E per quanto sia facile, dalla distanza, inserirlo nella tradizione del mumblecore, il super-indipendente Medicine for Melancholy condivide al massimo l’ambigua fascinazione per il tessuto urbano vista in Search for a midnight kiss, ma ha in realtà intenti del tutto differenti, più profondi e ambiziosi, a prescindere dai risultati. E nel suo cercare una mezza via tra una riflessione sulla questione razziale e una storia d’amore che si svolge narrativamente "al contrario", trova uno strano, difficile, intimo equilibrio. Che l’interpretazione perfetta di Cenac e dell’incredibilmente bella Tracey Heggins contribuiscono ad arricchire.
Jenkins dà voce meglio alle immagini che alle parole, senza dubbio, al volto sonnacchioso di un’addormentata e sorniona San Francisco domenicale: e si finisce per trovarla lì, negli angoli della città, nei musei apparsi dal nulla e in discoteca, per le strade percorse in bici, contro la luce o tra le ombre, tra le pieghe delle lenzuola in appartamenti troppo grandi o troppo piccoli, alla ricerca di un posto in cui abbia senso essere, la vera medicina per la malinconia dei suoi personaggi.
non è che t'ha ispirato bittanti? (duel, mattscape…)
Assolutamente no, ma grazie della segnalazione.